Capitolo 5

3 1 0
                                    

Pov Lex

La musica della festa continua a rimbombare, ma per me è come se tutto si fosse fermato. Soraya è scomparsa nella folla, e ogni secondo che passa senza di lei aumenta la mia ansia. Il suo viso, con quell'espressione di determinazione e vulnerabilità, è impresso nella mia mente come un marchio. Ogni nota che vibra intorno a me si mescola ai ricordi di tutto ciò che abbiamo passato, e mi sento perso.

"Lex, sei qui con noi?" chiede Natalia, la mia ex, con un sorriso che potrebbe sembrare affettuoso a chiunque altro. Ma per me è solo un promemoria di ciò che ho perso. Ogni volta che la guardo, mi ricorda che, nonostante le nostre storie passate, il mio cuore è altrove.

"Sì, scusa," rispondo, ma il mio sguardo è fisso sull'uscita. La festa continua a pulsare, ma il pensiero di Soraya là fuori mi brucia dentro.

"È solo un gioco, non ti preoccupare," aggiunge Natalia, cercando di attirare la mia attenzione. Ma la sua voce è come un rumore di sottofondo.

"Non è solo un gioco," mormoro. "Non per me."

Il sorriso di Natalia svanisce, e un'espressione di irritazione le attraversa il viso. "Perché sei così teso? È solo una festa."

"Non è solo una festa," ribatto, la frustrazione montante. "Soraya... non voglio che soffra di nuovo."

Natalia alza un sopracciglio, sorpresa. "Tu e Soraya? Pensavo che avessi superato tutto questo. Non puoi proteggerla da tutto."

"Ma se ci sono dei pericoli?" chiedo, sentendo l'ansia crescere nel mio stomaco. "Non posso ignorarli."

Non riesco a smettere di pensare al messaggio che ho ricevuto prima: "Ho un affare in sospeso con Soraya. Assicurati che non si faccia male." Chi può essere? La mente mi corre a pensieri oscuri e pericolosi. Non posso permettere che le accada qualcosa.

"Lex, ascolta," dice Natalia, afferrandomi il braccio con una certa intensità. "Devi lasciarla vivere la sua vita. Non sei più il suo centro di gravità."

Mi stacco da lei, non volendo ascoltare ciò che ha da dire. "Devo trovare Soraya," dico, camminando verso l'uscita. La sua presenza è come un faro, un'ancora che mi tiene legato. Senza pensarci due volte, mi dirigo verso il patio.

Fuori, la festa continua a pulsare, ma non riesco a vedere Soraya da nessuna parte. Una fitta di preoccupazione mi attraversa. Dove potrebbe essere? La mia mente corre a mille all'ora, e il pensiero che possa essere in pericolo mi fa perdere la pazienza.

"Lex!" sento una voce dietro di me. È Diego, il suo migliore amico. "Dove stai andando?"

"Ho bisogno di trovare Soraya," dico, il tono della mia voce più brusco di quanto avrei voluto.

"È uscita per prendere un po' d'aria," mi informa Diego, ma il suo sguardo è scettico. "Cosa c'è che non va?"

"Ho ricevuto un messaggio strano. Qualcuno la minaccia."

Diego si irrigidisce, e la sua espressione diventa seria. "Che tipo di minaccia?"

"Non lo so. Solo un avviso. Ma non posso ignorarlo," dico, il mio cuore che batte forte nel petto.

In quel momento, un impulso irrefrenabile mi spinge a muovermi. "Dobbiamo trovarla. Non posso lasciarla sola."

"Vado con te," dice Diego, e insieme ci dirigiamo verso il giardino, dove le luci della festa sembrano più fioche.

Mentre ci allontaniamo dalla musica, la mia mente è in subbuglio. Se c'è un killer in libertà, se ci sono minacce oscure che la circondano, tutto ciò che posso fare è stare al suo fianco e affrontare il buio insieme a lei. Stai attenta a chi frequenti. La frase continua a ripetersi come un mantra inquietante. Soraya potrebbe trovarsi in pericolo, e l'idea che qualcuno possa farle del male mi fa rabbrividire.

La ricerca di Soraya diventa un'ossessione. Mi preoccupa il pensiero di vederla con qualcun altro, di non essere in grado di proteggerla. Siamo stati separati per così tanto tempo, ma ora che è tornata nella mia vita, non posso permettere che le accada qualcosa di brutto.

Finalmente, giro l'angolo e la vedo. È appoggiata a una delle colonne del patio, la testa china, e sembra persa nei suoi pensieri. L'aria fresca le muove i capelli e l'immagine è tanto bella quanto angosciante. La voglia di avvicinarmi e abbracciarla è forte, ma un senso di cautela mi frena.

"Soraya!" chiamo, attraversando la distanza che ci separa. Lei alza lo sguardo, e nei suoi occhi vedo una mescolanza di emozioni: sorpresa, vulnerabilità e... paura.

"Lex," dice, il suo tono leggermente tremante. "Cosa c'è?Non stavi con Natalia?"

"Non importa," rispondo, cercando di non mostrarle la mia frustrazione. "Ho bisogno di sapere che sei al sicuro."

"Al sicuro?" ripete, confusa. "Cosa intendi dire?"

Il messaggio continua a rimbombare nella mia mente, e non voglio spaventarla, ma la verità è che il pericolo è reale. "Ho ricevuto un messaggio strano, Soraya. Qualcuno ti sta minacciando."

La sua espressione cambia, e vedo la paura che le attraversa il viso. "Un messaggio? Chi? Cosa diceva?"

"Non lo so. Ma dobbiamo stare attenti. Non voglio che ti succeda nulla," dico, avvicinandomi a lei. "Sei importante per me, e non lascerò che ti faccia del male."

Soraya fa un passo indietro, i suoi occhi sgranati. "Lex, non voglio che tu ti preoccupi per me. Ho già affrontato molto."

"Lo so," rispondo, "ma ora sono qui, e non intendo allontanarmi di nuovo." La determinazione nelle mie parole sembra spezzare un po' la distanza tra noi, ma l'ansia continua a pulsare.

In quel momento, un rumore proveniente dal buio oltre il patio mi fa irrigidire. Qualcuno ci sta osservando. I miei sensi si attivano, e un brivido di paura mi corre lungo la schiena. "Dobbiamo tornare dentro," dico, prendendole delicatamente il braccio. "Non voglio che ti rimanga in mente il pensiero di quel messaggio."

Soraya annuisce, e mentre ci allontaniamo dal patio, sento il peso dell'incertezza gravare su di me. Se c'è un killer in libertà, se ci sono minacce oscure che la circondano, tutto ciò che posso fare è stare al suo fianco e affrontare il buio insieme a lei.

Mentre rientriamo nella festa, il battito del mio cuore aumenta. Soraya sembra preoccupata, ma io sono deciso a non mostrarle la mia ansia. Con Diego che ci segue, ci dirigiamo verso un angolo più tranquillo del locale, lontano dai gruppi di persone che ballano e si divertono. La musica è assordante, ma qui, nel nostro angolo, c'è un leggero velo di protezione.

"Lex," inizia Soraya, la voce tremante. "Se qualcuno ti ha mandato quel messaggio, dover contattare la polizia."

"Non voglio allarmarti, ma è meglio non prendere sottogamba la cosa," rispondo, cercando di mantenere la calma. "Non voglio che tu sia coinvolta in qualcosa di più grande di noi."

"Ma io voglio sapere," ribatte, il suo sguardo fermo. "Ho il diritto di sapere."

La sua determinazione mi colpisce. È sempre stata così. La sua forza mi attira e mi spaventa allo stesso tempo. "Va bene," ammetto, "ma dobbiamo stare attenti. Questo non è un gioco."

Il suo sguardo si addolcisce, ma vedo anche la sfida nei suoi occhi. "Non sono più la ragazza di due anni fa, Lex. Posso affrontare qualsiasi cosa."

"Lo so, ma voglio essere io a proteggerti," dico, e il mio tono si fa più intenso. "Non voglio perdere di nuovo."

"Non sto cercando di scappare," afferma, la voce calma ma ferma. "Ma non posso vivere con la paura di quello che potrebbe succedere."

"Nemmeno io,"

Ombre tra le Luci di Halloween Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora