2 - Il caso

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Entrai in ufficio, respirando l'odore familiare del caffè e della carta stampata. La luce artificiale illuminava il posto, ma la mia mente era ancora offuscata dagli eventi recenti. Nonostante la mia determinazione di tornare in pista, c'era una parte di me che si sentiva fragile, come se un lieve vento potesse spazzarmi via.
La mia collega, Giulia, alzò lo sguardo dal computer non appena entrai -Luca!  Sei tornato!!- esclamò, sorridendo sorpresa -Non ci credo!- mi abbracciò di colpo -Nessuno ci ha avvisato che ti eri svegliato! Sappi che siamo passati ogni settimana! Come ti senti?-
-Sto meglio, grazie. È stata un’esperienza… intensa- risposi, cercando di mantenere un tono leggero.
-So che non ti piace stare lontano dal lavoro, ma avresti fatto bene a concederti il tempo necessario per riprenderti!- disse Giulia, appoggiando la penna, ma io non risposi -Ti aspettavamo tutti- si bloccò -...ok...ok ho capito cosa vuoi: parlando di lavoro, abbiamo un nuovo caso su cui indagare, vuoi dare un'occhiata?-
La mia curiosità si risvegliò immediatamente -Di cosa si tratta?-
Giulia, sorridendo soddisfatta per aver capito cosa volessi, si alzò e si avvicinò al tavolo della sala riunioni, dove un fascicolo era aperto -Due settimane fa, un passante ha chiamato la polizia. Stava percorrendo via delle Palme quando ha visto un'auto contro un palo. Era abbandonata e in condizioni critiche. Ha subito avvisato le autorità-
-Interessante...- mormorai, scrutando il fascicolo -E poi?-
-Abbiamo seguito le tracce lasciate dall'auto e ci hanno condotto a un villaggio isolato, immerso nel bosco. Gli abitanti sono molto riservati e non parlano volentieri con estranei, specialmente con noi. Abbiamo comunque ottenuto i nomi di tutti loro e abbiamo scoperto che sei di loro sono scomparsi nel nulla...-
Il mio interesse si intensificò -Sei persone scomparse? E cosa ne sai di loro?-
-È un mistero. Gli abitanti del villaggio non sembrano molto collaborativi. Si sa poco della loro vita e sembra che non vogliano discutere degli scomparsi. Ma siamo determinati a scavare più a fondo-
-Facciamo un passo alla volta, allora- risposi, sentendo l'adrenalina crescere. -Qual è il piano?-
-Dobbiamo interrogarli di nuovo, forse con un approccio diverso. E ci sono alcuni rapporti degli abitanti che dovremmo esaminare, forse troveremo qualche collegamento. Tu sei l'esperto di interrogatori, possiamo contare su di te-
Mi sentivo ricaricato, pronto ad affrontare questo nuovo caso -Solo una cosa- mi fermò lei seria
-Ehm. Dimmi tutto! Mi devo preoccupare?-
-Insomma, non devi fraintendere, per favore-
-Non lo farò! Avanti dimmi- insistevo
-Non ti sei appena svegliato da una dormita, ma da un coma etilico. Sicuro che te la senti? So come sei, ma so anche quanto le persone possano essere fragili, soprattutto dopo quello che hai passato, che non è una cavolata!-
-Sto bene!- affermai e lei non insistette -D'accordo, organizziamo un incontro con il resto della squadra. Voglio sentire tutto quello che avete scoperto finora.-
Chiara annuì -Ottima idea! La squadra aspetta solo di riunirsi. Ma prima, perché non prendi un caffè? Ti servirà per riprenderti del tutto-
-Perfetto, faccio un salto al bar e torno subito-
Mentre mi allontanavo, non potei fare a meno di pensare a come quel mistero potesse avermi tenuto così carico, anche se con la mente debole ed ora avevo un nuovo obiettivo: scoprire la verità su quelle sei persone scomparse e sulle ombre che si nascondevano dietro il mistero del villaggio isolato.
Con questo obbiettivo raggiunsi il bar all'angolo, attaccato al lavoro.
Entrai e il barista mi riconobbe subito
-Ehy! Ma quanto tempo che non ci si vede! Mi hai tradito con altri bar?-
-No, no!- dissi sorridendo -Diciamo che...ero indisponibile...-
-Va bene! Facciamo che me la bevo!- scherza lui -Ti faccio il solito?-
Mi blocco, volevo ordinare solo un caffè e basta, nulla di più, eppure mi tormentava l'idea di volere il solito
-A dire il vero...preferivo un... caffè-
-Caffè? Ti senti bene? Sei sicuro? Un bicchiere di whisky fresco fresco, mi è appena arrivata la bottiglia nuova, non vuoi inaugurarla?- mi domandò, tirandola fuori.
La osservai e la sentivo chiamarmi.
Infondo un solo bicchierino che male avrebbe potuto farmi? Di sucuro non mi ubriacherò con solo un bicchiere!
-Avanti, versa- risposi convinto.
Dopo averlo scolato, lasciai i soldi sul bancone, salutai, uscì e tornai in ufficio.
-Caffè lungo?- mi domandò Giulia
-Abbiamo chiaccherato un po'- mentivo spudoratamente io -non mi vedeva da un po'...un bel po'-
-Neanche noi!- mormorò lei
Io cambiai subito argomento -Tornando al caso: qual è la mossa da fare?-
-Abbiamo un incontro con la squadra tra dieci minuti nella sala riunioni- disse Giulia, riprendendo il controllo della conversazione -Voglio che tu sia aggiornato su tutto prima di iniziare a fare domande-
Annuii e la seguii nella sala riunioni, dove trovammo il resto della squadra già seduto. Il capo, Carlo, mi salutò con un cenno del capo
-Bentornato, Luca!- disse Carlo. -Abbiamo un sacco di cose di cui parlare-
Mi sedetti e osservai gli altri membri del team: Martina, esperta in analisi forense, e Andrea, specialista in informatica. Sembravano tutti un po' tesi, consapevoli della complessità del caso.
Carlo iniziò a parlare -Come Giulia ti avrà accennato, sei persone sono scomparse in un villaggio isolato. Non abbiamo trovato alcuna traccia, nessun indizio. Chiunque sia il nostro sospettato, è estremamente abile nel coprire le sue tracce-
Martina aggiunse -Abbiamo analizzato il luogo dell'incidente e l'area circostante. Non ci sono impronte digitali, fibre, nulla. È come se le persone fossero svanite nel nulla!-
Andrea intervenne -Sto cercando di tracciare eventuali comunicazioni tra gli abitanti del villaggio, ma sembra che siano molto discreti. Nessun uso sospetto di telefoni o internet-
Mi sentii sfidato e intrigato -D'accordo, qual è il nostro prossimo passo?-
Carlo rispose -Voglio che tu e Giulia andiate al villaggio e proviate un nuovo approccio con gli abitanti. Forse tu puoi farli aprire di più. Martina e Andrea dovete continuare a lavorare sugli indizi che abbiamo, anche se sono pochi e quasi solo ipotesi-
Annuii, sentendo l'adrenalina crescere. -Forse dovremmo dare un'altra occhiata alla scena dell'incidente. Potrebbe esserci qualcosa che è sfuggito-
Carlo rifletté per un momento -L'auto? È già stata controllata, ma va bene. Prenditi il tempo che ti serve. Ma stai attento, chiunque sia il responsabile, è estremamente cauto e potrebbe essere pericoloso-
La riunione proseguì con dettagli più tecnici e operativi. Dopo circa un'ora, eravamo pronti a muoverci. Mi alzai, pronto ad affrontare il mistero di quel villaggio e determinato a scoprire la verità dietro le scomparse.
Giulia e io ci avviammo verso l'auto. -Pronto per un altro viaggio nel cuore del mistero, collega?- chiese lei, accennando un sorriso
-Sempre- risposi sedendomi alla guida e sentendo che, nonostante tutto, ero nel mio ambiente -Andiamo a scoprire cosa nasconde questo villaggio-

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