Qualche metro più sotto, incontra una parete nera, molle e appiccicosa, formata da tante nuvolette, che girano lente in senso antiorario. Sott'acqua, al suo fianco, è arrivato Jonathan. Il pirata gli fa cenno di guardarlo e lo invita a imitare quello che fa lui. Jonathan comincia a roteare la mano in senso orario, formando mulinelli che vanno a contrastare il movimento rotatorio delle piccole nubi nere. Ernesto fa altrettanto. Dopo un po', alcune nuvolette si allontanano e nuotano via, scivolando nell'acqua e dissolvendosi. Incoraggiati dal risultato positivo, i due continuano a formare mulinelli con la mano, tornando a galla ogni tanto, per respirare. Dopo un po' le nubi si allontanano del tutto e le bolle azzurre ricominciano a fluire nella profondità dell'acqua.
Soddisfatti, Ernesto e Jonathan risalgono nella grotta segreta. Aspettando il momento giusto, si tuffano nel pozzetto da cui sono entrati, lasciandosi risucchiare dall'acqua. Si ritrovano nella grotta più esterna.
«Jonathan...»
«Che c'è ragazzo?»
«Ma perché Gigliola e i mercanti non si sono nascosti nella grotta segreta?»
«Perché quel passaggio non c'era ancora, prima non era necessario. Si è formato dopo, quando le preoccupazioni delle persone sono cominciate ad aumentare».
Escono e raggiungono il gommone. Slegano gli ormeggi e ripartono. Intanto, le nubi nere sulla superficie dell'acqua hanno ricominciato a mescolarsi alle bolle azzurre, che svanendo, stanno liberando minuscole stelline argentate nell'aria. Quelle piccole scintille di luce danzano e risalgono verso il cielo, confondendosi tra gli astri. Il vento si è calmato e anche il mare è diventato liscio come un mantello di seta. Mentre superano gli scogli, Ernesto e Jonathan sentono una voce, che proviene dal vecchio porto.
«Ehi, voi... siete per caso dei maghi?»
È il bambino dell'aquilone, se ne erano dimenticati.
«No, non siamo maghi, perché?», gli risponde Jonathan, mentre si avvicinano col gommone.
«E quelle stelline argentate? Quei vortici da cui uscivano quelle nuvole nere che si sono trasformate in vento? Che diavolerie sono?»
Poi il bambino guarda il mare e si mette a canticchiare: «Trenta ne ha novembre, con april, giugno e settembre, di ventotto ce n'è uno...»
Lo raggiungono con il gommoncino rosso e lo invitano a salire. È un po' più basso e piccolo di Ernesto, ha un viso famigliare. Deve averlo già visto in giro per la scuola. Ha due occhietti azzurri da furbo e una bella rasatura di capelli, col ciuffetto riccioluto.
«Vieni con noi se vuoi, ti spiegheremo tutto, ora dobbiamo andare a finire il nostro lavoro», gli dice Jonathan.
«Ma tu sei un pirata?», gli chiede il bambino mentre sale a bordo.
«Certo che sono un pirata, che domande... non l'hai visto il mio cappello?»
«Uao, un vero pirata, è incredibile... là, là, là, là, là, là»
«Ecco perché con lui non ha funzionato», sussurra Jonathan all'orecchio di Ernesto, «è un canticchiatore».
«Eh? Che hai detto pirata? Trullallero, trullalà, trulla, trulla, là...»
Il bambino non sta zitto un attimo, continua a canticchiare tra una frase e l'altra, mentre guarda divertito ogni cosa intorno a sé.
«Niente, niente... ma tu che ci fai ancora sveglio a quest'ora di notte?»
«Stavo sognando i pirati e ho visto un bambino che volava su un gabbiano».
Deve essere entrato nel mio sogno.
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Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stella
FantasíaNel bel mezzo dell'anno scolastico, Ernesto si trasferisce con i genitori a Portamare, luogo di nascita della nonna. Appena arrivato nella nuova scuola, conosce Gianni, ragazzino divertente, coraggioso e pieno di energia, e Silvia, lunghi capelli ne...