LA PROVOCAZIONE

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"Incedi Michele,
cosa aspetti lì sull'uscio?"
gli domandò infine con malcelata insofferenza dopo averlo scorto sostare all'ingresso della sala del trono in un silenzio contrito.
Aveva bussato timidamente ed al suo cenno di assenso era entrato rintanandosi in quell'angolo come un ratto senza dire nulla,
le braccia conserte sul petto come se fosse sulla difensiva.
L'Arcangelo aveva un'espressione terrea ed avanzò esitante,
nonostante la sua sollecitazione irritata.
Era senz'altro un figlio fedele,
ma la sua incertezza ed il suo enfatico rispetto erano frustranti fino a diventare opprimenti e gli facevano rimpiangere inesorabilmente quei suoi figli ribelli, se non altro per la loro autonomia ed iniziativa.

"Cosa c'è, Michele?"
lo sollecitò ancora,
al limite della sopportazione.
L'opacità dei suoi occhi sfuggenti gli rivelava che qualcosa di molto grave stava accadendo e che indugiava perché teneva la sua reazione.
Socchiuse quella sua bocca cesellata per parlare,
ma si bloccò ancora.
"Michele!"
tuonò furente, satollo dell' impazienza trattenuta troppo a lungo.

"Padre, c'è un'epidemia dilagante al nord"
finalmente si decise ad informarlo e lui esalò un sospiro di sollievo.

"E tu osi disturbarmi solo per..."
sibilò esasperato, ma fu interrotto prima che potesse concludere la sua invettiva.

"E una carestia a nord - est.
E un'alluvione, un terremoto e..."
elencò meticoloso.

Il creatore balzò in piedi e si diresse verso di lui rapidissimo.
Lo afferrò per le spalle, scuotendolo come una bambola rotta per interrompere il suo manieroso ed affettato inventario di sciagure.
"Tutto contemporaneamente? Questo non è possibile!
Deve essere qualcosa organizzato da .."

"..da Satanaehl"
lo interruppe Michele in un sussurro arretrando di un passo come a volersi sottrarre dalla sua ira e lui lo osservò con uno sguardo penetrante, gli occhi stretti in due fessure scure.

Già... Satanaehl.
Quel ragazzo era davvero una spina nel fianco.

"Dei diversivi..."
commentò angosciato.
"Ma perché?
Perché scomodarsi ad organizzarne così tanti e simultanei,
se non per dirottare e decentrare le nostre forze e distrarci da qualcosa di molto più importante...?"

"Purtroppo l'abbiamo già scoperto, padre"
mormorò Michele tentennando.

Lui ringhiò feroce il suo disappunto tra le labbra arricciate dalla rabbia.
Lo afferrò per la collottola come un gattino con un gesto di stizza, sollevandolo da terra di diverse spanne.

"E perché cazzo non me l'hai detto subito, huh?"
gli urlò furioso alitandogli ad un centimetro dal viso.
"Parla,
maledizione!"
lo incalzò.

"Perché si tratta di Azraehl"
si convinse a confessare,
come se questo fosse sufficiente a giustificare la sua esitazione.
Come se trattandosi di lui,
questo potesse essere un alibi tale da giustificare la sua titubanza.

Ed in effetti era proprio così.

Lui sussultò violentemente,
come colpito da un ceffone in
pieno viso.
Lo abbassò lentamente sino a che la pianta dei suoi piedi toccò di nuovo il pavimento e Michele arretrò tremante.
Il creatore si girò con un'espressione confusa e si diresse senza dire una parola verso il suo scranno dove si accasciò,
come se avesse bisogno di un sostegno prima di udire il resto.
Come se temesse che gli potessero cedere le gambe o avere un mancamento solo a sentire parlare di lui.
Socchiuse gli occhi per celare la paura che vibrava sulle sue iridi ed appoggiò la schiena ed il capo alla seduta.
Si concesse lunghi e profondi respiri ed afferrò con forza i braccioli solidi del trono preparandosi a reggere il colpo.
Come se avesse mai potuto prepararsi.
Come se avesse mai potuto essere davvero pronto, quando si trattava di quel suo figlio prediletto.

"Dimmi che cosa succede"
finalmente parlò,
questa volta con un tono dimesso e quasi implorante.

Michele da vile qual era approfittò della sua evidente debolezza per sentirsi spavaldo e questa volta intervenne senza bisogno di essere spronato.
"Supponiamo che Satanaehl abbia organizzato questi diversivi per accompagnare Azraehl in un luogo"
iniziò a raccontare dopo diversi secondi, come se si fosse preso del tempo per selezionare con cura le parole da usare.
Si fermò ancora e si schiarì la voce.

"Sciocchezze.
I demoni non hanno bisogno di creare diversivi per spostarsi, tantomeno Satanaehl o Azraehl.
Sono stati banditi dal Paradiso,
ma nell'altra dimensione non sono in prigione.
Hanno già pagato per i loro peccati"
affermò lui senza energie.

"Forse non mi sono espresso correttamente...
supponiamo che in realtà Satanaehl lo stesse scortando.
Azraehl ha trovato il suo Zahir"
confessò infine senza alcun giro di parole.
Non c'era alcun modo per aggirare quella dura rivelazione.
Ed in qualche modo Michele godette di poter finalmente sminuire quel fratello prediletto che con la sua luce aveva sempre abbagliato suo padre a suo discapito, privandolo del suo affetto e della sua ammirazione.
Mettendolo in ombra.

Il Creatore fu freddato da quella cruda rivelazione, la bocca socchiusa in un'urlo muto e gli occhi sgranati dall'orrore.

In millenni non si era mai verificato.
Mai.
Perché doveva accadere proprio ad Azraehl, il suo figlio speciale e prediletto?
Perché?

Tutte le illusioni dolceamare che si era costruito di riuscire un giorno a riaverlo per sé,
di riuscire con le buone o con le cattive a farlo tornare prima o poi...erano svanite nell'immediatezza di quell'unica breve parola.
Zahir.
Lo Zahir era uno spartiacque invalicabile.
Neppure lui,
il creatore,
il Deus ex machina di tutto il creato poteva intervenire su questo evento.
Era qualcosa che andava oltre persino i suoi poteri e le sue competenze e poteva limitarsi soltanto a prenderne atto,
se non addirittura ad accettarlo.
"Nulla posso contro il suo Zahir"
ammise annichilito ricadendo come un sacco vuoto sulla seduta del suo scranno.

Michele attese pazientemente che lui metabolizzasse quella notizia per poter dire la sua.
Perché da avido arrivista qual era, da figlio non amato e del tutto inetto rispetto ai compiti che suo malgrado gli erano stati affidati soltanto in virtù del suo essere il primogenito, lui aveva già ordito la sua vendetta.
Aveva già macchinato come approfittarne tentando disperatamente e tristemente di essere finalmente visto ed apprezzato da quel padre distaccato e sfuggente che pareva averlo sempre disprezzato.

"Padre, non ti crucciare"
lo consolò prendendo un inconsueto coraggio,
avvicinandosi al suo cospetto di qualche passo.
Lui non parve udire le sue parole di rassicurazione o le ignorò volutamente.
"Ci ho pensato già io"
aggiunse con un'espressione tronfia, il petto gonfio di un inconsueto orgoglio.

Il creatore si irrigidì ed alzò subito il capo di scatto, lo sguardo allucinato puntato su di lui.
"Cos'hai fatto, Michele?"
indagò preoccupato.

Le labbra sottili di Michele si piegarono in un sorriso crudele e cinico.
"Ho radunato di nuovo tutte le truppe e le ho deviate immediatamente là non appena ho saputo.
Proprio ora mentre stiamo parlando stanno circondando il territorio e al mio segnale attaccheranno il branco"

Il creatore radunò tutte le forze che sembravano averlo abbandonato fino ad un attimo prima e si alzò di scatto, un'espressione indecifrabile sul viso.
"Tu cos'hai fatto??"




AZRAEHL - L' ANGELO CADUTO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora