Capitolo 8

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Emma's p.o.v.
Ci mettiamo in macchina ed in cinque minuti arriviamo a casa sua e di sua sorella. Mattia non ha parlato per tutto il tragitto, sembra nervoso. Vediamo se riesco ad estorcergli qualche informazione.
-Ehi. Cosa c'è che non va?-
Uso un tono pacato, non voglio innervosirlo ulteriormente.
-Cosa? Ah...ehm, niente.-
Si, lui non ha niente ed io sono Babbo Natale!
-Ti conosco abbastanza da poter dire che c'è qualcosa che non va. Vuoi parlarne?-
Ci riprovo.
-No... cioè... è solo che sono incazzato... nessuno dovrebbe trattarti così... non te lo meriti... insomma... io credo che sia anche colpa mia se è successo tutto questo casino...-
Lo interrompo, dicendo:- Ehi, non fa niente, sto benone. In realtà ho un po'paura, be', un po' tanta, ma non è colpa tua.- Cerco di sorridere nel miglior modo possibile.
-Si, lo vedo come stai bene, co'tutte 'e bende e i lividi!!- Sembra più arrabbiato di prima.
-Non fa nulla, è tutto apposto, è successo e basta.-
Quanto posso essere bugiarda...
-Non è vero, te lo leggo negli occhi. Non stai bene. -
-Invece si- ribatto.
-Non fa'a forte, Emma!- dice con tono presuntuoso.
Ora mi sono innervosita anch'io.
-Ma vattene, va'!!-
Alzo il tono di voce, ed esco dalla cucina, entrando nella sua stanza.
Sbatto la porta per la rabbia. Come può pensare che io sia un animale indifeso, io che sono così forte!! E no, caro!! Mi metto a camminare come un automa nella stanza. Altro che bende e lividi, non posso permettermi di mostrare neanche le mie emozioni, come vedo. Bene, sarò la maschera più apatica. Pensavo che lui mi avesse capita, e invece no!! Io, poi, non è che gli faciliti tanto le cose: sto sempre a combinare casini... Mi siedo sul letto e chiudo gli occhi. Devo cercare di fare ordine nella mia testa. Non posso assolutamente mostrarmi debole agli occhi di nessuno. Però Mattia... no!! Forse lui potrebbe aiutarmi...basta!! Pensavo fosse così anche per Stefano, per Marco, e per Fabio. Pensavo, ogni volta, che quella persona che mi stava vicino mi avrebbe aiutata, mi avrebbe salvata da me stessa e dal casino che sono. E non è stato così. Nemmeno una volta. Ed è successo già con tre persone. Non mi serve anche la quarta. Magari potrei essere sua amica. Ma, no, non ci riuscirei.
Ormai l'ho capito. Non possiamo essere semplicemente amici. Forse dovrei andarmene da qui. Sarebbe meglio per tutti. Ma poi, come andrebbe a finire? Di nuovo come prima, io e le mie pillole. No, non posso andare avanti così. Ho trent'anni, cavolo!! Devo superare questa storia!
Sento la porta aprirsi. Non mi volto a guardare chi è, tanto lo so già. Mattia viene a sedersi accanto a me, senza dire una parola. Le nostre braccia si sfiorano appena. Il silenzio è quasi imbarazzante, sento che dovrei dire qualcosa, solo che non so cosa...
-Mi dispiace- lo diciamo insieme, di botto, e poi scoppiamo a ridere cone due cretini.
-Prima tu.- L'abbiamo di nuovo detto insieme, sto ancora ridendo.
-Ok, parlo io.- dice lui, tornando serio.
Io lo guardo negli occhi, come per dirgli di continuare a parlare.
-Quando ti ho vista là, per terra, nel sangue, sembravi quasi morta. Ed io non me lo perdonerò mai, di averti lasciata sola in un momento difficile, quando avevi più bisogno di me. Forse penserai che io sia un maniaco se ti dico queste cose dopo tre giorni che ti conosco, però, quando stavi lì, svenuta sul marciapiede, con la crocchia ormai sciolta ed il viso da Angelo, ho sentito qualcosa nascere in me. Giuro che non l'avevo mai sentito. Con nessuno. E ancora non so cosa sia, però è qualcosa di forte, e non sparirà molto facilmente. So di essere stato un cretino, non dovevo prendermela con te, solo che sono impulsivo, agisco senza pensare, e rovino sempre tutto. Ho paura, paura che te ne andrai, che non potrò mai essere la tua ancora di salvezza, e che poi mi odierai per qualcosa che sicuramente rovinerá quello che siamo. È tutto così incasinato...-
Finisce di parlare ed abbassa lo sguardo. Sembra quasi... imbarazzato, come se le parole gli fossero uscite di bocca senza che lui lo volesse. Mi concentro su quello che ha appena detto. Sono completamente spiazzata. Non mi aspettavo che mi parlasse in modo tanto profondo... poi, sarà vero quello che ha detto? Gli piaccio davvero così tanto? Si, percepisco la verità nelle sue parole. Lo penso anch'io, vorrei urlarglielo, ma non so se dovrei, ha ragione lui, è tutto un casino. Anche a me piace lui, penso che ormai lo sappia, ma non so, non riesco a fidarmi completamente, c'è sempre quella vocina nella mia testa che dice "Non fidarti. Ti deluderà, come tutti gli altri."
-Allora? Non dici niente?- alzo lo sguardo dalla trapunta del letto, e vedo un'espressione triste padroneggiare sul suo viso.
-Ho paura...- riesco a dire solo questo, prima che la voce si spezzi ed un groppo mi salga in gola.
Sono costretta ad abbassare la testa, per non fargli vedere che sto quasi per piangere.
Lui, con due dita, mi alza il mento, e, costringendomi a guardarlo negli occhi, dice:- Ehi, non piangere. Sei bellissima.-
Avvampo davanti al suo sorriso incantevole e, non sapendo cosa rispondere, replico soltanto -non è vero.-
-Invece si. Sei bellissima- ripete.
-Guardami, sono bassa e con la cellulite, gli uomini preferiscono le modelle strafighe a me, sono una sfigata, mi drogo anche.-
-È vero. Però sei bionda, hai quegli occhioni da cerbiatta che ci si legge la tua storia, di quel marrone cioccolato che mi viene voglia di mangiarmeli. E poi il sorriso. Quel sorriso che mi frega sempre, ogni benedetta volta, il sorriso di chi, la felicità, se la porta nel cuore, anche se può non sembrare così. Il sorriso che vorresti vedere ogni mattina quando ti svegli, e lo vorresti baciare. Poi il tuo corpo... sei così perfetta, ed angelica...-
Ora penso di essere diventata un peperone. Cerco di non perdermi nei suoi occhi color smeraldo, mentre mi mordo il labbro, nervosa ed imbarazzata. Sembro un'adolescente al primo amore!! Amore?!
-Basta!! Ti piace così tanto mettermi in imbarazzo?- gli dico ridacchiando, con l'intento di smorzare il clima così serio.
-Si! Sei bellissima quando arrossisci, e mi guardi, mordendoti il labbro. E poi, almeno ti ho fatto sorridere.- mi risponde sghignazzando.
-Uff, è vero! Ma con te, la felicità è contagiosa!- rido anche io.
-Grazie.-
Ci guardiamo negli occhi, scrutandoci a vicenda, scavando nelle nostre anime. Mi perdo nei suoi occhi che sembrano mare, ci affogo dentro, non volendo risalire mai più. Stiamo ancora sorridendo. Ci avviciniamo piano, pianissimo, un millimetro alla volta. Lentamente, la sua mano si posa sulla mia guancia, accarezzandola con dolcezza. Ci avviciniamo ancora. Io poggio la mia di mano sul suo viso, tracciando il profilo della sua mascella, pungendomi leggermente i polpastrelli con la sua barbetta. Adesso sento il suo respiro sulle mie labbra. Io fisso le sue, attratta da esse come da un magnete. Non accenna a muoversi, vuole farsi desiderare. Mi avvicino di più, posando finalmente le mie labbra sulle sue, in dolce e casto bacio a stampo. Sento il suo sapore di fumo e di caffè, ed un fuoco potente avvampa nel mio petto. Non è desiderio, ma qualcosa di più. È qualcosa che va oltre l'attrazione fisica, è un'alchimia che ci fonde insieme, come un'anima sola.
Ci stacchiamo, sorridenti. Ho il cuore che palpita in una corsa a destinazione fuori dal mio petto, mentre migliaia, milioni di farfalle impazzano nel mio stomaco. Un bacio è già scattato fra noi, ma questo... questo è stato quello più bello, che mi ha fatto capire dov'è il mio posto. È affianco a lui, sempre.
Mi incateno ai suoi occhi verdi, perdendomici.
-Bellissima.- lo sento sussurrare, in un sibilo che si ode appena.
-Anche tu.- lo dico con una voce così sensuale che non so da dove mi sia uscita.
Lo sento ridere, e rido anche io con lui.
-Ehm... hai... hai sentito qualcosa?-
Sgrano gli occhi.

Mattia's p.o.v.
Cosa?! Gliel'ho chiesto davvero? Sono veramente un cretino!! Se non rovino tutto non sono contento.
Vedo che sgrana gli occhi, e deglutisce. Probabilmente non ha sentito quello che ho sentito io. Ovvero il mio cuore che si scioglieva, facendo spazio al suo, e le gambe che tremavano, come se fossero fatte di gelatina. E poi il fuoco bollente, il ghiaccio freddo e il mare che si fondevano insieme in una danza di desiderio. Come si fa a provare certe sensazioni durante un semplice bacio a stampo? La vedo nervosa, intenta a mordicchiarsi le pellicine delle dita, mentre tiene gli occhi al cielo, come se pensasse. Poi si interrompe, e dice:- Si. Ma non posso spiegarmelo, e spiegartelo. Era qualcosa di forte. Desderio, attrazione, gioia, felicità. E poi il fuoco...era come avere una fiamma dentro. Capisci?-
Se capisco?! Certo che capisco!
Sorrido. Un senso di felicità innato si crea in me. È qualcosa di inafferrabile, di stupendo, è quella felicità che ti fa sorridere al mattino, che ti entra nelle ossa e non se ne va nemmeno se lo desideri. È lei, la mia felicità. È la ragazza che mi sta davanti. Deve essere mia. La mia felicità. Come suona bene. Ed io potrei essere la sua, per sempre.
Mi avvicino di nuovo al suo viso, e la bacio di nuovo. Serpenti di brividi percorrono la mia schiena, inseguendosi e scivolando giù. È di nuovo un normalissimo bacio a stampo, chi ci vede direbbe "e be'?", ma quello che lei riesce a farmi provare è qualcosa di... immenso. È come arrivare in Paradiso. È come tuffarsi nell'acqua gelata da trenta metri di scogliera, con l'adrenalina a mille, e sentire il mare intorno a te, come se tu ne facessi parte. Mi spiego?
Ad interrompere il nostro bacio, è la porta che sbatte. Oh merda!! È arrivata mia sorella!! Emma si allontana subito, visibilmente imbarazzata. Non posso fare a meno di sorridere, vedendola tutta rossa in viso, con gli occhi bassi, come se si vergognasse di se stessa.
-Vieni.- le prendo una mano, la sua pelle delicata a contatto con la mia provoca un brivido che mi fa sussultare.
-Che...?- non fa in tempo a finire la frase, che mia sorella Rebecca piomba in camera, gridando: -Buonasera!!-
Poi, con occhio critico, scruta le nostre mani intrecciate, ed appena Emma lo nota, si stacca subito, avvampando.
-Ehm... ho interrotto qualcosa?-
Io e la bionda ci guardiamo.
-Uh...eh...no...-
-C-certo c-che n-no.-
Con un'affermazione poco convinta e due parole dette balbettando, riusciamo a cavarcela, ma non prima che mia sorella abbia detto, dubbiosamente, "scoprirò cosa sta succedendo...".
Usciamo dalla mia camera, e ci mettiamo a preparare la cena. Con qualche guaio, riusciamo a mettere in tavola degli ottimi spaghetti al pomodoro e degli hamburger con patatine. Ceniamo tutti e tre insieme, parlando del più e del meno, fino a che non arriva l'ora di dormire.
Io ed Emma ci rechiamo nel bagno, perché devo medicarle i tagli e i graffi.
-Fa male?-
Le chiedo, mentre disinfetto il taglio sul ventre con della tintura di iodio.
-Un po'.-
Risponde forzatamente.
La vedo contorcersi dal dolore mentre arrivo a medicarle la parte più grave del taglio. Appena finito, le lascio un bacio dolce sul ventre, e la sento sorridere. Poi le rimetto le bende sulla pancia e sul braccio, ed andiamo a coricarci. Lei si sistema con la valigia nella stanza di mia madre, che non è utilizzata perché lei abita altrove e viene qui occasionalmente. Le do la buonanotte con un bacio all'angolo della bocca e, trasognato come un adolescente alle prime armi, lascio la camera per andare a dormire.

Spazio autrice
Buona sera!! Sono riuscita a postare solo adesso, che ho finito di scrivere. Sto cercando di fare capitoli lunghi e ricchi, dato che non riesco a postare una volta al giorno, quindi spero mi perdoniate. Che ne dite della storia? vi sta piacendo? Vorrei sapere cosa ne pensate, bremmini.♡ notte a tutti.

"QUEL SORRISO MESSO COME SCUDO"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora