Arriva sulla spiaggia insieme a Gianni e gli altri. Non essendo molto profondo, il lido di Portamare è gremito di spettatori, ma la spiaggia è abbastanza lunga per ospitare un gran numero di partecipanti. Sul lungomare è stata allestita una tribuna, che è già colma di gente. Diverse persone assistono ai giochi dalla strada e dal marciapiede, sedute su piccole seggiole. Alcuni ragazzi stanno sopra i tetti delle macchine parcheggiate e fanno suonare delle trombette. Gli adulti e gli anziani ridono, non ne sembrano infastiditi. C'è un clima giocoso e tranquillo. Con un po' di fatica, Gianni ed Ernesto si fanno largo tra gli spettatori in spiaggia e si siedono per terra, davanti alla prima fila, insieme agli amici e altri bambini più piccoli.
Un uomo con la maglia a strisce bianche e blu li fa indietreggiare. Ha un fischietto appeso al collo.
«Andate un pelo più indietro, ragazzi... questo spazio deve restare sgombro, per far passare i soccorsi».
Ernesto e Gianni si stringono, mentre un signore alle loro spalle arretra di mezzo passo. Gli atleti si stanno riscaldando. In pista ci sono giovani ragazzi muscolosi, insieme a uomini e donne un po' flaccidi, più in là con l'età. Le gare sono aperte a tutti. Per i bambini più piccoli, è stata allestita una zona vicino al bar, con una grande pista delle biglie e uno spazio per costruire castelli di sabbia.
Gli atleti sulla spiaggia fanno dei brevi scatti e poi si fermano a fare stretching. Ernesto riconosce il figlio dei pescivendoli, un ragazzo sui sedici anni, alto, magro, con i muscoli ben definiti. Il ragazzo si piega in avanti sulle gambe tese, toccando con facilità la sabbia con i palmi delle mani. Di fianco a lui, un uomo sulla cinquantina fa altrettanto, con le sue leve corte e muscolose. Indossa una canotta nera con disegnato lo scheletro di un pescecane, con sotto una scritta: "Club pesca in altura". Poco più in là, c'è la bidella della scuola media e il signore della bancarella dell'ortofrutta, che insieme agli altri atleti, eseguono gli allungamenti muscolari, arrivando appena a toccarsi le ginocchia. Su un grande tabellone al centro della spiaggia sono indicate le specialità di gara, con un po' di spazio sotto, per scrivere i nomi dei vincitori e gli altri classificati.
La prima è una gara di velocità, la corsa nell'acqua. Il giudice di gara, un signore con la maglia a strisce bianche e rosse, e un lungo cappello a cono nero in testa, spiega al pubblico come si svolgerà la competizione, parlando dentro un megafono: «Gli atleti correranno per circa duecento metri nell'acqua bassa fino alle ginocchia. Partiranno da sinistra, rispetto alla tribuna centrale e taglieranno il traguardo alla vostra destra».
I partecipanti si dispongono sulla linea di partenza, delimitata da alcune boe, in ordine di altezza. L'acqua arriva più o meno a tutti sotto le ginocchia. Il giudice di gara dà il via, picchiando forte sul tamburo. Gli atleti corrono al massimo della loro velocità, alzando le ginocchia e allungando le falcate. Sollevano grandi schizzi in tutte le direzioni. Il coro stonato di piedi sbattuti nell'acqua è sovrastato dalle grida di incitamento del pubblico. Qualcuno cade, qualcuno gli finisce sopra e rotola nell'acqua. Il figlio dei pescivendoli guida il gruppo, compiendo lunghi salti. Dietro di lui c'è una ragazza bionda con gambe da giraffa, poi un altro ragazzo con la barba, più basso e tarchiato, seguito dal pescatore sui cinquant'anni. La bidella e il signore dell'ortofrutta si rialzano dall'acqua. Sono caduti ad appena un paio di passi dalla partenza. L'uomo dell'ortofrutta ricade una seconda volta.
«Forza, Marco! Sei in testa!»
Una donna grida dalla tribuna, sventolando sopra di sé un foulard bianco. È la pescivendola del mercato. La ragazza con le gambe da giraffa perde terreno, mentre il figlio dei pescivendoli continua ad aumentare il suo vantaggio sugli altri. Il pescatore recupera il ragazzo tarchiato e lo supera, raggiungendo la ragazza. Mancano una ventina di metri al traguardo. Il figlio dei pescivendoli rallenta un po' la corsa, mentre il pescatore, dopo aver superato la ragazza, lo raggiunge, con falcate brevi e veloci, che tagliano l'acqua. L'uomo continua la sua progressione e supera il figlio dei pescivendoli, a pochi passi dall'arrivo, mentre questi è voltato a guardarlo. Poi il ragazzo allunga le ultime falcate e, a un paio di metri dal traguardo, si tuffa, toccando con il petto il nastro rosso, un attimo prima del pescatore, prima di cadere a terra nell'acqua. Subito dopo arriva la ragazza con le gambe da giraffa, seguita dal ragazzo tarchiato e il resto del gruppo. Gli ultimi, stremati, cadono l'uno sull'altro, dopo aver attraversato la linea del traguardo. Il giudice di gara prende parola e indica i primi tre della classifica generale.
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Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stella
FantasíaNel bel mezzo dell'anno scolastico, Ernesto si trasferisce con i genitori a Portamare, luogo di nascita della nonna. Appena arrivato nella nuova scuola, conosce Gianni, ragazzino divertente, coraggioso e pieno di energia, e Silvia, lunghi capelli ne...