Dal paese di Olmofilato, osservando con attenzione la Collina dei Conigli, chiunque poteva vedere sulla sua parte più alta, una piccola casa, costruita in maniera bizzarra. Invece che svilupparsi in orizzontale , come tutte le abitazioni che si rispettino, si ergeva in verticale, ma parecchio in verticale e non solo: sul tetto di questa casa così singolare, c’era un comignolo alto alto,che si stagliava contro l’azzurro del cielo e sembrava quasi volerlo raggiungere.
Intorno a questa abitazione si raccontavano moltissime storie. Chi diceva che fosse disabitata, chi parlava di una principessa tenuta nascosta in quelle mura, chi ancora affermava che fosse abitata dagli gnomi delle montagne e chi addirittura dal diavolo in persona! La verità è che nessuno sapeva chi potesse vivere, così isolato lassù, ma non c’era abitante di Olmofilato che fosse così coraggioso da andare a verificare. Piuttosto, tutti facevano finta di nulla e se non arrivava un forestiero e faceva domande, nessuno parlava mai della casa col comignolo.
Un giorno arrivarono un papà e la sua bambina, che chiesero una camera nella locanda del paese. Il loro arrivo fu notato da tutti perché agli abitanti di quel piccolo borgo, abituati alle tradizioni che si tramandavano da sempre, sembrò strano che non ci fosse anche una mamma a completare il nucleo familiare. Non sapevano che oggi invece le famiglie possono essere di tanti tipi! Inoltre padre e figlia avevano così tante valige e bagagli, da sembrare un esercito in trasferta invece che due persone soltanto. Non essendo un paese turistico la locanda aveva tutte le stanze vuote e Ben, questo era il nome del papà,chiese di poterne avere una con la vista proprio sulla collina e provvista necessariamente di un balcone. Ortensio, il proprietario, lo accontentò di buon grado e quando seppe che si sarebbero fermati per un mese intero, gli sembrò di aver vinto alla lotteria.
Amina, che aveva nove anni ed era una bambina con un intelligenza fuori dal comune, aiutava il padre nelle sue ricerche. Arrivati su, chiusero la porta della camera e cominciarono a tirare fuori strumenti e cannocchiali, lenti e treppiedi, insomma in men che non si dica, la stanza fu invasa da una quantità di cose che occupavano tutto il pavimento.
Per ultimo sistemarono i loro vestiti negli armadi e affamati, uscirono a cercare un posto dove poter mangiare.
Il motivo del loro arrivo in paese nessuno lo conosceva. A tutti quelli che chiedevano come mai si trovassero proprio a Olmofilato, rispondevano di essere in vacanza.
“Papà cominceremo ad osservare già domani?”
Amina, che aveva i capelli rossi e un mucchio di lentiggine sparse sul viso, guardava suo padre addentare un cosciotto di maiale arrostito.
“Dipende dal tempo lo sai, non possiamo decidere noi se sarà bello o …nuvoloso.” e le sorrise con uno sguardo complice.
“Speriamo che ci siano le nuvole papà, non vedo l’ora di poterle osservare da vicino !”
“Non dobbiamo avere fretta. E’ per questo che ci fermeremo così a lungo.”
Amina, che era pur sempre una bambina e quindi molto curiosa, non riusciva a star dietro ai tempi di attesa che una situazione del genere prevedeva e una volta tornati in camera, pregò un folletto, il dio Eolo o chi per loro, di arrivare in fondo alle loro ricerche nel più breve tempo possibile! Chiuse gli occhi e si addormentò.
Ben invece, accese la piccola luce sul comodino, e cominciò a rileggere per la centesima volta, il contenuto di quel libro scovato per caso in una biblioteca anni prima. Parlava di uno strano fenomeno: una” sorgente delle nuvole”, inspiegabile da un punto di vista scientifico e in disaccordo totale con il soffiare dei venti e l’umidità di quella zona. Continuava poi, dichiarando che fino ad allora, nessuno aveva mai capito come mai, proprio da Olmofilato sembravano nascere tutte le nuvole che poi facevano i loro viaggi nei cieli del mondo.
Il giorno si faceva avanti e Amina e Ben furono pronti a guardare fuori dalla finestra alle prime luci dell’alba. La collina dei conigli era ancora avvolta dalla nebbia mattutina, ma dal comignolo della casa verticale si intravedeva una striscia bianca che cominciava a prendere forma man mano che saliva verso il cielo. Da oriente la luce si faceva più chiara per l’imminente sorgere del sole e questo era in evidente contrasto, con quell’inizio di nuvola che stranamente continuava a formarsi. Presero i cannocchiali più potenti e cercarono di mettere a fuoco. Sembrava che dalle finestre a piano terra ci fosse una luce rossastra che a tratti aumentava per poi diminuire nuovamente.
“Papà sembra fuoco!”
“Aspetta Amina, guardiamo meglio…”
La luce rossastra cominciò ad espandersi e si intravedeva attraverso le finestre del secondo e del terzo piano e aumentava di intensità!
“Guarda papà, guarda! Escono nuvole dal comignolo!”
Ben si grattò il mento con aria incredula! Ma come era possibile? Aveva studiato tanti anni per diventare quello che era diventato, il più esperto conoscitore di fenomeni naturali, ed ora? Era mai possibile che le nuvole del mondo si creassero proprio come diceva il libro?
Passarono i giorni e padre e figlia osservarono ogni mattina per due settimane quello strano fenomeno. In paese erano ormai diventati amici di tutti ma nonostante chiedessero informazioni sulla cosa, nessuno sembrava sapere niente.
C’era solo un vecchietto che incontravano alla locanda che non si vedeva mai durante il giorno .Appariva la sera con la sua barba lunghissima e la camicia a quadri e mangiava seduto in un angolo senza mai parlare con nessuno. Era una cosa strana visto che lì si conoscevano tutti…
Una sera decisero di seguirlo. Il vecchio con il suo passo lento, cominciò a salire su per la collina. Ogni tanto si fermava per riprendere fiato e osservava il cielo quasi a volersi assicurare che tutto fosse a posto. Amina e suo padre, erano poco dietro di lui, cercando di non farsi vedere.
“Potete anche salire con me se volete”
Erano stati scoperti!
Gli si avvicinarono timorosi, ma lui non sembrava arrabbiato.
“Chi siete e perché mi seguite?”
Ben, in poche parole, gli spiegò il motivo della loro presenza ad Olmofilato e quello che aveva letto nel libro.
“Sediamoci un attimo,vi spiegherò tutto…”
Era veramente lui, il Creatore di nuvole e quello che aveva letto Ben era tutto vero!
Viveva in quella casa da un tempo indefinito e aveva smesso di contare anche i suoi anni. Era l’ultimo di una famiglia di “creatori” ma non sapeva come e perché avesse quel compito. Creare nuvole lo rendeva felice e sapeva che tanti altri nel mondo apprezzavano il suo lavoro. Nei luoghi caldi inviava nuvoloni grigi che portassero pioggia e refrigerio e nei cieli estivi cumuli bianchi come panna montata. Altre volte si divertiva a creare le forme più strane e sapeva che i bambini si divertivano a riconoscere un animale o un fiore, a volte una nave.
Ben lo ascoltava e non credeva alle sue orecchie, mentre ad Amina sembrava tutto così naturale.
Il creatore di nuvole si intrattenne con loro ancora un po’, poi disse:
“Adesso che sapete tutto dovrò fare in modo che il mio segreto rimanga tale e come ho già fatto con altri prima di voi, girando le spalle per tornare in paese, avrete dimenticato tutto quello che vi ho detto e io potrò continuare, indisturbato il mio lavoro.”
Fu esattamente come aveva detto. Amina e Ben trascorsero le successive settimane continuando ad osservare le nuvole uscire dal comignolo di quella casa, senza trovare una spiegazione. Lui si arrese al fatto che non tutto può essere provato, neanche con la scienza più scienza del mondo e rimettendo a posto i bagagli, il giorno della partenza, neanche si rese conto della misteriosa sparizione del libro che lo aveva portato lassù.
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IL CREATORE DI NUVOLE
General FictionUna favola per dare risposte fantastiche a chi crede ancora alla fantasia.