Elen síla lúmenn' omentielvo

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Lacrime di disperazione sgorgavano dagli occhi dei Noldor. I pochi sfuggiti all'attacco delle forze malvagie di Sauron seguivano Elrond Mezz'elfo lungo i sentieri tortuosi che si incuneavano nelle valli delle Montagne Nebbiose.

Dove poteva condurli? Esisteva forse qualche luogo nella Terra di Mezzo che fosse al sicuro dalla minaccia dell'Oscuro Signore, ora che anche l'Eregion era caduto? Elrond, ferito e provato dalla battaglia, sapeva di dover dare un riparo a quegli elfi, e di doverlo fare in fretta, perché certamente le orde di orchi non avrebbero impiegato molto tempo a mettersi sulle loro tracce.

Le acque del Bruinen scorrevano con un vivace fragore alla loro sinistra, accompagnando i Noldor nella loro marcia all'ombra degli alberi che coprivano il fondo della stretta vallata. Arrivati a un punto di vedetta, ampio abbastanza per accogliere gli elfi e sopraelevato per tenere sotto controllo l'ingresso della valle, Elrond decise di fermarsi. Da lì in poi i sentieri si facevano impervi e certamente sarebbe stato più efficace andare in esplorazione da solo, dando alla gente dell'Eregion il tempo per riposare e rinfrancare lo spirito.

Così Elrond diede disposizione ai soldati affinché restassero attenti e vigili nel proteggere la loro gente, poiché il male era ancora all'erta e i pericoli per loro non erano ancora finiti, e si immerse nel fitto bosco, la spada sguainata per difendersi dai possibili pericoli. La brezza fresca che scendeva dalle montagne innevate dava sollievo alle ferite al volto che gli orchi di Sauron gli avevano inferto, il sole che calava a ovest, dietro le Montagne Nebbiose tingeva d'oro le foglie dei pini che costeggiavano il ripido sentiero e, davanti a lui Gil Estel, la prima stella della sera, brillava a est. 

Proseguì ancora per un po' risalendo la parete del burrone prima di iniziare a scendere ed ad addentrarsi un un faggeto. Gli alberi alti con le chiome mosse dal vento lo inghiottirono e alla destra e alla sinistra lo accompagnavano lungo un sentiero mal segnato. Lo scroscio dell'acqua e il fruscio delle foglie coprivano anche il canto degli uccellini, cosicché ad Elrond pareva di essere stato trasportato in un'altra dimensione, così pacifica, bella, serena. Gli sembrava che tutto il dolore che aveva visto abbattersi sulla Terra di Mezzo non potesse toccare quel luogo che forse mai piede d'Eldar o Edain aveva calpestato. 

Forse per il rumore, forse per la stanchezza che gli stava cadendo addosso, pesante come un macigno, Elrond non si accorse di un'ombra che già da tempo lo stava seguendo: in un battito di ciglia l'ombra gli fu addosso, lo atterrò e lo bloccò puntandogli una lama alla gola e impedendogli di difendersi.

- A nessuno, primogenito o secondogenito di Illuvatar, Nano, o altra creatura mortale o immortale, è permesso profanare la valle di Oromë entrandovi brandendo armi. Siano lame elfiche o spade degli uomini. Lascia la tua spada, elfo, o ti spedirò alle aule di Mandos.

Elrond lasciò andare l'arma, non gli sarebbe certo servito mettersi a combattere con quella che sembrava essere un'elfa guerriera: - Non era mia intenzione profanare una valle sacra ai Valar. Sono Elrond mezz'elfo, luogotenente di Gil Galad, re dei Noldor. Chi sei tu, che sorvegli la via dei Pellegrini tra le Montagne Nebbiose?

L'elfa allora si alzò, prese la spada di Elrond e gliela porse affinché la riponesse nel fodero: - Elen síla lúmenn' omentielvo, una stella brilla sull'ora del nostro incontro, Elrond Mezz'elfo. Questo è un buon auspicio. Tawariell è il mio nome, da un'era veglio sul grande burrone tra le Montagne Nebbiose dando accoglienza e offrendo rifugio ai viaggiatori che procedono per questa via. Anche io voglio saper di più di te, figlio di Eärendil, per quale motivo un elfo del Lindon passa per questa via, armato e insanguinato?

- L'Eregion è caduto. Celebrimbor è stato ucciso da Sauron.- rispose l'elfo alzandosi da terra e rinfoderando la spada - I nani di Khazad-dûm sono giunti in soccorso degli eserciti dell'Eregion e del Lindon. 

La vide rabbuiarsi all'udire che il male si era abbattuto di nuovo sulla terra di mezzo. 

L'elfa Tawariell era alta, molto alta, con un portamento regale nonostante indossasse vesti adatte alla vita nella foresta, la pelle era di porcellana, quasi luminosa, i capelli fili d'oro purissimo portati in una lunga ed elaborata treccia e negli occhi correvano le nubi grigie delle tempeste che vengono dal mare. Se già Luthien era la più bella dei figli di Illuvatar, i poeti quali parole avrebbero usato per cantare la sua bellezza?

-Io cerco rifugio per i sopravvissuti: donne, giovani, guerrieri, fabbri e artigiani del grande regno dei Noldor.- proseguì il mezz'elfo -Le schiere di Sauron non impiegheranno molto a riprendersi dall'attacco a loro inferto dai nani, temo che non avremo molto tempo prima che si mettano sulle nostre tracce. Ci serve un rifugio, un luogo dove poterci riposare e prepararci al nuovo attacco.- gli occhi pieni di speranza, fiduciosi che questa nuova conoscenza avrebbe potuto far loro da guida per difendersi in quel territorio così impervio.

- Non potete ingaggiare battaglia agli orchi in questa valle. Non consentirò ai Noldor di trasformare questo luogo in un campo da combattimento. Dovrete trovare un altro luogo dove stare.- lo gelò lei, - tornate da dove siete venuti e posizionate l'accampamento all'imbocco della valle: sarete sopraelevati, fuori dal tiro del nemico, e il sangue di Mordor non infangherà la valle di Imladris che Oromë stesso creò quando i Valar diedero forma al mondo.

- Non possiamo tornare indietro! Nell'Eregion è solo morte e distruzione! Questi elfi hanno combattuto in un lungo assedio, sono stanchi, preoccupati, sono valorosi guerrieri, ma hanno bisogno di ristorarsi e riprendere le forze. E se cadesse la loro difesa, a niente varrà la benedizione di  Oromë, gli orchi ridurranno a un deserto anche questo luogo di beatitudine. Sono tuoi fratelli, devi dar loro un aiuto! - la supplicò Elrond.

Tawariell lo guardò duramente: - Non devo proprio nulla ai Noldor. Gran parte della distruzione che ha flagellato la Terra di Mezzo è stata causata dai figli di Feanor e dai loro alleati.

-Ti supplico, in nome dei Valar, non costringerli a tornare sui loro passi, dai almeno ospitalità a degli Eldar viandanti! Solo due notti, poi si rimetteranno in cammino per la loro strada, io con loro. E che il destino dei Noldor segua il disegno di Eru.

L'elfa sapeva che accettare quella richiesta l'avrebbe messa nei guai. Ma dopo aver affrontato due ere su quella terra aveva imparato alcune cose: erano stati lunghi anni di sofferenza, battaglie, guerre sanguinose e tradimenti, ma anche di gioia e beatitudine, e, anche se queste sembravano lontane, quasi perdute tra le pieghe del tempo, valeva la pena confidare nel loro ritorno. Accogliere i pellegrini era il suo compito, da un'era lo svolgeva, e non avrebbe smesso quel giorno: - Va bene, accoglierò le genti dell'Eregion. Starete un po' stretti, non sono organizzata per accogliere molte persone. Avrete due giorni, quando la stella della sera brillerà la seconda volta, dovrete lasciare il rifugio.

Un sorriso illuminò il bel viso di Elrond Mezz'elfo: - Hanta, Tawariell! Grazie, fanciulla della foresta!

E Tawariell, anche nella beatitudine di Valinor, non aveva mai visto nulla di così bello.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 05 ⏰

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