Sotto l'ombrello nuovo, Ernesto e la nonna si dirigono verso la scuola. La pioggia disegna tanti piccoli cerchi nelle pozzanghere. Le gocce non cadono mai nello stesso punto.
Vicino a un muretto c'è un gatto bianco con un colombo in bocca. Il colombo, stretto per il collo dall'animale, è immobile, ma ha gli occhi aperti e si guarda in giro. Non sembra spaventato. Ernesto e la nonna si avvicinano. Il gatto li guarda e molla per un attimo la stretta. Il colombo vola via nella pioggia. Il felino continua a guardarli e miagola. Ha due bellissimi occhi viola.
«Nonna, è il gatto che ho visto con la mamma».
«Ah sì? E quando?»
«La domenica che siamo arrivati a Portamare. Stava cacciando qualcosa, poi è scomparso dietro un muretto».
Il gatto viene verso di loro. Si struscia tra le gambe della nonna.
«Ah, furbetto... vuoi ripararti dalla pioggia?»
Ernesto lo prende in braccio.
«Non prenderlo, è un randagio».
«E allora, nonna?»
«Be', niente di male... ma poi lavati bene le mani quando arrivi a scuola».
«Va bene».
Mentre camminano verso la scuola, Ernesto lo accarezza. Il gatto gli fa le fusa.
«Lo voglio portare a casa».
«Non so se la tua mamma e il tuo papà ne saranno d'accordo».
«Me ne occuperò io...»
Anche la nonna lo coccola un pochino. Il gatto continua a fare le fusa.
«È un gatto abituato a vivere in strada. Non starebbe bene in un appartamento. Se vuoi, gli portiamo da mangiare ogni tanto, ma lasciamolo libero».
«Oppure, nonna... puoi portarlo a casa tua. Hai il giardino, così è libero di venire e andare quando vuole».
La nonna sorride, abbassa gli occhi, poi li rialza verso il gatto e quindi verso Ernesto.
«Dammelo qua».
Ernesto passa il gatto alla nonna. Lui le si arrampica sulla spalla e le strofina il musetto sul collo. Poi le va in braccio e continua a fare le fusa.
«Le piaci anche tu, nonna».
«Sì... e anche lui mi piace».
Il gatto si mette con la pancia all'aria, mentre si gusta le coccole della nonna.
«Ah, è una femminuccia».
«Siamo arrivati, nonna... io devo andare. Allora? Lo porti a casa?»
La nonna fa un'espressione poco convinta. Poi la gatta le fruga nella borsa.
«Ehi gattina... guarda che non è lì il pesce, ce l'ho nel sacchetto blu, ma di certo non puoi toccarlo, se no ti faccio volare...»
«Nonna, non trattarla male».
«Sto scherzando, Ernesto».
La gatta trova il cameo nella borsa e gli dà qualche zampata.
«Anche questo non puoi toccarlo, cara micetta», mentre le parla la accarezza sotto il muso, «che begli occhioni che hai».
La gatta si gode le carezze e si rimette sdraiata. Poi salta giù. Nel frattempo ha smesso di piovere. La nonna chiude l'ombrello.
«Nonna, riprendila!»
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Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stella
FantasyNel bel mezzo dell'anno scolastico, Ernesto si trasferisce con i genitori a Portamare, luogo di nascita della nonna. Appena arrivato nella nuova scuola, conosce Gianni, ragazzino divertente, coraggioso e pieno di energia, e Silvia, lunghi capelli ne...