Pov Lex
Mi sveglio prima dell'alba, con un'ansia che mi serra il petto. Per un istante, dimentico dov'è Soraya, ma poi il profumo dolce e sottile della sua pelle mi colpisce e mi tranquillizza. Mi volto nel letto, ma trovo solo uno spazio vuoto. Mi alzo piano, i piedi che sfiorano il pavimento freddo, e raggiungo la finestra, dove intravedo la sua silhouette contro la luce grigia del mattino.
Soraya è ferma, immobile, lo sguardo fisso verso l'esterno. Non fa rumore, eppure c'è qualcosa in lei che grida, qualcosa di inquietante che sembra espandersi attorno a noi. So che non è solo stanchezza; è come se un'ombra le stesse stringendo il cuore. Mi avvicino, appoggiando una mano sulla sua spalla.
"Stai bene?" domando, cercando di nascondere la preoccupazione.
Lei sobbalza leggermente, come se non si aspettasse la mia presenza, e i suoi occhi si posano su di me. Sono occhi pieni di ricordi, di domande irrisolte che sembrano voler riemergere a tutti i costi.
"Sì... tutto bene," risponde piano, ma c'è una nota spezzata nella sua voce, e io non ci credo. Non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che qualcosa di oscuro la stia tormentando. Non insisto, ma il dubbio mi scava dentro.
Passiamo la giornata al campus, ma il nostro silenzio è una presenza costante, un peso che ci trasciniamo dietro. Ogni tanto, mi sembra di vedere Soraya irrigidirsi, guardarsi intorno come se stesse cercando qualcuno. Mi avvicino a lei, ma ogni volta che tento di chiederle qualcosa, mi dà risposte evasive o cambia argomento. Provo a convincermi che sto solo immaginando tutto, che sono paranoico. Ma questa sensazione non mi abbandona, e cresce sempre di più.
La mia mente ritorna a due anni fa, all'ultima volta che le ho visto quello sguardo. È successo dopo una serata di cui ancora oggi non riesco a ricordare tutti i dettagli. Una sera piena di tensione, di rabbia, di parole non dette. Quel passato sembra avvolgermi come un'ombra, qualcosa che non ho mai del tutto superato, e temo che nemmeno Soraya lo abbia fatto.
Durante la pausa pranzo, mentre ci sediamo a un tavolo isolato, la tensione tra noi è così densa che potrei quasi toccarla. Alla fine, non riesco più a resistere.
"Soraya, dimmi cosa c'è che non va. Da quando sono tornato, sembra che qualcosa ti tormenti. Non puoi continuare a fingere."
Lei mi guarda, ma è come se mi stesse osservando da lontano, con uno sguardo distante e impenetrabile. Le sue labbra si schiudono per dire qualcosa, ma poi si chiudono subito, come se ci fosse una barriera insormontabile.
"Non è niente, Lex. È solo... sono solo stanca," risponde, ma la sua voce trema appena.
Prima che possa dire altro, un gruppo di studenti si avvicina al nostro tavolo, interrompendo il nostro momento. Soraya si alza velocemente, dicendo che ha bisogno di prendere una boccata d'aria. La guardo allontanarsi, e ogni fibra del mio corpo mi dice che c'è qualcosa di terribilmente sbagliato.
Quella sera, mentre ci dirigiamo verso casa, sento che è arrivato il momento di affrontare tutto. Non posso continuare a ignorare ciò che vedo nei suoi occhi, quella paura nascosta che non vuole ammettere. È solo quando siamo entrati, lontano da occhi indiscreti, che mi faccio avanti.
"Soraya, basta. Non posso sopportare di vederti così. Ho bisogno che tu mi dica cosa sta succedendo."
Soraya mi guarda, e questa volta non c'è via di fuga. Le sue spalle si abbassano, quasi come se avesse deciso di arrendersi. Dopo un lungo momento di silenzio, comincia a parlare, con una voce tremante che quasi non riconosco.
"Lex... c'è qualcosa che non ti ho mai detto. Quella notte, due anni fa... ho ricevuto delle minacce." Mi fissa, cercando di leggere la mia reazione, ma io resto immobile, incapace di distogliere lo sguardo. "Qualcuno mi aveva mandato dei messaggi. Diceva che sapeva di noi, che dovevamo stare lontani. Io pensavo che fosse uno scherzo, qualcosa di stupido. Ma poi..."
Il suo respiro si spezza, e io sento il cuore accelerare. "Poi cosa?"
"Poi tu sei sparito," conclude, con un filo di voce. "Quella notte, dopo aver ricevuto quei messaggi, tu te ne sei andato, senza una parola, lasciandomi sola con quella paura."
La rabbia e il rimorso mi colpiscono come una scarica improvvisa. Non ricordo quei dettagli, non ricordo di averle detto niente. Ma ora tutto assume un nuovo significato, e mi sento come se il passato stesse tornando a perseguitarci.
Mi avvicino a lei, prendendole le mani tremanti tra le mie. "Soraya, mi dispiace. Non immaginavo... non sapevo. Se fossi rimasto... forse avrei potuto proteggerti."
Lei scuote la testa. "Non è colpa tua, Lex. Io... ho deciso di non dirti niente. Ho cercato di proteggerti da questa minaccia, ma alla fine... è stata una scelta che ha distrutto tutto."
Ci guardiamo in silenzio, consapevoli che le ombre del passato non se ne sono mai andate davvero. La paura, la gelosia, la tensione tra di noi sono come una tempesta che continua a crescere, senza segni di tregua. Ma in mezzo a tutto questo, sento anche un senso di vicinanza, di condivisione che non abbiamo mai avuto. Entrambi siamo stati segnati da quella notte, da quelle parole non dette, e ora l'unica via d'uscita è affrontarle insieme.
Decidiamo di fare fronte comune, di cercare la verità e affrontare chiunque ci abbia minacciato. Non sarà facile, lo so. Ma per la prima volta, sento che stiamo facendo un passo verso qualcosa di reale, qualcosa che va oltre le paure e i rimorsi.
Mentre usciamo di casa per andare in una piccola caffetteria, Soraya mi stringe la mano, e in quel contatto sento una forza nuova. So che ci aspetta una battaglia, contro il passato e contro chiunque voglia separarci. Ma so anche che non sono più solo, e che insieme potremo affrontare qualsiasi oscurità si trovi sulla nostra strada.
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Ombre tra le Luci di Halloween
Mystery / ThrillerSoraya Brenes e Lex Murillo si sono conosciuti al liceo, in un tempo in cui la loro vita era ancora semplice e il futuro sembrava delineato da sogni condivisi e segreti sussurrati. Tra i due c'era chimica. Soraya, una studentessa ambiziosa e determi...