Le mie amiche a differenza di me si erano già organizzate tutto in anticipo prima di andare a salutare i ragazzi, io invece avevo chiuso tutto solo 5 minuti prima del loro arrivo. Presa dalla fretta di chiudere tutto, non badai a cosa mi dimenticai sul comodino. voi direte, ma come? se un oggetto è sul comodino, lo vedi che è lí, che è tuo e non del proprietario e lo ha portato li tu, non qualcuno altro.. ma, nonostante stessimo parlando del mio libro preferito in assoluto, che porto con me ovunque, niente, io proprio non riuscivo a vederlo. Tenete presente che tendo a personalizzare ogni libro in mio possesso, a partire dalla prima pagina dopo la copertina... ecco lì, ci deve essere per forza il mio nome, per indicare che è entrato nella mia vita e fa parte di me. Ogni libro della mia libreria, possiede il nome dell'autore, della casa editrice e... il mio, ovviamente.
Dimenticavo di dirvi che il libro in questione, nonché IL LIBRO PER ECCELLENZA, è stato redatto da Alessandro Baricco, il mio autore preferito in assoluto che ha voluto intitolare la sua opera: Novecento. Ecco io, non so voi, ma Ve lo consiglio perché in realtà è un monologo che ogni volta che mi ritrovo a leggerlo mi entusiasma e mi emoziona ogni volta come se fosse la prima. Perciò è un libro che mi fa sempre compagnia e che per uno strano caso, il mio cervello decise che quel giorno lo avessi già messo in valigia non curandosi o nemmeno indispettendosi di controllare meglio.
"Silvia sei pronta?" mi chiese una delle mie amiche
"Si" risposi con un tono non troppo carico di entusiasmo
Beh eccoci arrivati al fatidico momento in cui prendendo lo zaino in spalla e Charles che mi prese la valigia, chiusi la porta della "mia" camera parigina convinta di aver preso tutto. Feci un grosso respiro di nostalgia perché avrei voluto riavvolgere tutto il nastro e ricominciare dal giorno 0 l'intero viaggio, con tutti i contro che mi ritrovai ad affrontare ma anche con tutti i pro di cui avevo goduto.
Diedi un ultimo controllo in bagno per verificare di non aver dimenticato nulla e soprattutto per rivivere velocemente il brivido della nostra prima volta in quella vasca doccia. Mi venne anche un po' da ridere al pensiero di come tutto accadde quella sera, ma un bel respiro nostalgico e mi diressi in cucina.
Charles era lì che mi aspettava mentre spiegava alle mie amiche che ci avrebbe dato lui un passaggio in aeroporto. Naturalmente le mie amiche erano tutte al settimo cielo mentre io non riuscivo proprio a gioire allo stesso modo, ma cercai di reprimere il più possibile queste sensazioni negative e godermi il tempo che restava nel migliore dei modi.. avrei avuto tutti i giorni a seguire per farmi sotterrare dalla tristezza.
"Ragazze credo che abbiamo preso tutto, siamo ufficialmente pronte per ritornare in patria" dissi
"Sei sicura ?" mi chiese Charles
"di cosa?" risposi io non capendo
lui rise e disse "di voler tornare in Italia?" face domi una linguaccia
lo guardai male e dissi "sei moooolto simpatico te lo hanno mai detto?"
"dai scherzavo, intendevo se sei sicura di aver preso tutto"
"sisi" risposi io convinta
"Ok allora go" disse lui
Ci dirigemmo verso la porta di ingresso, ma Charles fece la parte di essersi dimenticato il cellulare in camera e riandò a recuperarlo. Mi sembrò un tantino strano perché io ero entrata ma non avevo visto nulla (detto da una dotata di un livello altissimo di attenzione visto che avevo lasciato il mio libro preferito sul comodino senza nemmeno rendermi conto) però non investigai più di tanto. Charles tornò dopo poco mostrando a tutti il suo telefono e uscimmo chiudendo definitivamente il nostro appartamento parigino (in realtà Charles reuperò proprio il mio libro, ma per qualche strana sorte decise di non dirmelo).
La sua macchina era parcheggiata in una piccola stradina secondaria vicino all'appartamento in modo che non desse troppo nell'occhio ed una volta caricati i bagagli eravamo pronti per raggiungere l'aeroporto Charles de Gaulle in meno di 1h di viaggio.
Per quasi tutto il tragitto, le mie amiche non smisero di raccontare a Charles degli episodi su di me imbarazzanti, ma veramente comici, di cui però mi vergognavo assai. Mi giustificavo dicendo che ero piccola e quindi era ovvio che certe cose non potevo saperle, in più aggiungici la mia naturalezza nel fare gaf: praticamente ero un meme vivente. Per fortuna che almeno avevo un po' di cervello perché poi a scuola davo filo da torcere a tutti i miei compagni di classe competitivi.
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Around the World - In giro per il Mondo
FanfictionCiao! Quella che stai per leggere racconta la storia di un rapporto tra una ragazza normale e un pilota di F1, nonché Charles Leclerc come puoi ben notare dalla copertina. I due si incontrano per caso ed in circostanze assai strane una sera in un lo...