Capitolo 10 Il lago dei cigni

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Quella mattina il cielo era limpidissimo, nessuna nuvola minacciava il cielo. Seduta sulle scalette del portico anteriore, avvolta in una coperta in plaid. La tazza di latte macchiato, fumava tra le mie mani, dandomi un po' di calore. Era il 2 dicembre. L'aria era gelida, e ne ero cetra presto avrebbe iniziato a nevicare. Guardavo il laghetto, il panorama era cosi freddo che sembrava un filtro di qualche foto, con quei colori invernali. Ne ero certa il laghetto era ormai ghiacciato, le temperature erano scese sotto allo zero durante la notte ormai da un paio di giorni, per poi rimanere sopra allo zero durante il giorno.

Una persona normale si sarebbe rintanata al caldo, non io. Avevo il desiderio di sentire quel freddo pizzicante sulla mia pelle, sulle guance e colorarle di rosso. Era quello il bello di scegliere quel periodo dell'anno. Da dove vengo io quelle temperature le tocchi solo sulle alte montagne. Non ero una che amasse il freddo, ma non mi dispiaceva, soprattutto quando potevi startene seduta su un divano a leggere il tuo libro preferito con una bella tazza di tè caldo, avvolta da una coperta calda.

Accanto a me, sul pavimento in legno del portico. Il mio cellulare suona, avvisandomi di una notifica. Eve, le avevo raccontata cosa fosse successo due giorni fa con Simon. E quello che stava succedendo nella mia testa. afferro il cellulare e guardo il messaggio.

-Eve: ero seria quando ti dicevo di prenderla come va...-

-Mor: lo so, ma non posso... mi conosci, rischierei di metterci il cuore...-

-Eve: lo so Amica. E questo mi preoccupa, e non sai quanto... mi manchi. -

-Mor: anche tu Amica... e cosi assurdo, mi sono servite un po' delle sue attenzioni... ho paura Evelyn... cosa faccio se mi rendo conto che me ne sono innamora sul serio?-

-Eve: hai mai pensato che fosse quello giusto?-

-Mor: non può essere quello giusto Evelyn, come posso pensarlo e poi andare via... no mi rifiuto... e chi ha detto che lui prova qualcosa...-

-Eve: oh mio dio! Ma sei seria? Ti ha comprato dei fottuti stivali da 200$... Luca non ti ha mai comprato un cazzo... ti ha portato ad Austin, alla serata two-step e al rodeo... se lui non è interessato, allo io sono Gay!-

Scoppio a ridere. Mi fermo a guardare lo schermo, incerta su quello che devo pensare, forse lui era davvero interessato, ma lei non era brava a tenere separato il cuore dal sesso.

Sorseggio il mio liquido caldo e continuo a guardare il laghetto, dei passi alle mie spalle mi fanno voltare, riconoscendo quei stivali. Simon si sedette accanto a me sullo scalino, con una tazza tra le mani. Era strano vederlo vestito in quel modo, fuori dalla sua 'divisa' giornaliera.

Una felpa grigia e un paio di pantaloni della tuta scuri, gli stavano bene. Lo facevano sembrare più giovane, più alla mano.

"nessuna mucca da mungere?"

"no oggi sono di riposo, ogni tanto melo merito anche io..."

"ah quindi sai cosa significa riposare... pensavo che per te riposare significava alzare tonnellate di fieno..."

Scoppiammo a ridere. Per poi sorseggiare in silenzio le nostre bevande calde. Rimanendo così, uno accanto all'altro su quello scalino, mentre il panorama rimaneva lo stesso.

"cosa vuoi fare oggi?"

Giro la testa verso di lui, incrociando il suo sguardo. Quei occhi color del cioccolato, quella mattina avevano una luce diversa. C'erano più filamenti d'orati, forse era il freddo, o quel filtro che vedevo quella mattina cosi limpida. Ma li trovavo più belli di un mese fa.

"mmmh... questa e la tipica giornata che me ne starei stesa sul divano a leggere o guardare un film... anche perché domani vado al Fort Worth Zoo."

"ah perché di animali non ne vedi tanti..."

Un cowboy in divisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora