23

0 0 0
                                    

<AMORE SVEGLIATI>

<Xavier ti prego non urlare, ho un mal di testa atroce> non chiedetemi come sono finita in camera di mio cugino ma di certo io non ricordo nulla, nemmeno come ho fatto a tornare sana e salva a casa, e se sono qui, vuol dire una cosa, mio cugino deve essersi incazzato come una bestia.

<Forza bimba alzati, oggi vieni con me> mi alzo dal letto con una smorfia, devo aver bevuto un po' troppo per i gusti del mio stomaco e del mio fegato

<Xavier dai, lasciami dormire ancora un po'> mi giro verso di lui e lo trovo con un solo asciugamano addosso a coprire le gambe

<Non è una bella vista questa, almeno non per me, vestiti>

<Vatti a fare una doccia, vestiti e si esce non mi far aspettare più di tanto, dopo ieri sera ti voglio puntuale> si avvicina per darmi un bacio sulle labbra e mi butta fuori dalla sua camera, vado nella mia e inizio a farmi una doccia veloce.

<Nostro cugino ieri sera è venuto a raccattarci dalla festa, tu hai bevuto anche oltre i tuoi limiti ecco perché non ti ricordi nulla, ma ci ha fatto una bella ramanzina da padre> vedo mio fratello appoggiato allo stipite della porta del mio bagno, lui è l'unico che ha il permesso di entrare in camera mia quando vuole,e io uguale nella sua

<So che mi farai la ramanzina pure tu, ma ti prego sii clemente>

<Vedi di non bere più, o farai i conti con me, e sai che io non ci vado leggero come ci va Xavier, sono tuo fratello, e poi se volevi andare alla festa potevi chiedere un passaggio>

<Lo so scusami, non dire niente a papà ti prego> si avvicina prende la spazzola dalle mie mani e inizia a spazzolarmi i capelli, lo ha sempre fatto sin da quando eravamo neonati, sia a me che a Micol, poi ha continuato solo con me

<Ti voglio bene Chris>

<Anche io piccola, ma che non si ripeta mai più un lavoro del genere>

<Mai più> continua a spazzolarmi i capelli, poi me li asciuga, con la pazienza che solo un fratello potrebbe avere.

<Con oggi quanti giorni sono che non mi presento a scuola?> chiedo a mio cugino mentre mi sta portando in un posto

<Quattro, domani cinque a sto punto rientra lunedì, ma che non si ripeta mai più>

<Promesso, e scusami ancora, ma dove stiamo andando piuttosto?> guardo la strada ma non mi dice niente

<Lo vedrai appena arriviamo sul posto> gira l'angolo per entrare in un quartiere residenziale, di cui riconosco subito il viale alberato

<Dovevi proprio? Stavo così bene a casa> più ci avviciniamo più l'enorme villa prende forma, anche se sempre distante dal viale, parcheggia la macchina fuori dal cancello

<Scendi> mi tolgo la cintura e scendo dalla sua macchina, lo vedo suonare al campanello

<Cazzo suoni, ma almeno questi ti conoscono?>

<Si, mi ha chiesto questa persona di venire qui>

<Capito, il tipo ha gli inviti assicurati>

<Entra> mi dice tenendomi aperto il cancello, mi incammino verso la struttura, inizio a notare che è tutta in vetro
<Niente male> esclamo direi che sono più che colpita

<Vero? L'ho fatta ristrutturare come piaceva a me, c'ho messo un po', non sto sempre qui, anzi oggi ero di passaggio e ho accettato l'offerta> interviene una ragazza sulla trentina, o poco più piccola, con due smeraldi verdi al posto degli occhi, la voce mi è molto familiare per non essere lei

<Mamma???> chiedo confusa, e furiosa con Xavier

<Ciao bambina> mi sorride stanca

<Era ora che tu ti facessi viva invece di lamentarti di papà> la guardo in cagnesco, siamo molto diverse, io sono la copia più piccola di papà, ma mio fratello è la sua copia stampata, ha gli occhi come quelli della mamma, io sono molto più alta di lei, io arrivo al metro e ottantacinque mentre lei nemmeno al metro e settantacinque, in certi aspetti del carattere però siamo identiche

<Scusami figlia, sai come siamo io e tuo padre, lavoriamo troppo e abbiamo poco tempo per i figli>

<Non esiste io non ho tempo, stronza e poi ti sei fatta mettere incinta cosciente a dodici e tredici anni mamma, e vuoi prendere in giro me?>

<Non ti sto prendendo in giro>

<Appunto di secondo nome fai troia, e poi non dire che non è vero, ma da quando Micol non c'è più ci hai abbandonati a nostra zia> sono furiosa

<Crescere una gemella si e una no, è la cosa più brutta che una mamma possa fare>

<La cosa più brutta sai qual è? Il fatto che sei la nostra vergogna, e poi tanto diversa da papà non lo sei, la barca è sempre quella, cambia solo la vostra posizione, uno a capo e l'altra a fondo>

<Syd, non ti permettere> mi ferma arrabbiata pure lei adesso

<Cosa non mi dovrei permettere eh Caroline? Di dire quanto fai schifo, che siete identici? Si mamma siete uguali, e non solo, hai sempre guadagnato e guadagni ancora oggi milioni, e hai sempre chiesto i soldi a papà, sei la vergogna della nostra famiglia> la vedo alterarsi

<Come fai a saperlo?>

<Le cose girano, non solo intorno a te>

<Sydney>

<No mamma, solo a sapere di avere due genitori menefreghisti e miliardari per il loro lavoro mi fa schifo, e per fortuna a parte Alex nessuno sa che siamo i vostri figli> con lo sguardo cerco Xavier che è sparito nel nulla

<E nessuno deve sapere che ho tre figli>

<Allora abbiamo trovato un accordo, ma non ti azzardare a chiedere soldi da papà per il mantenimento, perché altrimenti ti faccio saltare in aria questo posto> le punto un dito contro fulminandola con lo sguardo

<Certo, non chiederò più soldi>

<Perfetto ci incontreremo in futuro Caroline> mi avvio alla ricerca di Xavier, lo trovo a parlare con due ragazzine,

<La conversazione può finire qui> dico strattonando mio cugino fuori dalla villa.

<Xavier cosa cazzo fai?> chiedo furiosa

<Stavo parlando con quelle> alza le mani in segno di resa

<Cosa pensavi di ottenere portandomi dalla mamma? Che avremmo fatto pace? Quella è una grandissima donna di strada, non si merita nemmeno di essere dove sta>

<Volevo solo essere gentile>

<Evita l'argomento zia, hai già fatto abbastanza>

<Scusa, però almeno c'hai parlato>

<Lascia perdere, sai come è quella donna> mi da un bacio sulle labbra e mi riaccompagna a casa.

Da Los Angeles A Mai PiùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora