Capitolo 40: Il peso della distanza

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Capitolo 40:

La mattina arriva troppo presto. Apro gli occhi e il primo pensiero è che oggi ci separiamo. Davide è accanto a me, sveglio, il suo respiro leggermente più veloce del solito. 

Mi giro verso di lui e incrociamo gli sguardi. Non serve parlare, c'è già tutto nel silenzio che condividiamo. "Devi andare, vero?" mormora piano, e io annuisco, sentendo il nodo in gola crescere.

Poco dopo mi alzo e preparo el mie cose. Davide si avvicina e mi abbraccia stretto, come se volesse fermare il tempo. Sento il calore del suo corpo e la sua mano che accarezza i miei capelli.

Ma dentro di me, c'è ancora qualcosa che mi tiene distante. Nonostante tutto quello che è successo ieri e l'altro ieri, e il bacio che ci siamo scambiati, le parole di quella sera mi hanno lasciato una ferita che fatica a guarire. Anche se ho visto che DAvide soffre...lo stesso mi ha ferito due sere fa. Non sono pronta a lasciarmi andare completamente, e lo sa. 

Lo guardo negli occhi, e sento una lacrima scivolare sulla guancia. "Lo so. È solo che... ho 14 anni, Davide. E anche se mi sento grande accanto a te, ci sono cose che non riesco ancora ad affrontare."

Lui mi abbraccia più forte, e sento il suo respiro tremare un po'. "Non devi mai sentirti sotto pressione, Noemi. Non voglio altro che tu stia bene. Non devi mai avere fretta."


 Vado a salutare i ragazzi, anche un po' triste nonostante ho solo 14anni e loro tra i 20 e i 30, ci siamo divertiti.

"Mi mancherai",dice Davide pero' in modo molto triste.

"Anche tu", rispondo

Ci abbracciamo ed prendo il bus per la stazione Termini


Il viaggio verso casa è lungo e pesante, e quando arrivo, l'atmosfera è subito strana. I miei genitori mi salutano, ma in modo diverso dal solito. Mamma mi dà un bacio freddo sulla guancia come sempre, mentre papà mi osserva con uno sguardo indagatore. Sento subito che sanno qualcosa.

A cena, il silenzio è opprimente. Ogni tanto mamma o papà mi guardano, ma nessuno parla. So che prima o poi dovranno dire qualcosa, ma la tensione mi sta già logorando.

Finalmente, mamma posa le posate e rompe il silenzio. "Noemi, possiamo parlare?" chiede, con un tono che non promette nulla di buono.

Papà rimane in silenzio, ma il suo sguardo mi pesa addosso. Sento il cuore battere più veloce. "Cosa c'è?" chiedo, cercando di mantenere la calma.

"Abbiamo sentito e visto foto dell bacio," dice mamma, il tono severo ma controllato. "Abbiamo visto che tu e Davide vi siete baciati pubblicamente. Ci stiamo chiedendo cosa stia succedendo."

Loro sanno che ci "vediamo" ma dell bacio oppure delle altre cose non sanno....

Rimango in silenzio per un attimo. Non pensavo che la notizia del bacio sarebbe arrivata fino a loro così in fretta. "Sì," rispondo, abbassando lo sguardo. "Ci siamo baciati."

Mamma sospira, scuotendo la testa. "Noemi, hai solo 14 anni. Lui è molto più grande di te. Non credi che sia... troppo presto per queste cose?"

Papà interviene, la sua voce fredda e distante. "Non sei abbastanza grande per queste cose, Noemi. Dovresti saperlo. E Davide dovrebbe saperlo anche meglio. Visto che ha 25 anni ed è un centrocampista.."

Le loro parole mi colpiscono come una sferzata. 

"Non capite...come sempre giusto?, Davide mi rispetta," dico piano. "Non mi ha mai costretta a fare niente che non volessi."

Papà scuote la testa, visibilmente contrariato. "Non è questo il punto. Sei ancora una ragazzina. E Davide dovrebbe saperlo. Se lui avesse davvero rispetto per te, non ti metterebbe in questa posizione."

Le parole di papà fanno più male di quanto immaginassi. Mi sembra di parlare a un muro. Mamma mi guarda con uno sguardo deluso. "Non possiamo impedirti di fare le tue scelte, Noemi, ma ti chiediamo di pensare a quello che stai facendo. Non puoi continuare così. Poi cavolo...Ha 25anni come riesce..? Noemi tu sei nell bell mezzo della pubertà. "

Il loro giudizio mi soffoca. "Non capite davvero," mormoro, cercando di trattenere le lacrime. Mi alzo dal tavolo e vado in camera mia, lasciandomi alle spalle quel freddo insopportabile.

Chiudo la porta della mia stanza e mi butto sul letto, lasciando finalmente uscire le lacrime. Non è la prima volta che mi sento incompresa dai miei genitori, ma questa volta fa più male. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma non immaginavo di sentirmi così sola in tutto questo.

 (Nella storie è Sabato sera)

Ditemi se fare un secondo libro tipo parte due:

Queste le scelte

scelta 1: Sono passati 4anni, si sono visti poco Noemi ha 18anni ed è libbera.

scelta 2: Continuare la loro storia cosi come adesso

Se avete voi delle idee scrivete nei commenti! Perfavore, grazieee :))


l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora