Capitolo 7 - Stazione Radiofonica

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Quando la mattina dopo mi svegliai Alastor se n'era già andato

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Quando la mattina dopo mi svegliai Alastor se n'era già andato. Di fretta forse aveva lasciato la sua valigetta davanti alla porta dimenticandola. Che stesse cercando di evitarmi? Perché mai? Non era un bambino e se aveva un problema con me poteva dirmelo.

...E credimi, se mi desse fastidio te lo direi chiaro e tondo senza giri di parole...

L'aveva detto lui con le sue labbra...labbra che quel giorno mentre ero tornata da lavoro quando Alastor dormiva sdraiato sul divano avrei potuto baciare. Ma no!
Cercai di non far prendere il controllo da quel pensiero e di non far emergere la mia vena da adolescente innamorata. Durante la colazione da sola però non riuscivo a non pensare a perché si comportasse in questo modo. Diamine era letteralmente più di un mese che abitavo con lui nello stesso spazio vitale e per una piccola discussione non mi meritavo nemmeno un semplice 'buongiorno'? Non valevo davvero niente per lui? Neanche come amica?

...Charlie così esploderai se continui a farti così tante domande...

La mia coscienza aveva ragione non potevo continuare a soffrire e rattristarmi l'umore per un uomo, la sofferenza che si provava alla fine era tanta e io lo sapevo. Certo che lo sapevo. E avevo promesso alla me del passato che non avrei mai dovuto provare una sofferenza simile un' altra volta. Non potevo deluderla così miseramente, per un secondo alzai gli occhi dalla mia posizione con la testa appoggiata ad un braccio (mia solita posizione mentre penso), le cinque e mezza, Alastor sarebbe andato in onda tra mezz'ora e non aveva la valigetta con i fogli che gli servivano
Mi affrettai per vestirmi e a rendermi presentabile e chiudendo la porta di casa corsi alla stazione radiofonica dove lavorava Alastor. Era sullo stesso tragitto della compagnia d'arte quindi non fu difficile individuarla mentre avanzavo con i piedi.

...Qui è quindi dove lavora Alastor...

Era un edificio vecchio almeno di metà ottocento con un insegna elegante in legno che diceva "Stazione Radio" con una freccia che indicava il palazzo. Il portone in legno scuro e massiccio era così pesante che quasi non riuscii ad entrare la valigetta schiacciandola. Per fortuna un ragazzo mi aiutò a tenere la porta. Prima che se ne andasse  lo bloccai "Mi scusi il disturbo ma mi saprebbe dire dove sono gli studi di registrazione?" Mancavano dieci minuti e Al probabilmente non si era nemmeno accorto di aver dimenticato a casa la valigetta.
"Eeemh...si deve salire le scale e sono i fondo al corridoio a destra ma la avverto che stiamo per andare in ond-" "Perfetto grazie mille per l'aiuto" neanche il tempo di farlo finire che sfrecciai come non mai su per le scale ma quando arrivai davanti alla porta vetrata degli studi di registrazione mi bloccarono due uomini chiedendomi di uscire. Davanti a loro ero così piccola che era impossibile vedermi, ma Al era proprio dietro la porta dalla parte della regia nello studio che parlava con la sua assistente degli uomini.

Cercai di scostarmi da loro e di passare avanti per bussare alla porta. Fortunatamente Al alzò gli occhi sentendo la porta bussare e mi vide. Mi stavano strattonando via quando lui si avvicinò di corsa alla porta scalzandoli da me e prendendomi per le braccia. Il suo calore mi si diffondeva per tutto il corpo mentre sfiorava con il suo tocco delicato le spalle "Charlotte perché sei......oh...capisco non dovevi disturbarti" abbasso gli occhi e si accorse della valigetta che avevo in mano "Oh no Al tranquillo io...ehm è che non avevo neanche il turno oggi quindi ehehe mi ha fatto piacere aiutarti" in quel momento avrei voluto dirgli cosa pensavo e chiedergli perché quella mattina non mi avesse salutato ma non potevo fare la bambina capricciosa che doveva sapere tutto.

...Forse ha avuto dei problemi a lavoro, o forse gli do fastidio?...

Gli porsi la valigetta e lui invece di prenderla mi mise un braccio sulle spalle e mi portò a con passo lento davanti alle persone con cui stava parlando "Charlotte lei è Mary la mia fedele assistente e lui è Nelson il mio manager, signori lei invece Charlotte la mia coinquilina" per un momento mi si congelò il cuore. Coinquilina? Perché si era fermato a quella parola e non aveva detto che eravamo amici? Ero qualcosa di più allora per lui? O gliel'aveva già detto? Non feci in tempo a parlare con
Alastor che Mary mi portò nella sala della regia facendo mi sedere su una sedia. Mi guardava con aria disgustata e disturbata come se la mia presenza le desse fastidio, ma d'altronde non si comportava diversamente dalla maggior parte delle altre ragazze "Senti bambolina io lo so come sono quelle come te e sappi che Alastor lo fa solo perché è gentile" "Ma io infatti no-" "Sta zitta e non fiatare sta iniziando"Alastor era entrato in onda ma non mene accorsi mentre osservavo con occhio attento tutto quello che mi circondava.

Dalle apparecchiature alla struttura interna della stanza che dava la stessa sensazione di calore e conforto che mi dava la casa di Alastor.

...Ora capisco perché ad Al piace così tanto lavorare qui...

Aspettai sei ore prima che il podcast finisse, mentre tra una pausa e l'altra scendevo con Alastor al bar per prendere un cappuccino e lui il suo solito caffè amaro americano. Non riuscivo proprio a capire come facesse a bere quella roba...ma era ciò che lo rendeva così, così perfetto.

Una volta usciti tornammo a casa insieme e per una buona parte del cammino non mi disse niente "A-Alastor?" "Si cherì?" Era la prima volte che mi chiamava così "Perché sei andato via così presto stamattina?" non ero ancora convinta di chiedergli perché fosse tornato tardi...altrimenti avrei fatto una domanda a vuoto come quando Al non vuole rispondere "Mh. Hai ragione, che scortese non ti ho salutato adeguatamente questa mattina..."
Si fermò, mi squadrò per un attimo per poi prendermi il viso tra le mani calde avvicinandosi. Si fermò per un minuto che poteva essere descritto come un'ora piena e insieme a lui anche il mio cuore si fermò. Mi diede un ultimo sguardo prima di chiudere gli occhi e darmi un bacio sulla guancia. Un bacio che per me sembrava essere durato una vita. Sì stacco dalla presa e prima di entrare nel portone del palazzo si girò di nuovo e mi disse qualcosa

"Prendilo come un ricambio da parte mia"disse prima di lasciarmi sola fuori dal portone

Spazio autrice
Hey lettori! Oggi un capitolo lungo e finalmente sappiamo dove lavora il nostro conduttore preferito! Se riesco pubblico anche il capitolo otto nel weekend così che ci siamo con i tempi e pubblico un capitolo a settimana. Non ho molto da dire il che è strano...anche se penso che il capitolo parli già da solo. Quindi io vi aspetto per il prossimo capitolo!
Diletta

Diecimila battiti [ Charlie x Alastor ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora