CAPITOLO 7

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I giorni si erano confusi tra di loro durante la sua permanenza nella cella umida e maleodorante, anche a causa dell'odore che i corpi di Ron e Lavanda stavano cominciando ad emanare.

Hermione aveva cercato più volte di evitare di volgere lo sguardo verso il punto dove la coppia stava ancora giacendo, entrambi irrigiditi dal freddo della morte, con gli occhi vitrei aperti ed il sangue incrostato sui rispettivi vestiti.

Per quanto Ron avesse negato il legame che si era instaurato tra Harry e Pansy, alla fine anche lui aveva trovato la sua compagna, ed aveva ceduto con tutto se stesso a quel legame che poteva addirittura trascendere l'anima, se si dava ascolto alle parole di chi lo aveva provato sulla propria pelle.

La Granger si era sempre chiesta se fosse tutto reale, o se si trattasse soltanto di mera chimica scaturita dalle endorfine rilasciate dall'incontro tra due predestinati.

Ma quello che stava maggiormente preoccupando la riccia era ben altro al momento: era da più di un giorno che non sentiva in lontananza il pianto di Rose.

Ricordava soltanto di aver udito la voce di una donna discutere animatamente con quello che sembrava il capo dei suoi rapitori, urlando e sbraitando che voleva che quel piccolo mostro fosse fatto sparire dalla circolazione, per non rischiare di mettere in pericolo la vita delle persone normali.

Hermione però si chiedeva come una bambina di pochissime settimane potesse essere considerata un mostro, lasciandosi andare a quelle poche ore di sonno agitato che si concedeva.

*****

Il suo risveglio fu brusco, tanto da far sobbalzare Hermione dal suo giaciglio nel sentire gli ululati dei lupi mannari misti al rumore assordante di una lotta senza esclusione di colpi che si stava svolgendo appena fuori dalla sua cella.

Il corpo esanime di una delle guardie abbatté con un fragore di legno rotto la porta, atterrando sui corpi di Ron e Lavanda e martoriandoli ulteriormente, rantolando appena a causa di un profondo squarcio alla gola, che lo avrebbe portato alla morte nel giro di pochissimi minuti.

Hermione trasalì nell'udire altri ululati, sempre più vicini alla sua cella, sovrastati da uno dei ringhi più potenti che avesse mai potuto ascoltare in tutta la sua vita, facendola tremare poi alla vista di una potente fiammata che stava avvolgendo nelle sue spirali di fuoco altri due mannari fino a ridurli ad un cumulo di cenere.

L'odore della carne bruciata e i latrati di dolore stava inondando tutto l'ambiente circostante.

La porta fu invasa dalla sagoma di un uomo con gli abiti da auror, e Hermione ebbe un fremito freddo lungo la schiena, non riuscendo però a determinare se di terrore o per altro.

Malfoy stava ritto in piedi nel vano della porta scardinata, riempiendolo completamente. Il suo viso, così come la sua divisa, era ricoperto da schizzi di sangue e parti di viscere dei suoi nemici.

Una enorme macchia cremisi si estendeva sul fianco destro del biondo, ma lui non sembrava nemmeno essersi accorto del pezzo di legno che vi era conficcato.

Malfoy percorse la breve distanza che lo separava dalla Responsabile del Registro delle Creature Magiche, dandole una rapida occhiata, emettendo un basso ringhio quando i suoi occhi si posarono sulla ferita alla tempia, afferrandola poi con la mano della protesi e trascinandola verso l'uscita di quel covo di ribelli.

-Malfoy... - provò a protestare la riccia, quando ormai stavano quasi per raggiungere la breccia nel muro da cui l'auror era passato.

Il biondo la ignorò, scagliando velocemente uno dei suoi coltelli da lancio poco distante, piantando la lama nella giugulare di un mannaro che stava correndo nella loro direzione, abbattendolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27 ⏰

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