L'aria in casetta si stava iniziando a fare più leggera; le giornate scorrevano tranquille tra lezioni e chiacchierate. Stavo iniziando a sentirmi più libera e quasi vogliosa di farmi conoscere veramente dalle persone che condividevano il mio stesso tetto. In quel momento ero intenta ad ascoltare Alessio parlare della sua coreografia, quando la mia attenzione ricadde su una figura che appoggiò un cesto sulle scale, dove all'interno era presente una busta blu.
<< C'è una busta blu >> interruppi il suo discorso, il ballerino insieme agli altri ragazzi si girarono a guardare l'oggetto da me indicato. Con molta tranquillità andammo a recuperare il cesto e ci spostammo sulle gradinate raggruppando il resto dei ragazzi. << Nella cesta troverete i vostri quaderni personali che vi serviranno nel vostro percorso ad amici, a cominciare da oggi. Singolarmente, e senza leggere quello che scriveranno i vostri compagni, vi chiediamo di descrivere i vostri pensieri e le vostre emozioni su questo tema: cosa rappresenta per me aver conquistato il banco di amici e cosa mi aspetto da questa esperienza >> fu Daniele a leggere il cartoncino.
Vidi l'entusiasmo degli altri ragazzi, cercai di prendere quest'occasione per liberarmi del tutto e far capire un po' di più su me stessa, non solo a loro ma anche a chi ci seguiva da casa. Recuperai il mio quadernino e silenziosamente raggiunsi la mia camera per poter scrivere in tranquillità. Avevo sempre usato la danza come metro di espressione, ma trovarmi davanti ad un foglio bianco mi risultò più facile di quanto in realtà pensassi. Le parole macchiavano il foglio in maniera abbastanza veloce, mi stupì di me stessa.
*
Quella sera venimmo richiamati nuovamente tutti sulle gradinate, Rebecca fece il suo ingresso con la stessa cesta del pomeriggio precedente. Venni travolta da un piccolo stato d'ansia, se i quadernini erano nuovamente li significava che li avremmo dovuti leggere; ed il mio ragionamento si rivelò giusto. Il primo a dover fare ciò fu Alessio, sorrisi alla dolcezza delle sue parole e non potei fare a meno di lasciargli una leggera carezza sui capelli una volta tornato al posto.
Sulla tv apparve poi il mio nome, un sussulto al cuore mi prese alla sprovvista. << Posso leggere da qui? >> domandai con voce sottile; non mi aspettavo di essere scelta tra le persone che dovevano leggere. Quando ricevetti l'ok per leggere dal mio posto afferrai il quadernino e lo aprì alla prima pagina, presi un gran respiro e mi dieti la forza psicologica per leggere.
<< Mi sono sempre ritenuta una persona fantasma, di quelle che ci sono ma stanno sempre in silenzio. Ho sempre fatto fatica a rapportarmi con le persone, preferisco osservare e studiare i comportamenti altrui; soprattutto per evitare fregature, anche se quelle ci sono sempre nella vita. Ho avuto momenti veramente bassi, non uscivo più di casa e non sorridevo più; Adriano, mio fratello, è riuscito a tirarmi fuori dal mio tunnel di solitudine in cui mi sentivo estremamente protetta. In molti non credevano veramente alla mia ripresa, mi sentivo costantemente giudicata; ci provavo costantemente a dimostrare qualcosa a chiunque eppure non venivo presa seriamente. Il senso di inadeguatezza, che prima era già ben presente in me, crebbe a dismisura. Avevo bisogno di qualcosa che potesse far dire alle persone intorno a me " ce l'ha fatta veramente ". Ho deciso di provare Amici, un sogno che tengo nascosto da una vita; quel qualcosa che poteva far dire " ti credo! ". Quando ero seduta su quelle scalette avevo il chiodo fisso che avrei fallito, quando, invece, mi sono trovata ad essere la prima allieva della scuola il mio cervello ha smesso di funzionare. Mi sono completamente estraniata dal mondo circostante, vedevo solo figure muoversi e solo i miei pensieri inondare le mie orecchie. Aver ottenuto questo banco rappresenta per me, non solo una sfida con me stessa, ma anche una vittoria per tutte quelle persone che non ci credevano. Voglio imparare a fidarmi, ad essere libera di esprimermi e non avere paura che gli altri possano vedere le mie fragilità; perché non è un difetto essere fragili, ma solo un grandissimo pregio che ad oggi non si può buttare via >>.
Le lacrime rigavano il mio volto, sentivo qualcun altro tirare su col naso, Nicolò invece mi avvolse nelle sue braccia. << Sei tanto forte sai? >> mi disse sulla spalla << scusatemi >> parlai di nuovo asciugando le lacrime, era la prima volta che mi aprivo così spudoratamente con qualcuno. Prima di allora Adriano era stato l'unico, insieme a mamma, a vedermi così vulnerabile; sarà che prima d'ora non c'era mai stato nessuno veramente interessato ad ascoltarmi. << Posso andare un secondo a sciacquarmi il viso? >> domandai alla produzione che mi diete l'ok; mi sentì seguita da dei passi, non volevo vedere chi fosse, ma apprezzai il gesto.
Quando mi girai per tornare nella gradinata la figura di Nicolò mi si parò davanti; aveva le braccia allargate come a invitarmi in un abbraccio. Con un po' di titubanza accettai sentendomi avvolta dalle sue braccia potenti; in questi pochi giorni non era la prima volta che si dimostrava presente nei miei confronti. Apprezzavo questo suo interesse e vicinanza, mi faceva capire che qualcuno da prendere come riferimento nella casetta ce lo potevo avere. << Torniamo di là dagli altri? >> domandai staccandomi dal contatto fisico, durato anche fin troppo << se te la senti si >> << ce la faccio >>.
Avevano letto in altri due il loro quaderno, ma non ero riuscita ad ascoltarli a pieno. Ero ancora scombussolata dalle emozioni di prima, dovevo ancora mettere a fuoco ciò che era successo. Mi sentivo fiera per essere riuscita a leggere i miei pensieri, e quello era già un passo avanti; mi avrebbe fatto piacere raccontare di questo piccolo traguardo anche ad Adriano, ma oggi non mi spettava il turno con il cellulare ma ben si quello di cucinare.
Non persi tempo a buttarmi a capofitto nella cucina per liberare la mente, mi rilassava cucinare. Ilan mi raggiunse sedendosi di fronte a me, vedevo che mi osservava attentamente; sentivo che voleva parlare ma non ne aveva il coraggio. << Se devi chiedere qualcosa fai pure >> lo esortai ad aprire bocca << sono stato invadente? >> chiese riferendosi allo sguardo fisso su di me. << No assolutamente! >> mi affrettai a tranquillizzarlo, non volevo sembrare rude nella domanda << sicura Lu? >>, mugugnai in senso positivo << mi fido allora. Senti ti volevo solo dire che qualsiasi cosa noi siamo qui, non farti problemi a parlare >>. Lo guardai attentamente, sembrava una persona pura e sentivo che quelle parole, se pur semplici non erano scontate. << Grazie >>.
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spazio autrice: hola! ditemi cosa ne pensate. Ah, se non riesco ad aggiornare i motivi potrebbero essere due: blocco dello scrittore o troppe cose da studiare :)
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Posso e lo farò// Nicolò Filippucci
FanficQuello studio era più piccolo di quanto avessi potuto immaginare, l'avevo sempre visto da una tv e sembrava immenso così da potersi confondere meglio tra la gente e passare inosservata. Le persone scalpitavano alla visione di noi ragazzi entrare ed...