Come ogni pomeriggio da undici anni a questa parte, mi ritrovo nel capannone a fare le prove in vista del prossimo spettacolo. Qua ci passiamo la maggior parte del tempo, dalle cinque alle otto ore giornaliere.
A questa esibizione in particolare il nostro direttore, Milton, ci tiene molto.
Ecco perché la maggior parte di noi è molto tesa.
Bramiamo tutti lo stesso obbiettivo: fare del nostro meglio e far felice Milton, che per noi è come un papà. Spesso viene colto dall'ira, ma non ci abbandonerebbe nemmeno per un istante.Parli del diavolo, e spuntano e corna... Difatti eccolo che entra con la sua sicura camminata che un vero presentatore può avere. Si posiziona al centro del corteo e alza entrambe le mani in segno di saluto.
«Cari spettatori» recita come se avesse davanti un pubblico che lo acclama «Sono così emozionato oggi, che a momenti rischio di piangere. Non vedo l'ora di mostrarvi lo spettacolo che solo per voi ho creato. Ci tengo a precisare che io lavoro svolto dietro è molto amici miei, e non potrei essere più orgoglioso dei miei ragazzi di così. Ed ora, signori e signore, ecco a voi The Blind!» conclude la battuta e si schiarisce la gola con dei colori di tosse.
Lo ritrovo a fissare il vuoto.
Con una gamba tesa, l'altra piegata e una mano che si strofina sul mento, sembra pensieroso.
Evidentemente c'è qualcosa che non lo convince nella sua presentazione.
Scaccia via il pensiero con un gesto della mano nell'aria, tornando a noi.Quindi mi da l'ok per dare il via alle danze.
Il mio ruolo è l'equilibrista: amo fare l'acrobata, fin da piccola sono sempre stata affascinante anche solo nel vedere gli artisti di strada fare giochetti in cui mettevano se stessi o un oggetto in equilibrio, e lo facevano stare lì, come per magia, e tutti erano sconvolti. Dico a tutti che questa è una mia dote naturale, ma penso semplicemente di averla assimilata negli anni: ho acquisito così tante informazioni da diventare capace.
In questo spettacolo mi diletterò nello stare in equilibrio su una tavoletta di legno posata su un cilindro, bendata.
Il nostro dj fa partire subito Chicago di Micheal Jackson, una delle sue preferite, da cui deriva il suo stesso nome.
Salgo sulla tavola e sorrido al finto pubblico.
Da dietro le mie tasche estraggo cinque palline, che faccio volteggiare in aria con velocità, facendole passare da una mano all'altra.
Quando arrivo al ritornello della canzone le lancio tutte alle mie spalle e comincio a piroettare su me stessa, a ritmo.
Per concludere il tutto, due aiutanti, fuori scena, mi lanciano dei birilli che prendo al volo, e ricomincio a far volteggiare anch'essi per aria.
La musica si ferma ed io con un salto scendo, faccio un inchino e sentendo un totale silenzio.
Non capisco, se ne sono andati tutti?
Prendo la benda e me la porto sopra la fronte.
Mi volto e controllo.
Sono tutti davanti a me.
Cominciano subito ad applaudirmi e a farmi i complimenti.
Milton stesso scompiglia capelli in modo tenero e mi sorride. L'odore di whisky mischianti a quello delle sigarette mi nausea, ma accolgo comunque la sua dimostrazione d'affetto più che volentieri.Mi sento appagata e amata dai miei amici, e non potrei chiedere di meglio.
Vado dietro le quinte e Janette sta per uscire.
Parte una nuova musica, e lei balla a tempo. È leggiadra e sembra domare il palco.
Ad una certa dal soffitto vengono calate due corde in tessuto bianche. E da destra entra Chase, il ragazzo con cui Janette dovrà danzare.
Entrambi si aggrappano con la mano destra all'estremità della corda, che pian piano li tira sempre più su.
Iniziano volteggiare, su se stessi e intorno all'altro.
Si prendono la mano e si fermano.
Per poi cadere giù lentamente, fino a toccare il pavimento, dove si concluderà il saggio con un caloroso abbraccio.
Come tutti, si inchinano ed escono.
Faccio i complimenti a Janette che con il fiatone fa fatica a parlare, ma riesce a bisbiglia un grazie.Ora è il turno dei Clown Mavi e Jace.
Tutti e due hanno battute e giochi da far fare al pubblico come punto forte.
Questa è una strategia che adoperiamo da anni noi del Circo Mirò; ebbene Milton è fermamente convinto della seguente teoria: se l'ospite se ne va via contento, è sicuro che tornerà con altri cento.
In pratica se il cliente torna a casa felice del momento passato e con un bel ricordo, è quasi certo che ne sarà appagato e vorrà tornare una seconda volta, probabilmente con anche altri suoi amici, che faranno fruttare ancor di più il circo.
Finita anche la parte dei clown facciamo tutti un caloroso applauso a noi stessi e usciamo dal tendone.
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Circus Mirò
RomanceUn oscuro segreto giace dietro i tendoni del circo Mirò, molto rinomato e amato dal pubblico. Violenza, silenzi, amicizie e amori vivono e regnano nel caos di Mirò. Tutti lo vedono come un posto paradisiaco, chiunque vorrebbe poter lavorare al Mirò...