Capitolo 1- Falso Paradiso

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Il ronzio costante del motore riempiva l'aria mentre il furgone rallentava davanti a un edificio imponente. Da fuori sembrava un palazzo qualsiasi, una struttura anonima forse adibita a uffici. Ma Li Yue sapeva che dietro quelle mura si nascondeva una verità molto più oscura.

Con le mani legate davanti a sé, il respiro le si faceva corto, e il cuore le martellava nel petto. Le avevano promesso un rifugio, un luogo sicuro dove gli omega come lei potevano sfuggire alla crudeltà del mondo. Ma quella promessa si era frantumata prima ancora di concretizzarsi.

Non si era mai fidata di quei rifugi. Per quanto li promuovessero in televisione e sui giornali, per quante campagne pubblicitarie ne parlassero come luoghi di protezione, Yue li aveva sempre trovati inquietanti. Ma ora non aveva più scelta. Trasferirsi in città per lavoro l'aveva costretta a convivere con una vicinanza scomoda, soprattutto ora che viveva in un minuscolo appartamento.

Nonostante i suoi sforzi, era sempre più difficile nascondere i suoi heat ai vicini, e se qualcuno l'avesse scoperta...

I rifugi erano fatti apposta per questo, almeno così dicevano: offrire un riparo sicuro agli omega durante il periodo degli heat, garantendo anonimato e somministrando soppressori a chi non poteva permetterseli. E Yue decisamente non poteva permetterseli, non con il suo stipendio da maestra d'asilo.

Aveva cercato il rifugio più vicino, decisa solo a dare un'occhiata all'esterno. Non si era accorta del furgone nero che la seguiva. Quando aveva sentito qualcuno alle spalle, era stato già troppo tardi: una mano l'aveva afferrata, spingendola dentro il veicolo. Il resto era ancora un vuoto confuso.

La porta del furgone si aprì con uno scatto metallico, e due uomini la trascinarono fuori senza tanti complimenti. I loro sguardi erano freddi, privi di emozioni, mentre la spingevano verso l'ingresso dell'edificio. Yue si sentiva un animale in trappola, ma non si arrese. Doveva restare lucida, cercare una via di fuga.

L'interno del palazzo era gelido e sterile, l'aria pesante come se quel posto fosse stato un vero rifugio, una volta, ma ora nascondeva qualcosa di marcio. Le pareti bianche sembravano sporche, come se dietro quel candore si celasse una macchia. L'odore pungente di disinfettante le bruciava le narici.

Una donna la accolse con un sorriso innaturale, gli occhi che evitavano accuratamente i suoi.

"Benvenuta al Rifugio 12," disse con voce piatta. "Ora sei al sicuro."

Yue non le credette nemmeno per un istante. La condussero in una piccola stanza spoglia, e la porta si chiuse alle sue spalle con un rumore secco, come un coperchio su una bara. Sul letto, un modulo da compilare, che ignorò completamente, concentrandosi sul suono dei passi che si allontanavano nel corridoio. Il silenzio era assordante.

Questo non era un rifugio. Era una prigione travestita da salvezza.


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