CAPITOLO 51: EPILOGO

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martedì 10 agosto 2010

Hermione si guardò intorno nel suo salotto affollato. Scatole, bidoni e valigie che contenevano tutti i suoi effetti personali e i ricordi del tempo trascorso nella casa di città occupavano quasi tutto lo spazio, tranne il suo divano. I suoi amici erano venuti a tappe durante le ultime due sere per aiutarla a impacchettare tutto. Avrebbe ufficialmente trasferito tutto a Franklin House nel giro di due giorni.

"Ti mancherà, vero?" chiese dolcemente Ginny.

Hermione annuì e si voltò sul posto, osservando le sue pareti spoglie, la mensola del camino vuota, gli scaffali solitari privi di oggetti o decorazioni, una casa spogliata di ogni traccia della sua residenza lì.

"Fammi mettere su un bollitore prima di andare" disse Ginny con una confortante stretta sulla spalla.

Sola con i suoi ricordi, si abbandonò a un sorriso malinconico al pensiero che questa fase della sua vita volgesse al termine. Vide il corridoio dove aveva condiviso il suo primo bacio con Draco. Il segno di bruciatura sul legno di quando Harry aveva lanciato scintille spaventate dalla sua bacchetta in preda al panico con un Teddy più piccolo, terrorizzato all'idea di fare da babysitter e mortificato quando il bambino fece i capricci perché Harry non lo lasciava volare. I graffi sull'angolo del muro di quando Grattastinchi era particolarmente impertinente. L'ammaccatura sul soffitto di quando Ron decise che sarebbe stato geniale creare un campo di Quidditch in miniatura in casa.

Resti di una vita precedente. Nonostante le notti a volte solitarie, non si sarebbe mai pentita di quella fase di vita indipendente in una casa che aveva comprato per sé, con i suoi risparmi, con le sue preferenze e con quelle di nessun altro in mente.

Si chiedeva come se la fosse cavata Draco in ufficio negli ultimi due giorni e poi a casa loro senza di lei. Hermione lo aveva incontrato ancora al bar sia quel giorno che il giorno precedente, ma poi era tornata a casa la sera per impacchettare il resto delle sue cose e anticipare un po' di lavoro prima di partire per la luna di miele. Ma suo marito aveva un certo modo, in realtà diversi modi, di convincerla che il lavoro poteva aspettare la mattina successiva, così aveva scelto di ritirarsi nel suo letto qui, da sola.

Ciò non aveva impedito a Draco di inviare dozzine di messaggi attraverso i loro diari bidirezionali. Sapeva che stava cercando di rispettare il suo spazio e infatti non l'aveva ancora implorata di venire a letto da lui. A una parte di lei piaceva ancora una volta che quell'attesa si accumulasse, stando lontana da lui a pochi giorni dalla loro cerimonia di unione dell'anima, ma una parte più grande di lei sosteneva di essersi privata inutilmente per una sciocca tradizione. Erano già sposati, per amore di Merlino.

Come se avesse sentito i suoi pensieri fin dal Berkshire, il camino si illuminò di verde e Draco uscì.

"Fanculo a tutto Granger, sei già mia moglie, tutto questo è dannatamente ridicolo!"

Prima che lei riuscisse ad aprire la bocca, lui la requisì con la propria. Spinta contro un tratto di muro vuoto, tornò in sé solo quando lui ebbe spostato le labbra sul suo collo.

"Draco, Ginny è qui!"

Con la coda dell'occhio, colse un lampo di capelli rossi e udì uno sbuffo di risate. Draco non sembrava preoccuparsi di un'altra presenza nella stanza, limitandosi a mettere in pausa le sue attenzioni sulla sua pelle per lanciargli un rapido saluto da sopra la spalla.

"Sera Ginevra, è meglio che tu vada a casa a meno che tu non voglia goderti lo spettacolo."

"Per quanto mi piaccia, non credo che Hermione sia un'esibizionista. Goditi la serata con la signora Malfoy."

"È Granger-Malfoy" la corresse Draco, e Hermione non riuscì a togliersi il capospalla abbastanza in fretta mentre le risate d'addio di Ginny le risuonavano all'orecchio.

Remain Nameless - TRADUZIONE ITALIANA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora