Dieci meno un quarto.
Alessia, che si sente una perfetta idiota è davanti al portone di vetro della scuola di Renata. Cioè non proprio davanti. È semi nascosta in un'aiuola, dietro un albero. L'impresa le pare sempre più disperata e insensata. Come farà a entrare? La porta sembra chiusa. Ha voglia di andarsene via, poi pensa alla promessa fatta all'amica.
Sospira e manda un messaggio: «Sono qui sotto. E adesso?»
Qualche secondo dopo la porta si apre, Renata si sporge e le fa segno di avvicinarsi in fretta.
«Sei sicura di quello che facciamo?» le chiede ansiosa Alessia.
«Stai tranquilla. Tra un quarto d'ora te ne puoi andare tranquilla a scuola. Hai portato la giustificazione che abbiamo preparato ieri? Alessia annuisce.
Tutta questa storia non le piace ed è pentita di aver accettato.
«Ci sono mille cose che possono andare storto» dice mentre attraversano degli enormi corridoi.
Arrivano al piano delle quinte appena in tempo. Suona la campanella e frotte di ragazzi si buttano nei corridoi.
Le due amiche si infilano nei bagni delle femmine. Stranamente non c'è nessuno. Entrano in un gabinetto e Renata le dice: togliti la cartella e lasciala qui. Altrimenti si capisce che non sei di qui»
Alessia obbedisce. Adesso è persino curiosa di vedere questo Mark di cui Renata le ha tanto riempito la testa da farla quasi scoppiare.
«Guardo solo che fuori non ci sia nessuno che sorvegli il piano»
«Perché, possono sorvegliare il piano?» geme Alessia «Questo non me l'avevi detto»
«Non succede mai. Ecco, via libera. Adesso comportati come se tu fossi una liceale»
«Aspetta un momento. Che cosa fa una liceale?» Alessia la ferma sulla soglia della porta.
Renata sta per rispondere quando la ricaccia dentro e la sbatte dentro il gabinetto, chiudendo la porta.
Alessia non sa che fare e se ne sta rimpiattata, dentro, terrorizzata.
«Chi sei tu? Che cosa vuoi?» sente dire da una voce femminile secca, cattiva «eri qui anche ieri»
Renata balbetta qualcosa.
«Beh, ti decidi a parlare?»
«Sono venuta a trovare un'amica» dice alla fine tremebonda.
«Non ci credo. Ti hanno vista ronzare intorno alla nostra classe da un bel po'» dice di nuovo la voce.
Alessia cerca di salire sul water per vedere qualcosa: le porte dei bagni non riempiono del tutto lo stipite.
Si sporge appena, ben attenta a non farsi scorgere. C'è una ragazza con lunghi capelli rossi che sta sbattendo contro il muro Renata: «Che cosa vuoi? Che cosa stai cercando di fare?» le dice beffarda.
Renata sta inghiottendo le lacrime: «Niente, non voglio niente» balbetta.
L'altra lascia la presa poi la afferra per i capelli: «Di che classe sei?»
«Ahia, Vizzardi, lasciami i capelli. Lasciameli, brutta stronza» Renata si è come risvegliata e sta cercando di liberarsi.
L'avversaria cerca di starle lontana ma Renata si è scatenata e riesce ad afferrare con una mano la vaporosa cascata laterale dell'avversaria e tira con tutte le sue forze. La ragazza strilla come un'aquila ma non molla e tira ancora di più i capelli di Renata. Le due ragazze finiscono a terra e cominciano a darsele di santa ragione insultandosi. «Vacca, lasciami stare» strilla Renata, ma l'altra nonostante il dolore non molla.
Alla fine Renata riesce a graffiarle la faccia: «Tieni le tue zampacce lontane da lui» si lascia scappare.
Dora lascia i capelli di Renata e si mette a ridere: «Ho capito. Non ci credo. È Mark che punti»
Renata è disorientata. L'altra ride: «Ma ti sei guardata allo specchio, bambina?»
A questo punto Renata non ci vede più e si butta su Dora a corpo morto menando all'impazzata. Quella non riesce a contenerla e si mette a urlare: «Aiuto, aiuto!»
Subito arriva qualcuno: Alessia si acquatta ancora di più finché le due contendenti non vengono divise da due ragazzi. Sbirciando dallo stipite Alessia riconosce subito Mark, anche perché quando entra lui, Renata si blocca immediatamente, confusa.
«Che c'è? Dora? Che ti capita? E tu chi sei?» domanda Mark rivolgendosi a Renata.
Lei biascica qualcosa poi scoppia a piangere. Fa per scappare via ma Dora la blocca: «Eh, no carina adesso gli dici tutto» fa, crudele.
Mark guarda Dora senza capire.
Così spettinata e con la faccia graffiata è quasi irriconoscibile.
«Questa stronza ti viene dietro e ti spia da un bel po' di tempo»
Mark guarda divertito Renata: «È vero?»
Renata cerca di evitare il suo sguardo abbassando gli occhi. Intanto una vistosa macchia scura si sta allargando intorno all'occhio di Dora.
«Sai menare bene comunque per essere così piccola» dice Mark a Renata.
Dora non capisce subito poi si volta verso uno specchio sopra i lavandini: «Ti rompo il culo ragazzina. Mi hai rovinato il viso»
Mark la blocca mentre sta per avventarsi su Renata: «Calma, Dora, non peggiorare la situazione»
Renata trova la forza per dire: «Mi ha sbattuto contro il muro»
«L'avevo vista che ci spiava» risponde con malagrazia Dora che va davanti allo specchio e comincia a palparsi il livido.
A peggiorare la situazione entra una corpulenta insegnante: «Che cosa succede qui dentro?» dice ruvida.
Mark si fa avanti: «Una semplice incomprensione. È già tutto a posto...» minimizza.
L'insegnante squadra ben bene il livido di Dora e l'aspetto tremendo di Renata poi dice: «Mi pare che sia un po' più di una semplice incomprensione. Adesso venite con me in presidenza. Non mi pare che abbiate dato un esempio appropriato di civiltà, qualsiasi sia la questione su cui avete... dibattuto. Ah, vieni anche tu Ondelli, come testimone.»
Le due ragazze sputandosi odio con gli sguardi e Mark, rassegnato, stanno per uscire quando l'insegnante nota la porta chiusa dei bagni.
«Chi c'è lì dentro?» dice bussando leggermente.
Renata si affretta a dire: «Nessuno. La porta è guasta»
«Proprio per niente» replica Dora guardando beffardamente Renata La porta funziona benissimo»
«Allora c'è qualcuno? Uscite per favore» fa l'insegnante bussando più violentemente.
Alessia non sa che fare. Poi si decide e apre mogia la porta.
«E questa chi è?» fa Dora, velenosa.
«È una mia amica» dice Renata con un tremito nella voce «della seconda B».
«Io non l'ho mai vista» insinua Dora.
«Come ti chiami?» fa l'insegnante.
«Alessia Migliorati» risponde Alessia rassegnata.
«Sei della seconda B?» insite la professoressa.
«Non sono di questa scuola» dice piano Alessia.
«Eh?» fanno Mark, Dora e la professoressa quasi insieme.
«È una storia lunga e la colpa è solo mia» piagnucola Renata.
«La chiariremo con il preside» dice la professoressa severa e li accompagna via, tutti e quattro, verso lo scalone che porta al primo piano dove ci sono gli uffici.
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Pensami un istante
Chick-LitNon basta essere belli, popolari e desiderati per saper amare. Questo è quello che Mark imparerà a sue spese quando farà un incontro che gli sconvolge la vita...