Lilith
Lilith deriva dall'accadico Lilitu e significa "della notte". Nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile della tempesta mentre in quella ebraica fu la prima moglie di Adamo, ma poiché non si volle sottomettere al marito fu ripudiata e sostituita da Eva.
Il mio nome completo era quasi uno scherzo o meglio una presa in giro nei confronti dei devoti della Bibbia.
Lilith la versione paragonata a Satana in veste femminile, colei che non si sottomise al volere dell'uomo. Maria il mio secondo nome invece, tramandato di generazione in generazione da tempi immemori, che tra le varie forme di significato la più comune è " amata da Dio ".
Mia madre probabilmente era strafatta o voleva già prendersi gioco di me ancor prima di darmi alla luce.
Concepita a Tijuana, nata a Rio e residente un po' qui e un po' la, ma al momento potrei dire Brooklyn.
Vivevo qui con mia madre da circa quattro anni, eravamo solite cambiare stato o addirittura continente ogni tre o cinque anni, però questa volta sarebbe stata ultima anche perché ormai ero più che maggiorenne e non potevo essere obbligata a vivere con gli scatoloni in mano.
Non che voglia lamentarmi, per quello che ricordo è stato bello vedere posti nuovi, culture e persone, però non avevo radici né amici di lunga data e gli unici parenti che mi erano rimasti di cui ero a conoscenza, sono i miei nonni paterni che vivono in Italia.
Furono i cinque anni più belli della mia infanzia, ma soprattutto il paese in cui vivemmo più a lungo di tutti."Allora sei pronta?"
Con riluttanza mi alzai dal letto dove fino a poco prima ero immersa nei miei pensieri.
"Hai preparato tutto? Le valigie, i libri... hai preso abbastanza mutande e carta igienica?"
"Mamma cazzo!" Le imprecai contro cercando di togliere le sue mani dai miei bagagli.
"Non sto andando dall'altra parte del mondo la Columbia è a un'ora di macchina da qui, ricordi?"
" Meu amor"
Eccola lì, ogni volta che si sentiva offesa mia madre attaccava a parlare in portoghese, giusto perché tra tutte le lingue era quella che capissi di meno, anche perché in Brasile passai solo i miei primi due anni di vita." O que você tem?"
"Não mãe" risposi cercando di liquidarla più velocemente possibile.
Non fraintendetemi amavo mia madre, anche se a volte non la sopportavo proprio, soprattutto quando mi paragonava a lui, "hai il mio carattere, ma quando ti guardo sei tale quale a lui", queste le parole che ogni tanto nel corso degli anni le uscivano fuori senza motivo.
Mia madre è una donna sulla quarantina con capelli ondulati e ramati, carnagione tipicamente brasiliana, abbronzata tutto l'anno, probabilmente anche al polo nord lo sarebbe, e due occhi come la foresta amazzonica, di un verde brillante senza contare che per avere quasi quarantadue anni il suo corpo era pazzesco, qualsiasi dio fosse era stato enormemente gentile con lei, io invece ero l'opposto esatto.
Alta un metro e una prugna, carnagione sicuramente anemica, capelli corvini e dritti come degli spaghetti, occhi blu come l'oceano, labbra carnose e naso mignon.
Di curve non ne parliamo, perché quel giorno probabilmente mentre dio distribuiva fianchi, natiche grosse e seno super abbondante per intenderci come mia madre, io sicuramente ero in fila per il sarcasmo e le risposte del cazzo nonostante non fossi messa così male come io in realtà mi vedevo."Mi mancherai fagiolino" mi strinse a sé dandomi un bacio sulla fronte.
"Mamma, non parto per il Vietnam basta! Anzi forse era meglio..."
"Maria!" Esclamò lei dandomi un colpetto sulla spalla, mettendosi poi a ridere.
Ero stata ammessa alla Columbia per intraprendere la facoltà di medicina, si proprio quella.
L'avevo detto che ero un controsenso vivente?
Ero Lilith l'ottanta percento del tempo, il restante venti ero Maria, e quella piccola percentuale era per l'appunto la facoltà di medicina.
Per quanto fossi un terremoto, la pecora nera, ero anche in grado di essere la studentessa perfetta con i voti perfetti, l'unica pecca era il nostro conto in banca però, nonostante mia madre avesse una piccola pasticceria nel cuore di Brooklyn, era difficile far quadrare tutti i conti sempre.
L' Università mi aveva concesso una borsa di studio parziale, anche se ricopriva quasi l'ottanta percento, il problema come con me, era sempre quel venti.
Avevo messo da parte dei soldi nel tempo tra un lavoretto e altro però non bastava, infatti avrei dovuto come prima cosa trovarmi qualcosa da fare nel mentre.
Per fortuna non sarei stata sola, per quanto non fossi molto socievole, non perché me la credessi, ma perché non credevo nel genere umano di perse, le miei uniche amiche con cui avevo stretto un legame in questi pochi anni qui, entrambe sarebbero venute nella mia stessa università." Dai sbrigati che ti stanno aspettando sotto quelle due scapestrate"
Portammo le valigie di sotto e raggiunsi nell'atrio Anita e Clara che mi aspettavamo impazienti.
"Sei pronta streghetta!" Gridarono all'unisono entrambe appena mi videro.
"Sono sicura che ci divertiremo un mondo, tra feste e bambolotti nuovi"
"Anita!" L'ammonì Clara dandole un pizzicotto e lei sbuffò.
"Giusto solo medicina, nanna presto e preghiere"
Mia madre era già in panico, ma sorrise.
"Mi raccomando ragazze, fate le brave"
"Si signora Lima" rispose Clara con un ampio sorriso.
"Dai ragazze andiamo" aggiunsi ridacchiando.
Presi i miei bagagli, li misi in macchina, salutai mia madre con un lungo abbraccio e partimmo.
Finalmente potevo iniziare una nuova vita, almeno era quello che pensai.
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Locura
Mistério / Suspensefeel the fear and DO IT anyways Lilith e Ares, due mondi ben distinti, due scopi nella vita opposti. Il bene e il male, corruzione ed innocenza. Due destini in collisione, chi avrà la meglio sull'altro? Perché quando la linea tra bene e male dive...