The project

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Indossai i miei occhiali da vista, solitamente non li indossavo, li portavo appresso ma non li indossavo.

Aspettai che Alex tornasse in camera sua, nel frattempo la ispezionai. Bianca, con delle Jordan appese, cappelli.
Modellini d'auto.
Un pc e la PlayStation.

Ero seduta sul letto, con il pc di Alex tra le gambe, che aspettavo che salisse.
Lo sentì finalmente, entrò.

Mi guardò.

« sei improvvisamente diventata una nerd?» roteai gli occhi.
« iniziamo, prendi il libro.» si avvicinò allo zaino e lo cacciò.

« leggimi la pagina che parla di Giotto.» dissi, prese la pagina della Pentecoste.

Iniziò a dettare.« La Pentecoste raffigura 12 uomini...» scrissi.
Iniziò a leggere più veloce.
« Alex, calmo, non riesco a stare al tuo passo!»

« non riesci perché sei lenta, muoviti.» ridettò.

*

« Mami, facciamo una pausa?» alzai il capo dal laptop.
« smettila di chiamarmi Mami.» dissi acida.
« perché? Lo trovo carino come soprannome.» sbuffai.
« ripeto, Mami, facciamo una pausa?» annuì.

Mi stesi sul letto, col cellulare fra le mani, che scorrevo fra tiktok.
Notai un suo edit.
« Ay, sono io.» disse.

« complimenti.» lo presi in giro scorrendo.
Dopo qualche minuto mi arrivò una notifica.

AZLOVEACE has followed you...

Arricciai le sopracciglia.
E ora chi era?
Guardai le foto, era Alex.

« sei per caso innamorato, Alex?» domandai, mi guardò.
« sicura che non sia il contrario?»

« Chino, non te l'hanno mai detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?» ghignò, avvicinandosi.
Era steso di lato, i capelli leggermente disordinati nonostante se li aggiustasse ogni tre per quattro.

Si passò la lingua sui denti, notai che aveva l'apparecchio, o meglio già l' avevo notato quando sorrideva.

« hai appena risposto con una domanda, Mami» roteai gli occhi.
Mi focalizzai sui suoi occhi, dove potevo vedere il mio riflesso.

« Dobbiamo continuare.» ripresi il laptop.
Iniziò a dettare.

*

Erano le 8 di sera, avevamo appena finito di fare il progetto, stampai le pagine e Alex si sedette a giocare con il pc.

« devo tornare.» dissi, lui annuì.
« ti accompagno.» arricciai le sopracciglia.
« Chino, ho le gambe.» mi guardò serio.

« è tardi e ci sono molto malintenzionati.» annuì, entrammo nella sua Mustang nuovamente.

Mise in moto e iniziò a guidare fino alla mia casa.

« ciao Mami» « ciao Chino» chiusi la portiera ed entrai in casa.

Ero sola, salì in camera, avvisando la mia migliore amica che domani alle 4 la sarei andata a prendere per andare a comprare i vestiti.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐑𝐄𝐀𝐊𝐄𝐑|| 𝐀𝐋𝐄𝐗 𝐂𝐇𝐈𝐍𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora