25.Gabriel

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La strinsi a me, accarezzando i suoi fianchi con delicatezza. I miei occhi si soffermarono sul suo corpo, osservando ogni curva con attenzione. La luce del sole che filtrava attraverso l'acqua creava riflessi che danzavano sulla sua pelle, rendendola ancora più affascinante.
"Ti piace il mio costume?" Mi domandò sorridendomi. Con una mano, accarezzai l'elastico dello slip, lasciando che il mio tocco fosse leggero ma significativo. "Ti sta benissimo," dissi, mantenendo lo sguardo bloccato nei suoi occhi, cercando di trasmettere quanto la trovassi irresistibile. C'era un'intensità nel nostro scambio, un momento di complicità che parlava più delle parole.
Il suo sorriso, appena accennato, mi fece battere il cuore. Ogni secondo con lei sembrava congelarsi, e in quel preciso istante, nulla importava di più.
Mi accarezzò dolcemente il labbro inferiore, e il suo sorriso era di quelli che sanno svelare pensieri segreti. "Come mai mi hai portato qui?" chiesi curiosa, mentre lo osservavo mordicchiarsi il proprio labbro.

Non riuscivo a staccare gli occhi da lei, ogni curva del suo corpo mi ipnotizzava, come se fosse la prima volta che la vedevo così. C'era qualcosa in Sofia che mi faceva perdere il controllo, un desiderio di tenerla sempre vicina, di proteggerla, ma anche di perdermi in lei.

"Volevo stare solo con te," sussurrai, avvicinandomi ancora di più, finché non le girai dolcemente il corpo, facendole sentire la mia presenza dietro di lei. Lasciai che la sua schiena aderisse al mio petto, sentendo il calore del suo corpo.
"Dedicarci solo a noi," aggiunsi, abbassando la voce. Le mie mani scivolarono lentamente sui suoi fianchi, accarezzandola con la stessa cura con cui osservavo ogni suo movimento. In quel momento, il mondo esterno non esisteva più, c'eravamo solo noi, il suono dell'acqua e il battito dei nostri cuori che sembravano sincronizzati.
Le sue parole, un sussurro appena percettibile, mi fecero stringere i denti per trattenere l'emozione. "Ah sì, tu puoi avermi sempre," ansimò, con la voce che vibrava di desiderio.
Il suo respiro caldo contro la mia pelle mi fece chiudere gli occhi per un istante, lasciandomi godere di quel momento perfetto. Sentivo il battito del suo cuore accelerare, e il suo corpo si abbandonava contro il mio, come se stesse aspettando solo me. Ogni suo movimento, ogni respiro sembrava invitarmi a farla mia.
"Sempre," mormorai contro il suo collo, mordicchiando leggermente la sua pelle.
"Si, ma stare da soli è diverso, piccola," sussurrai contro il suo orecchio, lasciando che le mie mani scivolassero lentamente sul suo ventre. I miei polpastrelli sfioravano la sua pelle con una delicatezza quasi tormentosa, tracciando una linea invisibile che la faceva fremere.
Sentivo il suo corpo rispondere al tocco, il respiro che si faceva più pesante, il suo petto che si alzava e abbassava contro di me. Ogni piccolo movimento sembrava amplificato, come se l'intero mondo intorno a noi si fosse fermato.

La sentii avvolgere le braccia attorno al mio collo, mentre il suo respiro si faceva più rapido sotto il tocco delle mie labbra sul suo collo. Il suo corpo si abbandonava al mio, e quel suono soffocato che le uscì dalle labbra mi fece sorridere. Ogni suo gesto, ogni suo respiro, mi incitava a continuare.

"Ah sì?" rispose con una voce tremante, piena di aspettativa. La sua richiesta mi fece venire voglia di farle sentire quanto potessi darle di più, quanto diverso fosse davvero quando eravamo soli, solo io e lei.
"Te lo dimostrerò." sussurrai contro la sua pelle, mentre le mie mani scivolavano lungo il suo corpo, sfiorandole il ventre con lentezza.
Mi morsi il labbro, il desiderio cresceva sempre di più. Potevo sentire quanto mi volesse, ma una parte di me amava farla aspettare, farle desiderare ogni istante. La girai con decisione, prendendola dai fianchi e stringendola forte contro di me. Il suo seno premeva contro il mio petto e ogni contatto faceva aumentare la tensione tra di noi.
Le mie mani scivolarono lungo la sua schiena, fino a raggiungere il suo lato più nascosto. Le accarezzai il sedere sodo, giocando con la sua pelle morbida mentre le labbra esploravano il suo collo, lasciando piccoli baci che la facevano fremere.
"Se non siamo soli, non posso fare questo," sussurrai all'orecchio, mentre con una mano la stringevo ancora di più, sollevandola leggermente.
"Cosa faresti poi?" mi chiese, avvinghiandosi a me mentre il suo respiro accelerava. Sentivo il suo cuore battere contro il mio, e la sua domanda era carica di curiosità e desiderio.
Sorrisi mordendomi il labbro, sentendo la voglia crescere tra noi. "E poi..." sussurrai, lasciando scivolare la mia lingua sul suo collo, assaporando la sua pelle calda e morbida.
"E poi non potrei accarezzarti così," sussurrai al suo orecchio, la mia voce carica di desiderio e segreti inconfessabili. Le mie dita scivolarono lentamente tra le sue gambe, accarezzando delicatamente il tessuto delle sue mutandine del costume. La sensazione era elettrica, e ogni tocco sembrava accendere un fuoco dentro di noi.
"Mio Dio, amore," gemette flebilmente alle mie carezze, il suo corpo reagiva ai miei tocchi con una intensità che mi lasciava senza parole. Ogni parola usciva dalle sue labbra come un invito, un'esclamazione di quanto desiderava questa connessione tra di noi.
La sentivo avvolgersi a me, le sue braccia mi stringevano con passione mentre io continuavo a esplorare il suo corpo. La dolcezza della sua voce e il modo in cui rispondeva alle mie mani mi facevano perdere la testa.

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