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Teneva saldamente Fishbones tra le braccia mentre continuava a correre senza meta precisa. I vicoli non erano mai stati così gelidi e deserti per lei. Strizzava gli occhi in continuazione per mandare via quelle voci che la tormentavano da anni, con aggiunta di quella di Silco, il defunto padre che lei aveva ucciso poche ore prima.
Andò a sbattere contro un muro e cadde in ginocchio a terra. In preda alle lacrime e l'agitazione lasciò cadere la sua arma per terra appoggiandosi al muro con le braccia, come se lo stesse abbracciando. Nessuno era lì per lei ora, non c'era Vi, non c'era Silco, era rimasta completamente da sola.
Un occhio amico la guardava dall'alto, nascosto come meglio riusciva a fare, silenzioso come un gufo. Gli fece pena vederla in quello stato. Sapeva tutto, sapeva cosa aveva fatto e in qualche modo lei si meritava il suo rispetto per questo.
Lentamente scese con il suo skateboard volante, senza farsi notare. Atterrò davanti a lei, la quale continuava a piangere come una bambina a cui è stato portato via il suo gioco preferito. Jinx alzò gli occhi verso la figura davanti a lei, ancora ansimando per il pianto irregolare.
<<Tu non dovresti essere morta?>> Le chiese Ekko, abbassandosi alla sua altezza, poggiando un ginocchio per terra. Jinx lo guardò, strizzando gli occhi per capire se se lo stava immaginando oppure era davvero davanti a lei, vivo.
Ekko la guardò, spostando la testa di lato per ammirarla meglio e subito notò i suoi occhi viola, pieni di shimmer. Sospirò deluso, mettendosi una mano sulla fronte.
<<Tu dovresti essere morto, piccoletto.>> Finalmente rispose Jinx con una risatina, mascherando la tristezza e disperazione che combattevano dentro la sua testa.
<<Suppongo che abbiamo avuto fortuna entrambi in questo ambito.>> Continuò lui con tono ironico. <<Che ci fai qui.>> Le chiese ancora.
Jinx lo guardò, appoggiandosi di schiena al muro. <<Ho fatto proprio un bel casino.>>
<<Questa non mi è nuova.>> Ekko si alzò, porgendole la mano, invitandola a fare lo stesso. Jinx la prese, alzandosi. Le sue lunghe trecce azzurre si muovevano dietro al suo corpo ad ogni movimento che faceva.
<<Perché sei qui, non ho voglia di combattere ora>> Jinx lo guardò, spostandosi lievemente da lui.
Ekko si portò indietro i dread bianchi, facendo uno sbadiglio.
<<Quanto parli. Sono qui perchè credo che tu sia disposta a farti salvare, ora.>> Le rispose. Jinx non fece a meno di ridacchiare per quella "battuta".
<<Il ragazzo salvatore>> Ripeté lei con tono ironico.
<<Che vuole prendersi cura di te almeno per una sera, se ovviamente gradisci.>> Continuò lui, guardandola.
Lei si portò le dita sugli occhi, strusciandosele contro ripetutamente mentre annuiva.
Il covo di Ekko era bellissimo, l'albero enorme pieno di vita le sembrava qualcosa di innaturale, lo ammirava impressionata. Il ragazzo si sedette accanto a lei, porgendole una tazza di una qualche bevanda calda, la quale Jinx accettò volentieri.
Sorseggiò il liquido, chiudendo gli occhi e assaporandolo mentre Ekko le sistemava la coperta sulle spalle. <<Hai fatto tutto da solo?>> Gli chiese.
Ekko guardò l'albero a sua volta, facendo un sorriso. <<Sono stato aiutato, ma l'idea di creare un rifugio sicuro per chiunque ne avesse avuto bisogno era il mio obiettivo.>>
Jinx fece un altro sorso dalla tazza, la sua attenzione ora catturata dal murales con dipinti sopra volti familiari. Non fece a meno che guardare il suo ritratto, o almeno, quello che ritraeva una bambina spensierata e vivace com'era all'epoca.
Ekko notò dove la sua attenzione era concentrata e indicò i vari ritratti. <<Lì sono ricordate tutte le anime prese dallo shimmer o da Silco stesso.>> Le spiegò.
Jinx fece una risatina, stringendo la tazza calda. <<Eppure Powder non è morta.>>
<<Ma Silco l'ha portata via.>> Ekko la corresse, il tono serio.
La ragazza si girò verso di lui, guardando bene la sua espressione, i suoi occhi.
<<Silco è morto e Jinx con lui.>> Gli annunciò, come se tutti i presenti in quel covo potessero sentirla.
Ekko la guardò, notando la sincerità nei suoi occhi.
<<E ora chi c'è al posto di Jinx?>> Le chiese come se sapesse già la risposta.
Jinx stette in silenzio, appoggiando la tazza sul muretto dove erano entrambi seduti.
Ci fu un lungo silenzio tra i due, silenzio che fu interrotto dalla ragazza stessa.
<<Tu non te ne andrai, vero?>> Era più come se volesse sentirselo dire da qualcuno, qualcuno di cui lei si fidava.
<<Non l'ho mai fatto.>> Rispose lui, appoggiando il braccio sulle spalle di lei, la quale si avvicinò al suo petto, lasciandosi cullare da quella presa fidata che tanto le era mancata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09 ⏰

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