𝕽𝖊𝖕𝖊𝖓𝖙𝖆𝖈𝖊 - Sangue Reale

4. La spada ⚔️🩶



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Il manico in oro, ricamato con bellissime decorazioni in rilievo. Sulla punta,  presentava una specie di corona, come a evidenziare il fatto che fosse rara la sua comparsa.
L'elsa sfumava pian piano nella lama, argentea e affilata. 
Era così lucida da permetterle di specchiarsi.

La ragazza la percorse con l'indice,  meravigliata dalla sua estenuante bellezza. Con la punta incastrata nel terreno, era inoltre retta da un rovo di rose, i cui steli le si intrecciavano attorno, concludendosi con rose sbocciate. Il colore delle rose, andava dal bianco ad un leggero rosa, in alternanza. Così vicine, formavano un mucchio  ben visibile anche da lontano, come a voler condurre i viaggiatori alla spada.

Seppur rapita dalla bellezza, a Gwendalyn si mostrò la verità, dura e acida, ma in cuor suo vera.
La spada, si mostrava per un motivo.
E si era mostrata a lei, per uno scopo.
Per uccidersi.
Per porre fine a tutte le sue sofferenze.
Era la soluzione che aspettava da tempo.

E sorrise, pronta ad andarsene da questo mondo che era stato tanto crudele con lei.

Le stava servendo la morte su un piatto d'argento,  e lei non avrebbe rifiutato.

La verità è uno schiaffo in faccia, a volte necessaria per riprendersi dalle illusioni.

Impugnò l'elsa, scoprendola più  pesante delle spadine a cui era abituata,

La sollevò con non poca difficoltà,  e prese coraggio. 

Ricordò l'amore per sua sorella Ava e per sua madre, che non era stata in grado di proteggere data la sua posizione.
Ricordò la sorella Violet, e i suoi rimproveri che l'avevano fatta sentire sbagliata.
Ricordò suo padre, le minacce e le torture che le aveva inferto ingiustamente.

E, sistemando la lama verso lo stomaco, spinse.
Continuò a spingere mentre bruciava, mentre la sua pelle veniva recisa.
Continuò a spingere, mentre il suo abito si tingeva di rosso, mentre urlava e si contorceva dal dolore.
Spinse mentre con la mente si rimproverò di aver fatto soffrire la sua famiglia.
Spinse, e guardò in basso, vedendo il suo riflesso alternato a macchie di sangue.
Spinse, e in quel riflesso si vide diversa.

Era la stessa, ma negli occhi aveva qualcos'altro. Nei suoi occhi brillava una luce, che riconobbe.
Vide il coraggio.
Si vide coraggiosa.

E la verità la pervase, tutto ciò a cui non aveva mai trovato una spiegazione acquistò senso.

Sua sorella Violet, le aveva sempre voluto bene, e l'aveva  sempre avvertita per cercare di farla ragionare, per non farla soffrire, invano.

Il Bosco mistico e luminoso scomparve, lasciando il posto ad una selva oscura, i cui alberi dal tronco nero e dalle foglie appassite si alternavano rovi spinosi e il fruscio proveniva da creature che vivevano nell'ombra, non visibili all'occhio umano.
I tronchi contorti occupavano il cielo, non permettendo alla luce di filtrare.
La spada l'aveva attratta verso di lei, giocando con la sua vista e provocandole piacevoli illusioni.

Si rese conto che fino a quel momento, l'unico cattivo della sua storia era stato suo padre, che aveva distrutto l'intera famiglia con la sua frustrazione e la sua sete di potere.

Capì che lei, era stata solamente una sua vittima, come tutti coloro che aveva giustiziato per placare il suo desiderio di sangue.

Capì che fino a quel momento si era sbagliata, che era innocente e si pentì di tutte le convinzioni che aveva avuto fino a quel momento.

E si pentì di essersi uccisa, quando con lo stesso coraggio sarebbe potuta andare alla reggia ed uccidere suo padre con la stessa spada con cui si era trafitta, e che adesso giaceva nel suo petto.

Ma si rese conto di un ultima cosa: aveva fallito, abbandonando la famiglia a quel mostro del padre, mentre lei come una codarda era scappata e si era uccisa.

Esalò l'ultimo respiro, per poi cadere a terra.
La spada scomparve, e la ragazza restò distesa, mentre il sangue macchiava le rose che le contornavano il corpo.

Il sangue.
Sangue di un'anima pentita.
Sangue di una ragazza maltrattata.
Sangue di una principessa.
Sangue Reale macchiava i rovi di rose.

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• F I N E •

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