Fiocco di neve - CAPITOLO EXTRA

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Of all the lies
I have ever lived,
my favourite was
You and I.

(Di tutte le bugie
che ho vissuto,
la mia preferita è stata
Io e Te)

David Jones






Io amo dicembre.

Non per i regali di Natale, l'albero, il cibo, le vacanze, le luci che decorano la città, niente di tutto ciò.

A me dicembre piace per i fiocchi di neve.

E non quelli veri, ma quelli di carta.

Quelli di carta che faccio sempre con mamma e papà, il 4 dicembre, e che poi incolliamo sulle finestre e le pareti di casa. Papà mi prende in braccio ogni volta così anche io posso raggiungere i punti più alti e la mamma sta attenta sempre a non lasciare scoperta qualche zona. Ne facciamo così tanti che stanno in tutte le stanze della nostra villetta, persino nella loro camera da letto e nel garage dove papà lavora da solo. È bello perché il giorno prima è il mio compleanno e facendolo sembra che ancora non è passato, che è ancora il mio compleanno.

È una nostra tradizione, ho scoperto che è stato papà a inventarla.

Il 3 dicembre festeggio ogni volta. La mamma e papà non esitano mai a fare grandi feste per me, vengono tutti i nonni e gli zii e anche i miei amici, mi diverto un mondo.

Il giorno dopo, però, la mamma se ne va via la mattina presto e torna a casa verso le dieci, ogni volta, e anche se sorride, sembra sempre anche un po' triste. 

Mi ha giurato che non è dovuto a me, mi ha detto che è dovuto al fatto che va a trovare suo fratello che non c'è più e che per questo è triste. E io lo so che è vero, perché la mamma non mente mai, è una sua regola: quando non mi può dire qualcosa perché sono troppo piccolo, lo ammette senza problemi, quando può dirmelo, invece, me lo dice subito, quando sta male, me lo dice, quando è felice, me lo dice.

Non è bugiarda, la mamma.

Non appena torna a casa, però, con lei, io e papà iniziamo a ritagliare tutti i fiocchi di neve dai fogli di carta. È stato l'anno scorso che ho scoperto che l'idea è venuta da papà, dopo che io ho chiesto com'è iniziata questa tradizione. La mamma era seduta davanti a me, accanto a papà, e subito ha iniziato a gongolare. «Perché a me piacciono queste cose» mi ha detto, «mi piacciono tantissimo. Non ho frequentato a lungo le elementari, da bambina, quindi non ho potuto farle quand'ero piccola. Papà lo sa bene, così, quando eravamo fidanzati, ha iniziato la tradizione.»

Papà le ha scoccato un'occhiataccia, non tanto per quello che lei stava dicendo quanto per il suo sorrisone immenso e il modo in cui canticchiava felice. Papà non è un tipo molto romantico, a differenza della mamma, e forse per questo trova ogni modo per prenderla in giro o darle dell'idiota. Davanti alla sua faccia arrabbiata, il sorriso di mamma è diventato stratosferico. «Non è così?» gli ha domandato mentre gongolava ancora, di risposta lui le ha dato un colpo in testa. «Ahi! Questo per cos'era?»

«Per quell'orrendo fiocco di neve» ha risposto all'istante, indicando quello che mamma aveva appena finito di ritagliare. Brutto da dire, ma aveva ragione. Il fiocco era davvero orrendo. La mamma non ci sa proprio fare con le mani, persino gli zii e i nonni sanno subito riconoscere quelli che sono stati fatti da lei, una volta che li abbiamo appesi alle pareti. Pure i miei fiocchi sono più belli dei suoi e io sono piccolo, mica grande come lei. «Sei un'assassina di carta, tu.»

«Non è vero! Non è venuto così male!»

«Le tremende conseguenze di avere solo segatura nel cervello. Spiegherebbe anche i tuoi pessimi gusti in fatto di uomini.»

Apologia di Callisto - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora