🌹14. Lavoro 🌹

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Il giorno dopo sembrava come se niente fosse successo la sera prima, almeno questo pensava Felix mentre andava a svegliare Wooyoung, la sera prima aveva capito benissimo che il suo amico ci era rimasto male nel venire a sapere la verità ma purtroppo sia lui che il padre erano stati costretti a fare così. Il padre di Wooyoung aveva molto potere e sapeva benissimo come usarlo specialmente se doveva avere qualcosa in cambio.

Sospirò per poi mettere su il suo solito sorriso entrando in camera dell'amico.

«Sveglia raggio di so...»

Si fermò sulla porta osservando la camera, notò subito il letto intatto, cosa strana visto che Wooyoung faceva la guerra con le lenzuola, ma poi il suo sguardo venne attirato dalle ante dell'armadio aperte. Si avvicinò e sgranò gli occhi nel vedere che mancava come minimo metà armadio.

«No, no... Woo che diavolo ti è passato in mente?»

Si affrettò a tirare fuori il telefonino e far partire la chiamata. Uno squillo, due squilli, tre squilli fino a quando qualcuno non rispose.

«Pronto?»

Felix si staccò dall'orecchio il telefono pensando di aver fatto il numero sbagliato, visto che a rispondere fu una donna.

«Mi scusi... Perché ha il telefono del mio amico?»

«Ohh tu devi essere Felix, Wooyoung mi ha detto di riferirti di non cercarlo per un pò.»

«Signora la prego, se lui è lì me lo può passare? Ho bisogno di parlargli.»

Per qualche secondo l'unica cosa che sentì Felix fu silenzio da parte della donna e dei rumori di sottofondo, sperava davvero che il suo amico stesse bene.

«Felix.»

Appena sentì la voce dell'amico fece un sospiro di sollievo, si mosse sedendosi sul bordo del letto.

«Stai bene?»

«Si amico, sto bene...»

«Non ti chiederò dove sei, né di dirmi il motivo perché penso di capirlo... Voglio solo sapere se la nostra amicizia è finita.»

Dal silenzio che seguì le sue parole subito il pensiero che fosse così iniziò a diventare sempre più reale, almeno fino a quando non sentì le sue parole.

«Felix non finirà mai la nostra amicizia, io e te ci siamo sempre sostenuti, siamo sempre stati uniti come fratelli e mai potrei rinunciare ad averti vicino. Solo... Ho bisogno di stare lontano da quella casa, da quella famiglia e da tutto ciò che porta il nome di mio padre...»

«Capisco, io non ti dirò niente e per me va bene... Ti appoggio in tutto e per tutto.»

«Grazie amico, ora ti lascio devo sistemare le mie cose.»

Stava per salutarlo ma venne preceduto dal suono del telefono attaccato, sospirò ancora per poi iniziare la sua routine cercando di sviare le chiamate del padre.

Appena Wooyoung aveva attaccato la chiamata si sentì un dolore dietro la nuca, si girò e guardò nonna Ilda con sguardo confuso.

«Perché tutto ciò?»

«Potevi invitarlo a venire, sai che lui sarà preoccupato per molto tempo? Almeno fino a quando non saprà che stai realmente bene.»

La donna scosse il capo e si sedette sul divanetto poggiando la tazza di tè caldo sul tavolino.

«Fai attenzione è caldo... Ora mi spieghi perché sei venuto qui?»

In realtà nemmeno Wooyoung sapeva perché durante la notte si era trovato fuori dalla porta della donna, aveva camminato senza sosta con i pensieri rivolti a ciò che aveva scoperto fino a quando si fermò e si trovò ai piedi di quel palazzo che aveva visto solo la sera prima.

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