Come sospettava, il Prefetto di Serpeverde lo stava aspettando appena fuori dal rettangolo di luce che ancora emanava dalla Sala Grande.
Era l'immagine di una statua ellenistica di un dio pagano scolpita in carne di avorio e avvolta in seta scura.
Il suo sorriso era la lama scintillante di un bandito e il distintivo del Prefetto scintillava sul suo petto come uno smeraldo.
Attraverso l'oscurità non riusciva a distinguere chiaramente nessuno dei suoi lineamenti."Seguimi, Harry." fece le fusa, suonando molto come un gatto che aveva catturato un canarino. "L'ingresso della Sala Comune di Serpeverde si trova nei sotterranei della scuola e la Sala Comune stessa si estende sotto il Lago Nero."
Le sue vesti si gonfiavano dietro di lui mentre si girava e iniziava a camminare.
Fluenti.
Maestose.
E gli ricordavano assurdamente Piton.
Il portamento di Voldemort - no, non ancora Voldemort, ma sicuramente d ragazzo che un giorno sarebbe sbocciato nel più potente Mago Oscuro che il mondo avesse mai conosciuto se Harry non fosse riuscito a distoglierlo dal suo attuale percorso - era aggraziato.
Flessibile.
Più una scivolata che una camminata, in realtà.
Ogni singolo movimento del suo corpo, dalla posizione delle spalle all'angolo in cui i suoi talloni incontravano il pavimento, era come la stretta di mano che aveva dato nella Sala Grande: controllata attentamente.In Tom Riddle non c'era nemmeno il più piccolo tic involontariamente fuori posto.
"Da quanto tempo sei arrivato qui?"
Ci volle un momento per registrare che Riddle gli stava parlando e che la domanda era stata rivolta casualmente a lui da sopra la sua spalla destra.
Occhi scuri che scintillavano freddamente nella penombra con un'attenzione serpentina.
La sua voce era un baritono ricco e colto, liscia come la seta e molto più forte di quella dell'eco evocata dal diario che aveva posseduto Ginny durante il suo secondo anno.
Caldo, seppur visibilmente mielato in un modo che lo rendeva cauto, e piacevole da ascoltare.
Niente a che vedere con i sibilanti striduli rauchi, come schegge di vetro artico, con cui il Signore Oscuro parlava ai tempi di Harry.Se non altro, la combinazione di sguardi cherubici e voce da sirena rendeva il Tom Riddle di quel tempo migliaia di volte più pericoloso della scarna ombra ossea che era Lord Voldemort.
Sebbene Harry non fosse mai stato uno che affermava di capire il Signore Oscuro, o anche solo di volerlo fare, semplicemente non riusciva a capire perché mai il suo acerrimo nemico avrebbe gettato via un'arma del genere per una pelle come la morte e occhi come il sangue."Forse un'ora prima del banchetto." mentì. "Non ne sono molto sicuro."
"Da dove vieni? Hai viaggiato molto?"
"Londra." abbastanza vero. "Fino a quest'anno ho studiato a casa, ho fatto i miei G.U.F.O al Ministero, ma i miei tutori hanno pensato che avrei dovuto fare i miei M.A.G.O in un ambiente accademico appropriato. Il viaggio non era distante, ma non era comunque piacevole."
"Di rado lo è."
Svoltarono l'angolo e scesero da una rampa di scale curve in pietra.
"Stai attento alle scale, sono piuttosto scivolose."
Come se fosse stato un segnale, il suo piede destro scivolò via e, se non fosse stato per la rapida e potente presa di Tom sul suo avambraccio che lo tirava in piedi, sarebbe caduto a testa in giù.
Imperterrito dal fatto che il suo interlocutore avesse quasi sfiorato la morte e dal fatto che lui stesso era ancora in qualche modo incredibilmente sicuro di piede, il Prefetto di Serpeverde continuò a parlare.
"Sei stanco, vero?"
Harry annuì, per una volta la sua risposta era del tutto sincera.
"È stata una lunga giornata, Tom."
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𝐏𝐫𝐚𝐞𝐜𝐥𝐚𝐫𝐮𝐬 𝐀𝐧𝐠𝐮𝐢𝐬
FanficLa guerra contro Voldemort non sta andando bene e Silente ha escogitato un piano disperato per localizzare e distruggere meglio gli Horcrux del Signore Oscuro: viaggiare in una linea temporale alternativa per ottenere l'assistenza di nientemeno che...