capitolo 16

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Arrivai a Shanghai stanca, avevo bisogno di una dormita. O almeno del caffè. Arrivai in hotel con un taxi. Forse, durante il viaggio in macchina, chiusi gli occhi ma ne avevo veramente bisogno.

Fuori dall'hotel c'erano un sacco di giornalisti ed era difficile passare. Alla reception c'era l'agente di Sinner, mi riconobbe e si avvicinò. Era un uomo adulto, aveva delle rughe che gli contornavano gli occhi neri. Senza manco presentarsi, disse:«scusi se non l'abbiamo avvisata prima dottoressa Roberts, ma l'ultimo medico se ne è andato in pensione. Il signor Roberts ci ha avvisato che sua figlia era laureata in medicina dello sport e l'abbiamo subito chiamata.» Mio padre? Lui che sapeva della mia relazione con Sinner?

Nei giorni successivi, Jannik non riusciva a guardarmi in faccia. Mi comportavo in modo normale, in fondo non potevo fare altro. Certe volte, notavo il suo imbarazzo nei suoi comportamenti. In fondo, lui era sempre stato un ragazzo timido ma non fino a questo punto. Ogni volta che lo trovavo a guardarmi incantato, toglieva lo sguardo. Si pentiva? Era diventato un maniaco? Cercavo sempre di non pensarci, ma mi chiedevo perché. Aveva fatto tuttoJannik, non provavo più niente per lui. Ero felicemente fidanzata, ma c'era una domanda che mi tormentava. Sarebbe potuta andare diversamente? Forse sì se fossimo stati più vicini. Ma il destino è stato crudele. Dovevo vedere solo come vedere il suo percorso.

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