LA TEMPESTA PERFETTA

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Michele, troppo preso dal suo irrefrenabile delirio di onnipotenza,
aveva completamente frainteso il ghigno isterico che piegava le labbra di suo padre scambiandolo per un sorriso di approvazione.

"Questa volta ho agito, padre.
Come tu mi hai sempre pregato di fare.
Questa volta non ho sprecato tempo e non sono venuto a tediarti con inutili richieste di autorizzazione"
continuò fiero di sé stesso e della propria iniziativa.

"Questa volta Michele sei davvero riuscito a stupirmi"
mormorò il creatore,
incredulo.

Lui sorrise, beandosi di ricevere finalmente un complimento e la sua attenzione.

"Tu sei riuscito a fallire anche seguendo i consigli che ti ho sempre dato.
Non pensavo fosse possibile,
ma sei ancora più inetto di quello che pensavo"
sibilò furente.

Il sorriso di Michele scomparve.

"Ferma immediatamente le truppe, mia immonda progenie!
Rettifica i tuoi ordini!
E prega che non sia troppo tardi o questa volta la pagherai carissima!"
gli urlò facendo tremare le pareti della sala.

L'Arcangelo indietreggiò incurvato sotto al peso di quelle minacce, inciampando nei suoi stessi piedi.
"Ma padre..."
tentò di ribattere disorientato.

"Cosa pensavi di fare,
huh?"
lo aggredì di nuovo osservandolo con disprezzo dall'alto in basso.

Michele si incupì,
pensando seriamente che suo padre avesse perso il senno.
Continuava a pensare ancora che la sua fosse un'idea geniale e rifiutava di mettere fine alla sua opera.
"Tu non capisci, padre"
ribatté ostinato e lui sussultò colpito dalla sua mancanza di rispetto.
"Neppure tu puoi nulla sul legame con uno Zahir,
ma non è immortale.
Se la facciamo fuori invece, aggireremo il problema e sarà finita.
Oltretutto il suo Zahir è l'Alpha di un branco di licantropi ed allo stesso modo metteremo fine al blasfemo abominio di un ruolo di comando affidato ad una donna"
lo incalzò con uno sguardo complice allucinato dall'esaltazione.

"Tu non puoi essere davvero mio figlio.
Io ti rinnego!"
consideró il creatore scuotendo freneticamente il capo.

Michele spalancò la bocca incredulo, ferito dalle implicazioni della sua insinuazione.

"Tu piccolo insetto inutile hai pensato che fosse così semplice?
Hai pensato che bastasse ucciderla per sistemare tutto,
vero?
Invece non hai affatto pensato alla conseguenze del tuo fottuto piano perfetto"
rise con amarezza e lo afferrò sgraziatamente dal pavimento su cui ancora giaceva.
"Non hai pensato che se lei muore tuo fratello impazzirà?
Huh?
Forse ne saresti stato persino contento pensando finalmente di disfartene così da non dover più soggiacere al pietoso confronto,
tuttavia non hai pensato che lui ha poteri sufficienti per distruggere il mondo intero per vendicarsi, stupido scarafaggio?
Eh?
Non hai pensato che se fai massacrare un intero branco di lupi e la sua Alpha senza neppure un motivo,
tutte le altre creature si ribelleranno e si scatenerà una guerra senza confini?
E più semplicemente non ti ha sfiorato quella mente perversa del cazzo che voi rappresentate il bene assoluto e non potete insozzarvi le mani con il sangue degli innocenti?"
gli urlò e Michele ammutolì,
vinto.

Lo fissò furente mentre iniziava ad urlare il suo comando,
poi il suo sguardo divenuto di fuoco si perse in un punto indefinito come se i suoi occhi vagassero alla ricerca dei suoi soldati.
"ANGELI DEL CREATO!
Angeli di tutte le gerarchie!
Vostro padre e creatore vi comanda di arrestarvi all'istante dovunque voi siate e rettifico qualsiasi comando vi abbiano precedentemente comunicato"
ordinò con la sua voce perpetua ed assoluta che i suoi figli avrebbero potuto udire dovunque fossero ed alla quale non avrebbero potuto sottrarsi neppure volendo.

Seguirono alcuni minuti di silenzio di cui Michele approfittò per arretrare e strisciare nell'ombra così com'era arrivato, sperando di scampare all'ira di suo padre.

"Non nasconderti come un fottuto ratto.
Ora tu li raggiungerai all'istante, Michele"
gli ordinò invece.
"E ti assicurerai che le cose vadano esattamente come io ho appena disposto"
aggiunse spietato.
"Ci metterai la faccia, Michele.
Contrito e dispiaciuto spiegherai a tutti i tuoi fratelli retti e non dell'imperdonabile errore dovuto alla tua presunzione e se non fosse sufficiente, sarai tu stesso a pagarne le conseguenze.
Perciò ti conviene essere rapido e...convincente"
decretò arcigno.

Il viso dell'Arcangelo si adombrò e la sua figura imponente parve ingobbirsi sotto al peso di quella punizione.
Si sentiva umiliato e ferito dalle parole sferzanti di suo padre,
le ennesime.
Detestava il solo pensiero di dover ammettere la sua debâcle davanti a quei suoi fratelli che già lo consideravano debole ed inadatto a quel suo ruolo di spicco,
conscio che questo non avrebbe fatto altro che sminuirlo e ridicolizzarlo ancora di più davanti ai loro occhi prevenuti.

"Mi rifiuto, padre"
si limitò a dire scuotendo il capo vigorosamente,
i pugni stretti lungo i fianchi e la mascella serrata.
"E ti chiedo la mia destituzione immediata"
aggiunse alzando il capo dignitosamente.
Era arrivato al limite,
avrebbe accettato qualsiasi condizione pur di evitare quella pubblica esposizione delle proprie mancanze.

Il creatore sorrise di sbieco.
"Tu...ti rifiuti?"
ripeté incredulo ed iniziò a ridere sommessamente.
"Tu credi davvero di averne la facoltà?
Tu pensi sul serio di poter rifuggire alle tue responsabilità e semplicemente di poterti sottrarre così?
Tu sei convinto di poter evitare il pubblico ludibrio semplicemente rifiutandoti di farlo e destituendoti dal ruolo che hai ottenuto ingiustamente solo perché sei mio figlio e non certo per alcun merito?"
incalzò duro squadrandolo come se effettivamente si trattasse di un misero insetto e schernendolo con il suo sarcasmo.

"Non mi puoi obbligare, padre.
E ti assicuro che non lo farò.
Siamo liberi, no?"
domandò improvvisamente quieto.
Era un tasto pericolosamente sensibile quello, ma sapeva che era l'unico che poteva funzionare.
"Cacciami e bandiscimi, padre.
Dopotutto pare che questo sia un metodo efficace per essere
amati da te più che essere un figlio retto ed ubbidiente.
Pare che ribellarsi e andarsene sia il metodo più rapido per farsi rimpiangere e farti miracolosamente dimenticare
tutti i propri peccati"
osò affermare con pungente ironia.

Il creatore lo osservò con disprezzo.
"Non lo farò, invece.
Non sei degno neppure di essere cacciato dal regno dei cieli, Michele"
gli rispose con inaudita crudeltà e Michele sussultò per il contraccolpo.
"Per cacciarti dovrei essere molto deluso da te.
Ma in effetti non è così.
In fondo tu sei sempre stato un fallito e un vile.
Sei sempre stato inadeguato e mediocre.
Nulla di nuovo sotto il sole, quindi.
Il tuo comportamento di oggi seppur deprecabile non è nulla più che coerente con ciò che sei sempre stato e che io ormai ho accettato"

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

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