L'ospedale era un luogo troppo bianco per i miei gusti. Tutto puzzava decisamente troppo di alcool igienizzante e l'aria che si respirava, oltre a sembrare più tossica delle canne che mi fumavo, era sempre tesa.
Nonostante non avessi un bel rapporto con John B, ero comunque in ansia per lui.
Ovviamente scherzo, il bel rapporto non esisteva proprio, ma la sensazione di preoccupazione la sentivo comunque.
Perché Topper stava scappando dalla parte opposta da dove arrivavo io?
Da quando era arrivata l'ambulanza, nessuno aveva risposto alle mie domande.
Neanche il gentile Pope che, dopo svariate occhiatacce lanciate da Kiara, aveva perso la speranza di potermi far capire la situazione.Sarah era tutta un fremito. E non in senso positivo.
Aveva chiamato suo padre non appena aveva visto arrivare un'elegante signora dall'entrata del reparto.
Alla vista della donna, Jj si era seduto più composto sulla sedia della sala d'attesa mentre Kiara e Pope si erano lanciati degli sguardi preoccupati non troppo velati.
Nell'attesa di avere informazioni sul loro amico, era giunto Ward nella piccola stanzetta bianca e blu.
«Ragazzi, cosa diamine è successo?» aveva domandato non appena aveva visto i volti preoccupati degli amici di sua figlia mentre stringeva Sarah tra le sue braccia.
La ragazza ancora scossa, contunuava a piangere nonostante la situazione fosse tranquilla.
Pope, il più lucido tra di loro aveva iniziato a parlare.
Io me ne stavo zitta seduta su una piccola poltroncina di plastica nell'angolo della stanza.
Ward, dal canto suo dopo aver sentito
il racconto e alla vista della donna, aveva uno strano luccichio negli occhi.
«Oh ragazzi, quanto mi dispiace!» disse l'uomo «Sarah, che ne dici se ti accompagno a prendere una boccata d'aria?» le chiese poi.
I due abbandonarono la stanza.
Ultimamente a Sarah stava capitando di tutto.
Prima era diventata l'ultima persona ad aver visto Scopter Grubbs in vita, poi aveva visto quasi morire John B.
Non se la passava affatto bene.
Nemmeno io me la passavo così bene in quel periodo, tanto che, seppur la tensione palpabile, dalla stanchezza, mi addormentai su quella piccola seggiola di plastica, quasi più scomoda di un letto di legno.Passarono alcune ore prima che mi svegliassi.
E, con mia grande sorpresa, mi trovai in un comodo letto, ancora vestita con il lungo abito della sera prima.
Fortunatamente è stato solo un sogno, pensai.
Ma quando mi resi conto che il soffitto della stanza in cui mi trovavo non era nè quello di camera nè tantomeno quello di Tanny Hill, nella mia testa scattó un sistemare di autodifesa.Che mi avessero rapita senza che io me ne fossi accorta?
La catapecchia nella quale mi trovavo era quasi completamente di legno, ad eccezione di alcune pareti e delle finestre che erano, ovviamente, di vetro.
Il letto era completamente sfatto anche nel lato opposto al quale mi trovavo io.
La piccola stanzetta era piena di cianfrusaglie e vestiti lanciati qua e là; per non parlare del piccolo cestino stracolmo di lattine di birra.
Sulla parete ticchettava un orologio che segnava le 14 in punto.Possibile che avessi dormito tanto?
Non nego di aver avuto veramente molta paura, fin quando, dall'altra stanza, non sentì qualcuno litigare.
«Sentite, se lei è dentro, oh beh, io sono completamente fuori» aveva iniziato una voce femminile «John B, devi scegliere» continuó.
Aspettate? John B? Lo stesso John B che fino a poche ore fa era steso su un letto dell'ospedale a farsi ingessare un braccio?
Ma quanto tempo era passato?Capii che la catapecchia che a mimenti sarebbe crollata apparteneva a uni dei pogue, non c'era altra spiegazione.
Per la questione tempo di una cosa ero certa: era mattina, vista la luce solare che risplendeva in giardino. Erano passate almeno 10 ore dai fatti della sera precedente.
Mi alzai velocemente dal letto e mi catapultai fuori.
Le lattine di birra continuavano ad essere ovunque mi girassi.
Le pareti della casetta erano piene di piccoli ritagli di giornale incorniciati, fotografie e foglietti attaccati con lo scotch.
Una nello specifico inquadrava due figure sorridenti: John B, con in mano una canna da pesca sorrideva allegro, mentre al suo fianco c'rra suo padre, conosciuto come Big John.Big John era stato dato per scomparso e successivamente per morto solo qualche settimana prima.
Ricordo che a volte s'incontrava con mio padre e Ward per parlare di questioni "da uomini", a detta loro.
Fatto sta che era da mesi che non vedevo la sua figura.«Oh, Pope è sempre a suo agio. Prima nella motocicletta con me era a suo agio! Vero amico?»
«Vero, ero molto a mio agio»
Le voci provenienti dalla veranda si facevano sempre meno pacate.
Decisi di lasciar perdere la foto raffigurante i due pogue e di scoprire cosa stesse accadendo.«Cosa ci fa lei qui?» chiese quasi schifata non appena feci il mio ingresso nel sottoportico.
Lí erano tutti seduti quasi in cerchio, con Sarah e John B seduti su un piccolo divano l'uno vicino all'altro, Maybank e Pope sedevano su delle sedie di legno al loro lato e Kiara se ne stava davanti alla prima coppia.
Notai che l'unica a non essere ancora vestita normalmente fossi io.
La tensione era altissima.
Quasi piú alta di quella della sera precedente in ospedale.
«Fidati, me lo sto chiedendo anche io» risposi tagliente «Cosa diavolo sta succedendo?».
«È meglio che ti siedi» controbattè Pope.
In quel momento Kiara, sentendo le parole dell'amico, se nè andó, sbattendo la porta e farfugliando qualcosa del tipo "Devi scegliere John B".
Sarah la seguì a ruota poco dopo, non degnandomi neanche di un saluto e lasciandomi da sola nella tana del leone, farfugliando qualcosa come la ragazza prima di lei.«Ho decisamente bisogno di capirne qualcosa» aggiunsi poi, sedendomi dove poco prima stava seduta la giovane pogue, portandomi le dita alle tempie e sbuffando.
È mai possibile che io sia sempre l'ultima a sapere le cose?
«Possiamo fidarci Pope? Ne sei sicuro?» chiese John B.
«Credo proprio di si amico, diglielo te» rispose l'altro.
Maybank rimase zitto guardando i due amici.Così i tre ragazzi, dopo avermi lanciato un'occhiata sospettosa, iniziarono a raccontare ció che c'era da sapere, a detta loro.
John B mi raccontó di come Sarah l'avesse scoperto dopo aver rubato le bombole per le immersioni del Druthers.
Disse che gli servivano per recuperare alcune cose sul fondo della palude davanti a casa sua, che chiamó più volte Chateaux.Aggiunse poi che la ragazza l'avesse accompagnato a Charleston per degli affari di famiglia, così definiti dal ragazzo, e che lí si erano semplicemente innamorati.
A quanto aggiunse Pope, quest'ultimo dettagli l'avevano scoperto anche loro pogues giusto 5 minuti prima, durante la litigata tra le due ragazze.
«Quindi te mi stai dicendo che ti sei rischiato il lavoro dai Cameron per delle stupide cianfrusaglie sul fondo di una fottutissima palude? Oh no, voi mi state nascondendo qualcosa e fidatevi, io scopriró cosa a tutti i costi.» dissi loro mentre mi avviai verso l'esterno.
«Tate!» gridó Maybank alle mie spalle con la sua inconfondibile voce «Non devi farne parola con nessuno, hai capito?» continuó bevendo un sorso di birra dalla lattina che teneva nella mano destra.
Dannazione, sono solo le due di pomeriggio, come puó già bersi della birra?
«Certo Maybank le vostre cianfrusaglie sono al sicuro con me! Oh e ovviamente nessuno deve sapere che ho passato la notte qui, sapete, non ho voglia di spiegare ai miei amici come ci si sente a passare la notte in una gabbia per topi» risposi lasciando definitivamente la proprietá dei Routledge e avviandomi a piedi verso Figure Eight.
«Fottutissima kook» sentí dire da Jj.
«Amico, ti avevo detto di farla svegliare e di farla andare a casa sua» aggiunse, arrabbiato, Pope «Siamo fottuti, per una tua fottutissima scelta».Girai poi l'angolo della casa e, dopo di chè, non sentii più nulla
Ma una cosa era certa.
Sarah Cameron mi doveva assolutamente delle spiegazioni.
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Rain || JJ MAYBANK
Fanfic"Sai Maybank, le mie unghie e la mia piega sono il mio ultimo pensiero in questo momento" ✰ CONTENUTI ESPLICITI, LINGUAGGIO FORTE ✰ 𝙹𝙹 𝙼𝙰𝚈𝙱𝙰𝙽𝙺 𝚡 𝙵𝙴𝙼!𝙾𝙲 𝙾𝚞𝚝𝚎𝚛 𝙱𝚊𝚗𝚔𝚜 𝚜𝚎𝚊𝚜𝚘𝚗 𝟷 𝚂𝚝𝚊𝚛𝚝𝚎𝚍 : 𝟷 𝚜𝚎𝚙𝚝𝚎𝚖𝚋𝚎𝚛 𝟸...