La A+ sul foglio, scritta in rosso, fu la prima cosa che vidi. Alzai la testa tenendo il respiro e guardai l'insegnante che mi sorrideva.
«Che dire, Bennett, te la sei meritata.» Il suo dito andò su una riga precisa «Mi piacerebbe che leggessi questa parte del brano alla classe.» Bloccai un urlo che avrebbe battuto la tifoseria di Janine e Juliet.
L'emozione non passò per tutto il giorno, corsi veloce davanti a Janine e Juliet a braccia tese «Ciao ragazze!» Spalancai la porta a vetri e fuori, agitai la mano. «Scusate ho un appuntamento con la vittoria!»
La scatoletta rossa era in fondo al parcheggio, e secchione era là, appoggiato sull'auto con la sua faccia annoiata.
«Adesso te la faccio vedere io.»
Entrai in macchina e glielo gridai in faccia, a pochi centimetri dal naso. «Ho preso A+ nel test di epica!»
Rimase immobile, solo lo sguardo passava dai miei occhi alla bocca. Di sicuro non credeva a quello che stavo dicendo, ma il foglio era lì.
Prese un grande respiro. «Mi fa piacere.» Appoggiò le mani sulle mie spalle e mi spinse al mio posto come una bambina, ma non mi interessava. Lui, però, sembrava non ricordarsi della scommessa.
«Sai che significa, vero?» suggerii.
«Che sono un bravo insegnante, mi sembra ovvio.» Rispose senza spostare la faccia dalla strada.
Aspettai ancora qualche secondo. Non riuscivo a stare ferma, accarezzai più volte le pieghe dello zaino e lo pulii dalle palline di tessuto. Lui, invece, guidava con la sua freddezza e non mi aveva chiesto quale concerto avrebbe visto con me.
«Non ti ricordi?» Ci riprovai.
«Cosa?» Non passò molto che si paralizzò, gli occhi si allargarono e le mani diventarono bianche e alla fine fece una smorfia, sbuffando.
Sorrisi. «Oh, ora ti riconosco. Ti ricordi della scommessa.»
«Sì, purtroppo.» borbottò. «Hai preso un buon voto e io sono costretto a guardare un concerto di EL con te.» Si lagnò ma non mi importava, lui me lo doveva, per il mio impegno.
La sera Lucy mi ascoltò interessata. «Ma è fantastico. Dev'essere una soddisfazione.»
Secchione si girò verso di me e storse il naso. «Certo, ma in tutto questo un 'grazie Michael' da parte sua, non c'è. Anzi, mi devo anche sorbire un maledetto concerto. Scusate, devo andare a prepararmi fisicamente.» Si alzò in piedi con uno scatto e uscì dalla cucina.
«Si può sapere dove vai?» la zia allungò una mano.
La sua voce arrivò dalla sala. «A vomitare, così non lo devo fare sul divano di fangirl.»
Abbassai la testa, strinsi la forchetta nel pugno. Non era quello che mi aspettavo. Vomitare. Era veramente così disgustoso?
No, secchione è solo vanitoso e pensa di essere meglio di lui, ma devo fargli capire che non è così.
Dopo cena corsi in camera a chiamare Rita su Skype. Lo doveva sapere, di un voto simile sarebbero stati stupiti anche i professori di Seattle.
«Anche io ho una novità per te, Juno. L'altro giorno John Morrison ha chiesto di nuovo di te.» disse lei di punto in bianco.
Ci fu una piccola esplosione nella mia mente. «Un momento, è il ragazzo di un anno più grande di noi che piaceva a mezza squadra di hockey? Capelli neri, raccolti in un codino e che voleva farsi crescere la barba per fare il motociclista?»
Rise. «Sì, lui.»
Mi girò la testa un attimo, non lo ricordavo, era lui il ragazzo che mi aveva preso da parte e mi aveva baciata qualche settimana prima che morisse la nonna.
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Pink Sapphire
Fiction générale«Anche i tuoi regali devono avere dei nomi complicati. Lo zaffiro però è blu. L'ho visto nei libri». «È uno zaffiro speciale. Si trova solo in India. Invece di essere blu, è rosa. Ma è comunque uno zaffiro». Casa Simmons nasconde un segreto e Juno s...