9. Tutto il mondo mio

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Simone sta fissando il latte all'interno della sua tazza da almeno cinque minuti, guarda il modo in modo in cui il colore sta mutando sempre di più da quando ha aggiunto il caffè al suo interno e più osserva più si perde nei ricordi di quando era ...

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Simone sta fissando il latte all'interno della sua tazza da almeno cinque minuti, guarda il modo in modo in cui il colore sta mutando sempre di più da quando ha aggiunto il caffè al suo interno e più osserva più si perde nei ricordi di quando era bambino, quando Jacopo gli preparava il latte prima di andare a scuola e gli metteva una goccia di caffè, dicendogli però di non prenderci gusto.

Nonostante ieri sia andato a letto davvero tardissimo - forse dovrebbe dire stamattina, considerato che alle quattro era ancora sveglio - ha la testa piena di pensieri che vorrebbe solo affogare in questa tazza di latte, ma non può farlo, non può davvero lasciare le preoccupazioni e i sensi di colpa fuori dalla porta.

"Broncio, buongiorno" lo saluta Jacopo, entrando in cucina seguito dal suo migliore amico, entrambi assonnati e stanchi dalla festa di ieri che li ha tenuti in piedi fino all'alba a sistemare. "Potevi aspettare me per la colazione, te la preparavo io" gli dice, mentre lo saluta con una rapida carezza tra i capelli.

"Ho solo scaldato un po' di latte..."

"Sì, ma sai che mi piace fare cose per te da quando sono tornato."

Jacopo è un angelo e Simone sente di non meritare un fratello così amorevole dopo quello che ha fatto ieri sera. "C'è... c'è del caffè caldo, l'ho fatto poco fa."

"Grazie" risponde Manuel, scivolando sulla sedia di fronte alla sua e lanciandogli uno sguardo di intesa. "Jacopì, a me non la prepari la colazione?"

Detto fatto, mezzo secondo dopo una scatola di biscotti fa la comparsa sotto il suo naso. "Statte zitto e magna."

"Scorbutico. Non te sei divertito ieri co' Mercoledì?"

"Ero a tanto così, poi quei teppisti che ce siamo ritrovati n'casa hanno pensato bene de distrugge tutto" si lamenta Jacopo, mentre recupera del bacon e delle uova dal frigo. "Te invece se po sape che fine avevi fatto? Me hai lasciato da solo a gestì tutto, brutto stronzo."

"Ah, pe questo ce l'hai co' me? Me pare de averte dato 'na mano dopo."

"Sì, quando sei ricomparso te, io e Simone già ce eravamo occupati quasi de tutti. Possibile che non te posso perde de vista du minuti che vai a scopà? Sei n'professore mo, te dovresti dà n'contegno. Guarda che se non scopi a 'na festa non more nessuno, eh."

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