La luce del sole filtrava attraverso le tende, svegliandomi delicatamente. Era il giorno di Natale, una festività che da sempre mi faceva sentire un leggero nodo allo stomaco. Tutti festeggiavano con la propria famiglia, ma io non ne avevo mai avuta una vera, e quel pensiero continuava a pesarmi. Mi mossi piano, cercando di non svegliare Gabriel che dormiva ancora profondamente accanto a me.
Con un gesto lento, mi alzai dal letto, indossai le mutandine e avvolsi il mio corpo nudo nella mia lunga vestaglia nera. Scivolai fuori dalla stanza, ancora assonnata, e scesi le scale fino alla cucina."Buon Natale, Sofia," mi salutò Marlene con un sorriso debole appena entrai in cucina. L'odore di biscotti appena sfornati riempiva l'aria.
"Buon Natale," risposi, cercando di nascondere la tensione che ancora sentivo nelle spalle. Afferrai uno dei biscotti e lo addentai, assaporandone la dolcezza. "Chi verrà oggi?" chiesi, cercando di rompere il silenzio con una domanda leggera, anche se l'atmosfera sembrava già carica.
"Tutta la famiglia..." rispose lei, ma il suo tono non aveva nulla di festoso. Le sue parole furono come una spina nel fianco, ruvide e cariche di malinconia. Mi fermai un attimo, fissandola mentre continuava a mescolare con gesti meccanici, quasi per distrarsi.
"Va tutto bene?" le chiesi con cautela, avvicinandomi per posare una mano sulla sua spalla. Il contatto era leggero, ma sentii il suo corpo irrigidirsi leggermente sotto il peso della mia domanda.
"È solo che... non è Natale senza mio marito." Le sue parole erano un sussurro, ma la forza con cui mi colpirono fu devastante. Sentii un groppo formarsi in gola, come se la sua tristezza si fosse riversata su di me. Guardai il suo viso segnato dal dolore, e per un attimo non trovai le parole.
"Lo so," dissi alla fine, con voce bassa. "Ma lui vorrebbe vederci felici, oggi più che mai. Vuole che continuiamo a vivere." Le diedi un bacio leggero sulla guancia, sperando che quel gesto potesse portarle anche solo un frammento di conforto.
Lei si voltò a guardarmi, gli occhi lucidi ma pieni di una dolcezza che mi spezzò il cuore. "Stai vicina a Gabriel oggi," disse, quasi come un avvertimento. "Non sarà facile per lui."
Annuii, consapevole del peso che quel giorno avrebbe portato con sé. "Sempre," risposi con fermezza, promettendo a me stessa di non lasciarlo affrontare quella tempesta da solo.L'abbracciai forte, sentendo il suo corpo fragile tra le mie braccia, come se un altro respiro di troppo potesse spezzarla. Poi tornai lentamente a sedermi sullo sgabello, osservando Marlene riprendere il suo lavoro con la stessa precisione di prima, ma con un dolore che ormai conoscevo bene.
"Vai a vestirti, tra poco scenderà Grace," disse Marlene con un sorriso malizioso, puntando lo sguardo sulla mia vestaglia. Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossi scoperta sotto quel sottile strato di stoffa. I suoi occhi brillavano di divertimento mentre mi guardava, e il calore mi salì immediatamente alle guance. Sgranai gli occhi, sentendo l'imbarazzo farsi strada dentro di me. "S-si v-vado," balbettai, cercando di mantenere un minimo di dignità, ma era impossibile. Mi voltai in fretta, sentendo il suo sguardo seguirsi mentre si lasciava andare a una risata leggera.
Affrettai il passo, quasi scappando dalla cucina, ma non riuscii a evitare di sorridere anche io, nonostante l'imbarazzo.
Salii velocemente in camera mia, chiudendomi dietro la porta con un sospiro di sollievo. Mi avvicinai al bagno e aprii l'acqua della doccia, lasciando che si scaldasse mentre mi spogliavo lentamente. Una volta sotto il getto dell'acqua, sentii subito i muscoli contratti sciogliersi, come se ogni goccia portasse via lo stress accumulato.L'acqua tiepida scivolava lungo la mia pelle, avvolgendomi in un abbraccio confortante. Chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare da quella sensazione di sollievo, mentre la mente si svuotava. Per un momento, tutto sembrava fermarsi: il mondo, le preoccupazioni, le aspettative. Era solo io e quel calore rigenerante.
Dopo una lunga doccia calda, mi avvolsi nell'asciugamano morbido e rimasi qualche istante a godermi il calore che mi rilassava i muscoli. Mi asciugai con calma, poi scelsi un maglione bordeaux dal tessuto soffice che mi avvolgeva in un abbraccio caldo e lo abbinai a una gonna nera che sfiorava le mie gambe a metà polpaccio. Indossai dei collant neri spessi, per combattere il freddo di quella giornata invernale.
Mi misi davanti allo specchio, lasciando che la mia mente vagasse mentre passavo la piastra sui capelli, creando delle leggere onde che ricadevano morbide sulle spalle. Con lo stesso tocco delicato, mi truccai in modo naturale: un filo di mascara per allungare le ciglia, un po' di blush per ravvivare il viso, e un rossetto chiaro che dava un tocco di colore senza essere troppo evidente.
Soddisfatta del risultato, uscii dalla stanza e scesi giù in salone, pronta per affrontare la giornata. L'aria del piano inferiore era calda e accogliente, e il profumo di qualcosa che cuoceva in cucina mi fece sorridere.Appena Gabriel apparve in cima alle scale, il mio respiro si bloccò per un istante. Non potevo fare a meno di restare incantata dalla sua bellezza disarmante. La sua camicia nera aperta ondeggiava leggermente mentre scendeva, lasciando intravedere la maglia bianca che metteva in risalto il tono della sua pelle. Ogni suo movimento era fluido, naturale, come se tutto gli venisse spontaneo, anche essere così irresistibilmente attraente.
Il mio sguardo scivolò sui suoi jeans perfettamente aderenti, che seguivano ogni linea dei suoi fianchi e delle sue gambe. I suoi capelli scuri, spettinati con quella precisione che solo lui poteva ottenere, e la leggera ombra di barba gli davano un'aria rilassata, ma profondamente sensuale. Era una di quelle visioni che ti lasciano stordita, come se il resto del mondo scomparisse per un momento.
Il mio cuore iniziò a battere più velocemente, come se ogni passo che faceva nella mia direzione aumentasse la mia consapevolezza di lui. Gabriel aveva quel potere su di me, un fascino magnetico che non riuscivo mai a ignorare. Quando i suoi occhi trovarono i miei, un'ondata di calore mi attraversò, e mi sentii improvvisamente vulnerabile, ma incredibilmente viva.
Era strano come, dopo tutto questo tempo, continuasse a farmi questo effetto. Ogni volta che lo guardavo, sentivo come se fosse la prima. E in quel momento, con quel sorriso sicuro, sapevo che ero persa.
Quando mi raggiunse, senza dire una parola mi prese delicatamente dai fianchi, attirandomi a sé. Sentii il suo calore attraverso il maglione, e il profumo della sua colonia mi avvolse.
"Sei uno spettacolo," mormorò sorridendo, prima di unirsi a me in un bacio dolce, sfiorando appena le mie labbra. Quel gesto, così semplice e tenero, mi fece sorridere contro le sue labbra.
"Dai, basta o mi rovini il rossetto," scherzai ridendo piano, ma gli diedi un altro bacio a stampo, incapace di resistere del tutto al suo fascino. Gabriel rise sommessamente, restando vicino, il suo sguardo che brillava mentre mi stringeva ancora un po' più forte.
Sentimmo bussare alla porta e prima che potessi muovermi, Grace scattò verso l'ingresso con l'entusiasmo tipico dei bambini. Era sempre così felice quando arrivavano gli ospiti, e quel suo entusiasmo era contagioso. Sorrisi mentre la osservavo saltellare, pronta ad accogliere chiunque fosse dall'altra parte. Mi avvicinai alla porta con calma e la aprii lentamente, un presentimento scomodo che mi cresceva dentro.
E lì, ancora una volta, c'era quella donna anziana. Ogni volta che la vedevo, qualcosa dentro di me si agitava. Era un istinto che non riuscivo a ignorare, una sensazione che mi diceva di fare attenzione. La sua figura minuta e i suoi occhi scuri nascondevano qualcosa, ne ero sicura. Non c'era nulla di apertamente minaccioso nel suo aspetto, ma c'era qualcosa di inquietante che mi faceva dubitare di lei.
Ogni volta che ci scambiavamo uno sguardo, quella sensazione si faceva più forte, come un avvertimento che non riuscivo a mettere a fuoco. Non riuscivo a capire cosa fosse esattamente, ma mi sentivo a disagio, quasi in trappola. Mi domandai se fossi l'unica a provare quel turbamento. E se non fosse chi dice di essere?
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...