Il torneo andava bene, sembrava che Jannik non avesse bisogno di me. Mi chiesi se fossi mai stata utile nella sua vita. Era veramente così importante? Oppure ero ancora arrabbiata per essere stata lasciata?
Chiesi spiegazioni a mio padre sul perché avesse fatto qualcosa del genere a me, sapendo quanto avessi sofferto per Jannik. Lui rispose che voleva aiutarmi dandomi una stabilità economica migliore. In fondo sapevo che mio padre non voleva il mio male, però certe volte non lo capivo. Capitava anche che lui fosse irritato dai miei comportamenti ma gli volevo un bene dell'anima.
La sera prima della partita finale qualcuno mi bussò alla porta. Era Anna Kalinskaja uscire dalla stanza di Jannik. Lei era una bella ragazza, con dei capelli biondi tendenti all'arancione e dei bei occhi castani. Sapevo che era la nuova fidanzata del rosso. Anna era preoccupata e disse:«Jannik sta male», le tremava la voce. Stavo in pigiama, ma dal tono della ragazza capì che non potevo cambiarmi.
Corsi in camera di Jannik, il rosso era svenuto sul letto. Il suo battito era basso. Gli alzai le gambe, mille cose mi passavano nella testa. Gli feci un massaggio al torace per la respirazione. Dopo un po', lui aprì gli occhi. Mi guardò confuso e chiese:«cosa?». Io risposi:«sei svenuto, può essere a causa di stress emotivo o un calo di zucchero». Mi disse:«non volevo disturbarti a quest'ora, scusa.» Io replicai:«Jannik, sono il tuo medico. Sono qui per aiutarti.» Lui sorrise e mormorò:«mi mancano i vecchi tempi.» Si avvicinò a me e provò a baciarmi. Mi allontani e dissi:«lo so, ma siamo andati avanti. Abbiamo entrambi delle relazioni romantiche che ci danno tanta soddisfazione. Poi sono il tuo medico e vorrei mantenere una relazione di amicizia.»
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poetica
Чиклит"Cara Sophie, grazie di avermi lasciato dormire accanto a te. Spero di non averti fatto sentire a disagio, perché per me non è stato così. Me ne sono andato prima per non destare sospetti non veri e ho gli allenamenti la mattina. Se non ci vediamo...