Sketchbooks.

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Camila era sicura che se quel giorno avesse deciso di indossare un altro vestito, tutto quello non sarebbe accaduto. Perché non avrebbe avuto bisogno di quelle scarpe, né di entrare in camera di Lauren in perlustrazione.

Stava cercando disperatamente il paio di scarpe che aveva lasciato da qualche parte nell'appartamento.

Sapeva di non essere esattamente un asso in fatto di ordine, ma ciò non l'aveva mai preoccupata troppo.

Era, senza alcun dubbio, la più disordinata all'interno del gruppo e le sue compagne di band non mancavano mai di farglielo notare in modo scherzoso.

Camila quasi adorava quando lo facevano. Quasi.

Almeno fino a quando non ricordava di dover presenziare ad un importante appuntamento e di essere irrimediabilmente in ritardo.

In quel caso, essere disordinata era la cosa più irritante che potesse succedere.

Era perennemente in ritardo e a corto di scuse ogni volta.

- Lauren? – chiamò ad alta voce, sperando che l'amica fosse ancora in casa e potesse sentirla.

Dal silenzio che le giunse come risposta, sembrò chiaro che la mora non fosse lì.

Camila sospirò frustrata guardandosi attorno. Per un momento si ritrovò a pensare a Lauren. Poi a se stessa.

Il loro rapporto era sempre stato qualcosa di particolare, qualcosa di ambiguo. Perfino loro stesse non avrebbero saputo dare una spiegazione coerente. Riuscivano a capirsi al volo, bastava uno sguardo. Loro due avevano sempre comunicato più con gli occhi che con le parole.

Era un rapporto che non aveva mai avuto con nessun'altra persona. E Camila pensava che andasse perfettamente bene così.

Peccato che ultimamente Lauren aveva deciso di prendere le distanze da lei. La guardava a malapena e le parlava ancora meno.

La cubana si massaggiò le tempie con le dita e pensò che non era il momento di focalizzarsi su certi pensieri. Al momento aveva un'altra priorità. Scarpe.

- Dannazione... ma dove sono finite? – la sua voce riecheggiò nella stanza vuota.

Si sporse per guardare sotto il letto di Lauren e fece guizzare i suoi occhi in direzione e in ogni angolo. Non c'era traccia delle sue scarpe; in compenso, l'unica cosa che trovò fu una valigetta dalla forma quadrata.

Incuriosita, Camila allungò il braccio destro per prenderla e la tirò fuori.

Era abbastanza pesante e aveva diversi adesivi con il logo di alcuni gruppi musicali affissi sopra.

Adesso non aveva dubbi che appartenesse a Lauren.

Sorrise e la rigirò un paio di volte tra le mani, osservandola da ogni angolazione, come se improvvisamente potesse svelargli un qualche arcano segreto.

Vide che non era chiusa da alcun lucchetto o combinazione, così si decise ad aprirla. Non si aspettava di trovare dentro dei blocchi da disegno.

Certo, sapeva che Lauren sapesse disegnare. Adorava osservare l'espressione assorta e rilassata sul volto dell'amica ogni volta che aveva tra le dita una matita e un foglio.

Blocchi da disegno di diverse dimensioni, alcuni spinti un po' a forza all'interno della valigetta, altri più piccoli che lasciavano spazio alle estremità.

Camila inarcò un sopracciglio. Non aveva idea del perché non l'avesse mai vista in giro o perché Lauren non gliel'avesse mai detto. Non era arrabbiata, certo che no... solo molto curiosa.

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