13-Lieve Gelosia

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Mi sveglia di soprassalto al rumore di un colpo contro la porta della mia stanza. Era Kai, che mi informava che avevo dormito troppo e che il pranzo era pronto. Con calma, mi preparai e uscì dalla stanza, accolto da un profumo invitante. 

Sul tavolo erano disposte pietanze che non avevo mai assaggiato prima, e il mio stomaco brontolava in segno di approvazione. Tuttavia, esito a lungo prima di sedermi a mangiare, sentendomi a disagio a consumare il pasto davanti agli altri. 

Mi feci coraggio, prendo la forchetta e comincio a mangiare, sebbene la mia mano tremasse come una foglia al vento.

Kevin, l'unico notò il mio tremore, ma che non disse nulla, limitandosi a osservarmi che, pian piano, trovo la forza di continuare.

Dopo il pasto, tutti si alzarono e lasciarono la stanza, sparmiando nel nulla. Rimasi ancora seduto, osservando le mie mani che ancora tremavano leggermente. 

Notò lo sguardo di Kevin su di me.

<<Che c'è?>> Kevin non rispose e se ne andò. Pensai che, nonostante tutto, si sentiva bene dopo quello che era successo tra noi.

Decido di prendermi un momento per me e mi diriggo verso il grande prato. L'aria era colma del profumo delle rose e del canto melodioso degli uccelli. 

Camminando, noto che ero giunto in un luogo dove trovai Kai con un bellissimo cavallo bianco.

<<Perché sei qui?>> ignoro la sua domanda con un sorriso e mi accomodai sul prato, osservandoli. 

Il cavallo di Kai si avvicino a me, annusandomi con curiosità, ricambio con una carezza. Mi accorsi di un Kai infastidito ma nonostante l'iniziale fastidio, si sedette accanto a me, sdraiandosi e chiudendo gli occhi. 

Non dissi nulla, ma sento una presa da parte di Kai e, mi tira forse senza volerlo, mi fece cadere sul suo petto. Ci osserviamo per un momento, poi decido di sdraiarmi accanto a lui. 

Con un gesto deciso, mi ritrovo Kai sopra di me, immobilizzandomi i polsi con fermezza. Kai mi fissa negli occhi, sembrava in cerca di risposte a domande che sembrano bruciare dentro di lui.

<<Chi sei veramente>> rimasi sorpreso a questa domanda che mi chiesi nella testa il perché voleva saperlo. 

<<Non sono nessuno>> sapevo perfettamente che la mia risposta era molto breve ma non mi sembrava proprio il caso di rivelare tutto. Sopratutto a lui. 

Sentiamo un ramo spezzarsi e ci voltiamo, trovando Kevin con uno sguardo furioso stampato sul volto. In questo momento siamo davvero incapaci di chiederci cosa ci faceva qui. 

All'improvviso i due iniziano una discussione banale che però si trasforma in un litigio acceso.  Le parole taglienti volavano come frecce tra di loro, e nessuno dei due sembra disposto a cedere.

<<Smettetela!>> cercai di fermarli parlando ma non serviva nulla.  

Le loro emozioni erano ormai fuori controllo. Nella foga del momento, né Kai né Kevin si resero conto della mia presenza. Il silenzio cadde improvvisamente su di noi. Kai e Kevin, ancora con il respiro affannato, mi guardano con occhi spalancati. Per un istante, tutti noi rimaniamo immobili, la gravità della situazione finalmente era chiara.

Osservo Kevin, notando il tremolio che lo attraversava mentre fissava le ferite che avevano causato. In un silenzio pesante, Kai e Kevin si fecero avanti, uniti in un coro di scuse.

<<Ci dispiace>> dissero all'unisono, avevano la voce carica di rimorso. 

Kevin si era comportato in modo strano, quasi come se fosse geloso, ma non riesco a capire il motivo di tale emozione. Dopo aver fatto segno che tutto andava bene, mi allontano, lasciando i due da soli con i loro pensieri.

Passò del tempo prima che Kevin trovasse il coraggio di bussare alla porta della mia stanza. Entrò, determinato a chiedere scusa, ma lo interrompo con una domanda molto diretta.

<<Perché ti sei comportato così?>>chiesi curioso.

Vidi Kevin stringere i pugni, sembrava lottare con se stesso prima di ammettere la verità. Con grande sforzo confessò. 

<<Ero geloso>> rimasi pietrificato da tale risposta.  Quasi d'impulso, corse ad abbracciarmi, le lacrime agli occhi per il dolore che sapeva di aver causato. Con calma e comprensione, gli accarezzo la testa in silenzio, senza bisogno di parole.

Questa sera, avevo deciso di saltare la cena. Rimasi nella mia stanza, steso sul letto con Kevin appoggiato al mio petto, entrambi trovammo conforto nella presenza dell'altro.

Il silenzio della notte ci permettevano di rilassarci. Io, in particolare, sentivo un cambiamento dentro di me. Per la prima volta da molto tempo, non mi feci trascinare dai ricordi del passato.

Con un sospiro di sollievo, chiudo gli occhi, permettendo alla mente di riposare, pronto ad affrontare un nuovo giorno con un cuore più leggero.

Sotto Il Segno Della Fenice: Sangue & PassioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora