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<Mamma?> chiedo appena rispondo alla sua chiamata

<Dimmi tutto>

<Mi hai chiamata te, non girare il coltello nella piaga, siamo già ai ferri corti>

<Giusto> mi rassegno all'idea che mia madre è nata e morirà stupida

<Che hai da dirmi>

<Ti offro una seduta nel mio salone, voglio farti i capelli come piacciono a te ricordi? Se passi oggi te li faccio subito>

<Dammi il tempo di farmi accompagnare>

<Ti aspetto> riattacca senza nemmeno salutare, come dicevo è stupida, non ha mai capito il valore della vita e mai la capirà, le importa solo scopare e spillare i soldi dal portafoglio degli altri, come ha fatto con papà.

<XAVIEEEEEER> lo richiamo da camera mia, ma non risponde, mi infilo dei pantaloni al volo, la prima maglia che trovo e le scarpe, esco dalla camera correndo e mi avvio nella sua, mai avessi aperto la porta, trovo Xavier a scopare con una tizia presa da qualche festa a cui è stato ieri notte

<Senti spazzatura, esci dalla nostra casa immediatamente, e non fartelo ripetere due volte> avviso la ragazza, prendendo i suoi vestiti e lanciandoglieli dal balcone di mio cugino, lui mi guarda scioccato ma non meravigliato, non è la prima volta che succede, ma da quando ci siamo allontanati anni fa, le cose sono cambiate, lui le fa venire spesso e volentieri, se non tutti i giorni, un giorno si e uno no per forza, nonostante abbiamo chiarito, prima che tutto si sistemi ci vuole.

Il nostro rapporto è ancora instabile

<Vestiti, mi devi portare dalla mamma, e non ti azzardare mai più a portare tizie prese dalla strada, lo sai che mi fa schifo, in casa nostra solo persone pulite> fa un ghigno

<Il tuo tipo non è pulito eppure si è fermato a dormire da te, e nessuno si è lamentato, quindi io posso portare chi voglio>

<Non è il mio tipo, e non tornerà più in casa nostra>

<Ora sparisci che mi devo vestire, altrimenti non posso portarti dalla zia> mi butta fuori dalla sua camera, ci rimango male, ma alla fine è stata colpa mia, ogni tanto andremo d'accordo ma non sempre e non come prima.

<Come va con tuo cugino? Ho sentito da mia sorella che non andate molto d'accordo>

<Esatto, colpa mia, non fatene un dramma, prima o poi risolveremo, mi ha insegnato che la vita non è tutta rose e fiori> mi sta decolorando i capelli, non so perché abbia voluto farmeli lei, ma non importa

<Sai quando siete nate tu e Micol, lui fu il primo a toccarvi, vi voleva a tutti i costi, mi promise che sarebbe stato con voi fino a che non sareste cresciute grandi e forti> si zittisce, immagino che alla fine nonostante tutto siamo sempre le sue figlie

<Tu avevi legato subito con lui, gli volevi un bene dell'anima, e quando si allontanava o tornava a casa sua era sempre un dramma, iniziavi a piangere e a urlare il suo nome.

Diverse volte tua zia dovette farlo dormire da noi e in quei giorni ti addormentavi tra le sue braccia> beh in effetti ho dei ricordi ben nitidi di quei tempi, ma sono così lontani che sembrano surreali

<Quando vi ho lasciati da vostra zia dopo la morte di Micol, tu dormivi sempre con Xavier, nel frattempo ti fecero la camera in base ai tuoi gusti, ma iniziasti a usarla anni dopo e da lì le cose cambiarono, tu sei cambiata, lui cercava solo di adattarsi a te>

<Non è andata esattamente così, quando usai la mia camera, lui iniziò a portarsi le tipe a letto dicendo che mentre c'ero io non poteva, come se fossi stata un peso alla sua camera> ammetto ricordandomi i primi tempi in cui andai a dormire in camera mia.

Fu lì che trovai per la prima volta Xavier scopare con una a caso raccattata da chissà dove, la buttai fuori da casa di peso afferrandola per un braccio, le intimai di non tornare mai più, Xavier rimase meravigliato, ma da allora le faceva venire la notte e le faceva uscire appena finivano senza tanti complimenti

<Dovreste chiarire una volta per tutte, state male entrambi, a prescindere da chi abbia deciso o iniziato la lontananza, avete bisogno l'uno dell'altra e non dire che non è vero> per la prima volta in vita sua ha ragione, io ho bisogno di Xavier e penso che lui abbia bisogno di me

<I capelli sono quasi pronti, il lavoro è gratis, prendilo come regalo di compleanno anticipato non mi ringraziare, lo faccio più per me che per te>

<Immaginavo, non avrei sborsato una lira anche se non me lo dicevi>

<Dove sei?> chiede Jayden dopo aver accettato la chiamata educato come mia madre, non è che lui è il gemello di Chris, o il fratello di mezzo?

<Sono cazzi mia> sogghigno guardando mamma dallo specchio

<Dove sei, non farmelo ripetere>

<Ma cosa vuoi pretendere Jayden? Non hai nemmeno detto ciao, mi ignori giorni interi e pensi che io ti dica dove sono?> sto iniziando a innervosirmi

<Dove sei?> chiede ancora iniziando pure lui a perdere la pazienza

<Non ti interessa cazzo Jayden, fatti i beati cazzi tua, e non ti intromettere> sputo acida ottenendo un'occhiataccia da mia madre

<Non ti permettere a parlare così con le persone ragazzina!> interviene lei mentre mette un olio per capelli prima di asciugarli, Jayden sospira al telefono, mi immagino che stia contando fino a dieci prima di perdere del tutto la pazienza

<Sono da mia madre a farmi i capelli, ti chiamo appena torno a casa, se vuoi passare>

<Aspetto la tua telefonata stronza, non tardare> mi riattacca in faccia, senza che abbia l'opportunità di rispondere.

<Bellissima, ma potevi fare di meglio zia> sbuca dal nulla Xavier, non cambieranno le cose fra di noi, potremmo abbracciarci quanto vogliamo, ma una cosa rovinata rimane rovinata

<Puoi anche non offendere, so che ti faccio schifo ma evita> si avvicina e prendendomi le guance con una mano mi lascia un bacio sulle labbra, mamma ci guarda triste

<Stai zitta, e ricorda al tuo amico che solo noi possiamo baciarti, non ti ha cresciuta lui>

<Smettila, ti devo ricordare come ti ho trovato prima di venire qui? Zia non sarà felice di saperlo>

<La cosa non ti riguarda piccola> mi guarda glaciale, ha degli occhi chiari stupendi

<Mi rigurda visto che non riesco più a stare con te Xavier, più andiamo in là, più sarà difficile tornare indietro e essere come prima> gli urlo contro, sbarra gli occhi impaurito, mi sono alterata troppo, anche se far innervosire del tutto me ci vuole, e stavolta spero che abbia capito che le cose si stanno facendo difficili.

E' come se mi avessero tolto un padre o un fratello, e mi costringano a vivere senza di loro

<Sydney> mi richiama con voce tranquilla

<No, va bene così> mi alzo dalla sedia e esco senza salutare nessuno, mi sono stancata, prima mamma, poi papà, gli zii, i miei cugini, Jayden, ogni volta sembra che la vita me li mandi apposta per ricordarmi che non mi merito niente di niente, e che dovrei stare sola, non dovrei meritarmi nemmeno le persone che ho intorno, salgo in macchina e lo aspetto.

Da Los Angeles A Mai PiùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora