Complicated - Olivia O'Brien

32 1 0
                                    

La sala comune era silenziosa, quasi surreale. Mi fermai sulla soglia, il respiro bloccato per un attimo. I miei occhi si posarono subito su di loro: i miei amici. Tutti erano lì. Sirius, James, Lily, Marlene... E poi li vidi. Quei maledetti bigliettini tra le loro mani.

Sentii il gelo invadere il mio corpo. I biglietti. I messaggi di L.

Rimasi immobile, il cuore martellante nelle orecchie, mentre lottavo contro l'impulso di scappare. Sapevo cosa significavano. Non avevo bisogno di leggerli. Non avevo bisogno di sentirli discutere. Le parole di L mi avevano già torturata abbastanza.

Peter sembrava il più confuso di tutti, mentre guardava il pezzo di carta come se fosse qualcosa di vivo. Sirius, d'altro canto, era in piedi, con le mani tremanti, pronto a scagliarsi contro il primo che parlava. Mi sentii mancare per un secondo, ma non potevo mostrare debolezza. Non ora.

Feci un passo avanti, attirando immediatamente la loro attenzione.

"Deva..." sussurrò Lily, i suoi occhi pieni di preoccupazione.

Non risposi. Mi avvicinai lentamente, come se il pavimento fosse instabile sotto i miei piedi. Uno a uno, presi i bigliettini dalle mani dei miei amici. Nessuno disse una parola, anche se James fece per aprire bocca, ma il mio sguardo lo fermò.

Con i foglietti stretti nel pugno, mi avvicinai al camino e tirai fuori dalle tasche del mantello due scatoline nere con all'interno i bigliettini di L.. Le fiamme danzavano allegre, ignare del peso che mi portavo dentro.

Senza esitazione, gettai i biglietti nel fuoco e guardai mentre venivano divorati dalle fiamme.

Li avevo distrutti, ma sentivo ancora il peso delle parole non dette.

Rimasi lì per qualche secondo, osservando le ceneri. La sala comune era silenziosa, tutti trattenevano il respiro. Ero consapevole dei loro sguardi, pieni di domande a cui non volevo rispondere.

"Non dovete preoccuparvi," dissi infine, con voce piatta. "Sono affari miei. Vi conviene bruciare tutti i bigliettini che ricevete, ancora prima di leggerli. L non potrà raggiungervi."

Li vidi scambiarsi sguardi confusi, ma nessuno ebbe il coraggio di contraddirmi.

Mi voltai e mi diressi verso l'uscita della sala comune. Dovevo andare da Liam. Dovevo parlare con lui. Ogni passo lungo il corridoio sembrava più pesante del precedente, il castello mi avvolgeva nel suo silenzio inquietante. Avevo bisogno di tranquillità, e l'unico che poteva darmela, o così pensavo, era lui.

Arrivai davanti al suo ufficio, e bussai leggermente. La porta si aprì dopo pochi secondi, rivelando il volto familiare di Liam. Mi accolse con un sorriso stanco, lo stesso sorriso che una volta mi faceva sentire protetta. Ora, però, quel sorriso mi sembrava sbagliato.

"Deva..." sussurrò, tirandomi dentro e chiudendo la porta dietro di me. Mi prese subito tra le braccia, e io, come in un riflesso automatico, mi lasciai andare.

Il suo abbraccio era caldo, ma c'era qualcosa di diverso. Mi sentivo sempre più stretta, sempre più soffocata. Liam sembrava percepire il mio disagio, e allentò la presa, fissandomi negli occhi con un'espressione che non riuscivo a decifrare.

"Sono qui per te, sempre," disse piano, come se fosse una promessa. Ma quella promessa ora mi faceva paura.

Chiusi gli occhi per un momento, cercando di scacciare i dubbi che mi tormentavano. Ma non ci riuscivo.

Tutto mi stava sfuggendo di mano.

Restai tra le sue braccia, immobile, mentre i pensieri continuavano a scorrere come un fiume in piena. Le parole di Liam, di solito così rassicuranti, ora sembravano vibrare di una strana tensione. Mi chiedevo se lui fosse davvero all'oscuro di tutto quello che stava succedendo... o se sapesse più di quanto volesse ammettere.

Little Liar - Sirius BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora