T/n si infilò velocemente le scarpe, allacciandole senza neanche guardare, tenendo costantemente d'occhio il cane che grattava la porta e scuoteva la coda facendo quasi traballare la pianta da interni vicino a lui.
Prese le chiavi di casa di corsa e si assicurò ancora una volta di aver agganciato bene il guinzaglio dell'animale.
"Ma chi me l'ha fatto fare..."- si ripeté mentalmente di nuovo, almeno per la 36esima in quella giornata, tutto mentre il labrador dorato tirava freneticamente il guinzaglio per scappare fuori dall'appartamento della ragazza e giù per le scale del piccolo condominio dalle pareti gialline.
T/n ripensò a quella mattina, al momento in cui la padrona del cane glielo aveva presentato dicendo "è un bravo ragazzo, non farti spaventare dalla taglia". Ecco. La taglia. La giovane solitamente preferiva prendere in gestione cani di taglia medio-piccola, però stavolta aveva deciso di fare un exploit, sfidando se stessa con l'animale domestico dalle dimensioni di un vitello.
Uscì dal portone d'ingresso del palazzo e si avviò come tutti i giorni verso la strada che portava al lungomare. Ficcò una mano in tasca, dove di solito c'erano sempre le sue cuffiette, però stavolta la sua mano si scontrò solo con la stoffa morbida e felpata dell'interno della sua giacca.
"Eh vabbè, oggi niente musica"- disse nella sua testa con un tono di rassegnazione. Lei era solita ad ascoltare sempre qualcosa: che stesse studiando, passeggiando, facendo i servizi di casa ... T/n aveva perennemente un paio di cuffie in testa e la musica nelle orecchie. Non che non le piacesse ascoltare il fruscio delle onde sulla riva o il verso dei gabbiani, però ormai indossare le cuffiette era una specie di comfort a cui si era abituata.
L'aria quel giorno di inizio autunno era abbastanza fresca, ma non tanto pungente da far sembrare l'inverno imminente. C'era un venticello piacevole che incontrava la pelle del suo viso e accarezzava le ciocche dei suoi capelli, una brezza marina carica di sodio, capace di rinfrescare corpo e mente.
Come sempre, a quell'ora del tardo pomeriggio c'erano parecchie persone a godersi la vista della spiaggia e dell'imminente tramonto rosato: coppiette di tutte le età sedute sui muretti e sulle panchine, ragazzini in bicicletta e monopattino a scorrazzare al lato della strada, persone che facevano jogging approfittando della frescura serale... Non lo si poteva definire un paesaggio confusionario come quello di una grande città, bensì solo un'equilibrata normalità di una piccola cittadina.
Il labrador dal pelo biondo di cui la ragazza doveva tener cura per quel giorno si chiamava Max. Aveva circa due annetti si e no, quindi era già fisicamente sviluppato e forte, però ancora in pieno spirito giocoso tipico dei giovani.
Il cane dorato, infatti, si fermava ad ogni passante, strattonava il guinzaglio per inseguire le biciclette e abbaiava a qualsiasi uccello vedesse.
Ora, per l'ennesima volta, si era messo a tirare la cinghia per correre avanti, puntando ad un ragazzo a pochi metri di distanza con accanto a se un altro cane dal pelo corto e corvino.
"Hey Max, sta' buono"- disse lei, cercando di opporsi al cane che cercava di trascinarla verso il suo obiettivo, mentre esso sembrava non avere la minima voglia di ascoltare gli ordini della ragazza.
I veri problemi iniziarono quando l'altro cane iniziò a ringhiare minacciosamente, cacciando le fauci contro Max.
"Merda!"- disse T/n a denti stretti, con il guinzaglio di stoffa arrotolato stretto attorno al suo polso, ormai arrossato.
Il padrone dell'altro cane sembrava tentare di girare al largo, però il labrador non sembrava aver voglia di tirarsi indietro. La ragazza cominciò a sentire le suole delle sue scarpe strusciare sul pavimento a mattoni grigi del marciapiede.
"Max! Ti ho detto sta' buono! Ngh-"
Lei stava quasi per cadere in avanti quando, improvvisamente, una mano proveniente dalle sue spalle afferrò il guinzaglio del cane biondo e, con una stretta a dir poco ferrea, riuscì a fermarlo dall' avanzare verso l'altro animale, mentre l'altro ragazzo portava via il cane scuro e inferocito.
T/n rimase di stucco e si voltò verso la persona la cui mano tratteneva la cinghia verde petrolio.
"Cavolo, questo cane è proprio testardo"- disse lui con tono sorpreso.
Affianco a sé, T/n vide un ragazzo moro, non particolarmente alto, forse sulla trentina. Indossava una giacca di pelle nera foderata sopra una t-shirt nera anche essa, abbinate poi a dei jeans abbastanza larghi e altrettanto scuri, leggermente scambiati con un tono di grigio. I capelli gli cadevano un po' gonfi sulla fronte, raggiungendo le sopracciglia non troppo folte, facendo poi soffermare lo sguardo dell'osservatore sui suoi occhi piccoli e scuri, non dotati di una doppia palpebra evidente. Sulle sue labbra c'è un piccolo sorriso divertito, però nella sua voce si sottolinea un pizzico di preoccupazione.
"Tutto ok?"- chiese lui con un tono gentile, tirando un po' indietro il guinzaglio, facendo allentare la presa della cinghia sul polso della ragazza.
"Oh... Uhm, si, tutto ok"- rispose lei, ancora un po' presa alla sprovvista dalla situazione che si era creata.
"Sembra che il cane avesse molta voglia di fare amicizia"- disse lei, ridacchiando imbarazzata.
"Beh, l'altro ragazzone però non mi sembrava della stessa opinione"- rispose lui con un tono divertito e leggero, alzando le sopracciglia ben curate.
"Già..."- rispose lei a sua volta, sottoponendo poi entrambi ai tipici secondi di silenzio imbarazzante. Lei decise di prendere di nuovo parola per uscire dalla situazione.
"Uhm... Grazie per averlo fermato, altrimenti credo che sarei finita a terra ad essere trascinata come un sacco di patate"- disse lei, sentendo poi una piccola risatina acuta scappare dalle labbra di lui.
"Non credo che sarebbe stata un'esperienza molto divertente"- rispose lui con tono leggero, lasciando andare finalmente la presa forte e autoritaria sul guinzaglio di Max.
"Già... Non credo..."- rispose lei leggermente imbarazzata dal tono gentile e divertito dell'altro.
Il moro sorrise alla giovane e si chinò, accarezzando il cane che fino a poco fa sembrava essere stato posseduto da qualche demone che solo lui conosceva.
"Non è facile da gestire un ragazzone come questo, eh?"
"Eh sì, è abbastanza un'impresa"
"Posso immaginare..."- disse lui, facendo dei dolci grattini dietro le orecchie morbide e pelose del cane fulvo.
"Come si chiama?"- chiese lui con un sorriso gentile sulle labbra, alzando lo sguardo verso T/n.
"Max"- rispose brevemente lei, sorridendo leggermente a sua volta, contagiata dall'atteggiamento familiare di lui.
"Max, eh? È proprio un bel cane, devo ammetterlo"- replicò sempre mostrando i suoi denti dal taglio regolare quasi da sembrare finto. Lu si rialza in piedi, dando un'ultima carezza in testa all'animale.
"Buona passeggiata allora. Tira un urlo se il giovanotto inizia di nuovo a strattonare, così arrivo di corsa"- disse lui con tono scherzo e leggero, tagliando corto nel notare l'imbarazzo nell'atteggiamento dell'altra, riuscendo però a farla ridacchiare.
"Puoi contarci"- rispose lei con tono altrettanto spensierato, tirando un po' il cane verso di sé per incitarlo a ripartire e finire la camminata più movimentata del solito.
"Ciao, e ancora grazie"- disse la ragazza, voltandosi e accennando un sorriso educato per salutare il giovane.
"Di nulla..."- replicò lui con un tono cortese, iniziando a camminare in direzione opposta rispetto all'itinerario della ragazza.
Entrambi i giovani, per il resto del proprio tragitto, non poterono fare a meno che ripensare all'accaduto, ognuno di loro con un piccolo sorriso stampato sulle labbra. Lei per la gentilezza di lui, lui per l'educazione e la timidezza quasi tenera di lei.~nota autore~
Salveee, incredibilmente sono ancora viva. Non ci credo neanche io. Scherzi a parte, questo è il primo capitolo di una nuova storia. L'avevo in testa già da un po', però non prendevo il verso per iniziare a scrivere (anche perché sono pigra). Se ti è piaciuto e sei curios* di sapere come continuerà, beh, una stellina al capitolo sarebbe molto gradita 😊💕. Arrivedorci~~