27.Gabriel

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La mattinata trascorse in modo tranquillo e rilassato, tra massaggi e risate leggere. Era proprio quello di cui avevamo bisogno: un po' di tempo solo per noi, lontano da tutto, immersi nella quiete. Ci sentivamo finalmente liberi da ogni pensiero, come se il mondo esterno non potesse toccarci. Ogni momento era perfetto, e la pace che trovavamo insieme era esattamente ciò che cercavamo. Dopo aver pranzato fuori, decidemmo di tornare a casa per prepararci alla festa di Capodanno organizzata dalla madre di Theo. Le sue feste erano sempre incredibili, sembravano veri e propri Gala, pieni di eleganza e stile.

Parcheggiai l'auto nel vialetto e entrammo in casa. Mia madre era distesa sul divano, immersa in un meritato riposo. Feci un cenno a Sofia di fare silenzio. Mia madre aveva dato tanto per tutti noi, e la quiete che vedevo sul suo volto era qualcosa che desideravo da tempo. Accanto a lei c'era Grace, la piccola dormiva profondamente, e il suo sorriso sereno mi ricordava quanto fosse importante. Da quando era entrata nelle nostre vite, avevo smesso di vedere quelle lacrime che spesso solcavano il volto di mia madre. Grace l'aveva riportata a sorridere, e per questo le sarei stato sempre grato.
Perso in quei pensieri pieni di gratitudine e malinconia, sentii le labbra di Sofia sfiorare le mie. Quel bacio mi riportò alla realtà, facendomi sorridere dolcemente verso di lei.
"Andiamo a prepararci," sussurrò con un altro bacio leggero. Annuii, e ci dirigemmo nelle nostre stanze.
Dopo una doccia calda e rigenerante, iniziai a cercare qualcosa di adatto per la serata. Trovai un completo nero classico, con una camicia bianca semplice. Non indossai la cravatta, preferendo un look più casual ma elegante. Sistemai i capelli portando il ciuffo di lato, controllai il mio riflesso un'ultima volta e uscii dalla stanza.
Sofia era già pronta. Quando la vidi, mi si bloccò il respiro per un momento. Indossava un vestito che le arrivava a metà coscia, aderente, che metteva in risalto le sue curve con una perfezione quasi provocante. Mi avvicinai a lei e la presi per i fianchi, il calore del suo corpo contro il mio.
"Non stiamo esagerando con tutta questa bellezza?" le domandai con un sorriso, prima di baciarla.
"Io? Ma ti sei visto? Quanto sei bello?" rispose, stringendo i bordi della mia giacca e sistemandomi il colletto con un gesto affettuoso.
"Vogliamo andare, mia regina?" dissi inchinandomi leggermente e porgendole la mano con un sorriso malizioso.
"Da principessa a regina, stiamo facendo progressi," sorrise, mordendosi il labbro inferiore.
"Beh, Rapunzel diventa regina alla fine, no? E io sarò il tuo re," dissi, accarezzandole il collo mentre lei mi avvolgeva la vita con le braccia.
"Il mio re." sussurrò con dolcezza, baciandomi.
Scendemmo al piano di sotto e uscimmo insieme, dirigendoci verso la mia auto. Quando tirai fuori le chiavi, un'idea mi attraversò la mente e gliele mostrai con un sorriso malizioso.
"Vuoi guidare tu?" le chiesi, sventolandole davanti a lei.
Mi guardò con un misto di sorpresa e sospetto, poi rise divertita. "Tu che mi chiedi di guidare la tua auto? Hai la febbre per caso?" disse, posandomi una mano sulla fronte per controllare, con quel suo tono scherzoso che mi faceva sempre ridere.
Alzai gli occhi al cielo. "Quando la smetterai di fare la cretina? Guarda che cambio idea," la minacciai, trattenendo un sorriso.
"No, no, no!" esclamò subito, riempiendo il mio viso di piccoli baci veloci prima di strapparmi le chiavi dalle mani con un gesto rapido. Saltellò fino al posto di guida come una bambina felice, facendo apparire sul mio viso un sorriso ancora più grande.
Mi sistemai comodo nel sedile, osservando il modo in cui guidava. C'era qualcosa di magnetico nei suoi movimenti, ogni piccolo gesto sembrava studiato per attirarmi. Mentre percorrevamo la strada, lasciai la mia mano scivolare la mia mano sulla sua coscia, stringendola con un leggero tocco che sapevo avrebbe fatto effetto.
Lei si irrigidì per un istante, poi rilassò le gambe, lasciando che la mia mano trovasse il suo posto. Mi avvicinai lentamente, esplorando con le dita, e il suo respiro divenne più rapido, come se ogni mia carezza fosse un comando al suo corpo. Era difficile non sorridere davanti a quel potere silenzioso che avevo su di lei.
"Ti piace, vero?" le sussurrai, con voce bassa, volutamente provocante.
Senza staccare lo sguardo dalla strada, le sue labbra si mossero appena. "Se continui così, finirò per fare un incidente."
"Allora meglio che tu mantenga il controllo," dissi, facendo scivolare le dita un po' più in alto, fino a sfiorare un punto che la fece trasalire visibilmente. Il semaforo divenne rosso e la vidi rilassarsi contro il sedile, come se aspettasse quel momento per cedere completamente.
Il piacere era evidente nel modo in cui il suo corpo reagiva ad ogni piccolo movimento delle mie dita. Lei socchiuse le labbra, mordendosi appena il labbro inferiore, e io mi persi nella sua espressione.
"Sei così bella quando lasci andare tutto," le dissi, posando un bacio sul suo collo, sentendo i suoi gemiti soffocati contro la mia pelle.
"Non ti è bastato questa mattina?" Guardai il modo in cui ansimava, ogni respiro spezzato che lasciava uscire mi faceva capire quanto forte fosse l'effetto che le facevo. Era incredibile vedere come il suo corpo rispondesse al minimo tocco, come se fosse stato creato apposta per me.
Le sue mani tremavano lievemente mentre cercava di mantenere il controllo , ma ogni mio movimento le strappava un altro gemito, un altro respiro affannoso. Era chiaro che stava lottando per mantenere il controllo, ma sapevo di aver già vinto quella battaglia.

"Non sto facendo nulla." Spostai delicatamente le mutandine con un dito, mentre con l'indice cominciai a esplorare, accarezzando quella parte sensibile di lei che sembrava rispondere a ogni mio tocco. Sentii il suo corpo in tensione, il suo respiro accelerare, come se ogni movimento che facevo la portasse a un livello più profondo di desiderio. L'aria tra noi si carica di un'energia palpabile, e ogni volta che le labbra si piegavano in un leggero gemito, capivo che avevo il potere di crearle del piacere intenso Mugolò stringendo piano il sedile tra le sue mani, il suo corpo reagiva al mio tocco in modo irresistibile. Lentamente, inserii due dita dentro di lei, sentendo il calore e la morbidezza che mi avvolgevano. Mentre il mio pollice si muoveva con delicatezza, massaggiando la sua parte più sensibile, notai come il suo respiro diventasse più profondo e affannoso. Ogni impulso sembrava portarla a un livello più intenso di piacere, e il modo in cui il suo corpo si adattava al mio tocco era semplicemente ipnotico.
"O-o-oddio Gabriel." Urlò il mio nome, e il suono era musica per le mie orecchie, l'unico modo in cui desideravo sentirlo uscire dalle sue labbra. Ogni sillaba era carica di emozione, e mi spinse a intensificare i miei movimenti. Tornai a fare movimenti circolari, seguendo il ritmo del suo respiro, mentre il piacere cresceva tra di noi. La connessione si fece più profonda, e capii che ogni gesto che compivo la portava sempre più vicino a un punto di non ritorno.
"Sei completamente fradicia piccola." Sussurrai mordendole il lobo, il mio gesto fu tanto dolce quanto audace.
La sensazione delle mie labbra sulla sua pelle sembrò accrescere la tensione tra di noi, come se ogni bacio, ogni morso, fosse un modo per comunicare il desiderio che ardeva dentro di me. I suoi gemiti si mescolavano al mio respiro, e quel momento divenne un'intensa danza di passione e intimità, in cui solo noi due esistevamo.
"È-è colpa tua." Disse gemendo a scatti, il suo corpo tremava sotto le mie carezze. Feci slittare le mie dita tra le sue labbra, che la avvolgevano alla perfezione, e inserii nuovamente le dita dentro la sua fessura. Le sue carni calde mi avvolgevano, stringendosi attorno a me, creando una sensazione di eccitazione indescrivibile. Aumentai la velocità delle mie dita, seguendo il ritmo del suo respiro mentre le mie labbra si posarono sul suo collo, tracciando un sentiero di baci e morsi delicati, amplificando il piacere che entrambi stavamo vivendo.
"Oh cazzo." Vidi il suo petto sollevarsi a ritmo del suo respiro, affannoso e irregolare. La tensione nell'aria era palpabile, e ogni suo gemito mi faceva capire quanto stesse perdendo il controllo.
Continuai così per un po', dedicandomi a quel momento intenso, finché finalmente la sentii cedere, lasciando che il piacere la travolgesse, facendola venire sulle mie dita.
Il semaforo tornò verde, ma la mia mente era ancora concentrata su di lei. Ritirai la mano con un ultimo tocco, portando le dita alla bocca con un sorriso malizioso. "Hai un sapore incredibile." Lei arrossì, incapace di nascondere l'effetto che avevo su di lei, e cercò di riprendere il controllo.
"Scommetto che ti stavi annoiando," disse ancora con affanno, il suo respiro affannoso tradiva l'emozione che provava.
"Può darsi. Quando mi annoio, mi piace crearti del piacere," risposi, il mio sguardo fisso nei suoi occhi, con un sorriso malizioso che non potevo trattenere.
"Annoiati più spesso allora," disse, mordendosi il labbro inferiore in un gesto seducente che mi fece perdere la testa.

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