Capitolo 19

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"Ciao Matthew." Dissi, cercando di sembrare il più naturale possibile. "Che ci fai qui?"

Alzò le spalle, rispondendo: "Volevo solo sapere come stavi. È... È tutto okay? Stai bene?"

Annuii, non del tutto sicura. "Sì, sto bene, grazie. Se vuoi, puoi sederti."

Matthew prese timidamente posto sul mio letto accanto a Calum, e guardò Michael con una strana espressione.
Decise di tendergli la mano, sporgersi verso di lui e dirgli: "Ciao, io sono Matthew. Tu sei..?"

Michael ricambiò la stretta riluttante, non distogliendo lo sguardo da Matthew, visibilmente a disagio.
"Sono Michael."

Le loro mani si staccarono e calò il silenzio in camera mia, un silenzio imbarazzante, così parlai.
"Beh?" Chiesi, retoricamente.

"Sai cos'è successo dopo che sei andata via... Giusto?" Chiese Matthew, torturandosi le mani e graffiandosele.

Scossi la testa. Era ovvio che non lo sapessi, se ero andata via. "Cosa è successo?"

Matthew strinse le ginocchia con le mani, come faceva spesso Michael quando eravamo sugli scogli.
"Molti erano d'accordo con Trevor e molti no... Tra cui me. Infatti gliele ho leggermente suonate, e gli ho fatto promettere di non fare più una stronzata del genere. L'ho fatto per te, Tea, so che non te lo meritavi. Non so quale sia la situazione tra te e Michael, girano tanti pettegolezzi ma preferisco non dargli ascolto... L'importante è che quella felice sia tu, e sarò felice anch'io." Rivelò, con un timido sorriso.

"No no Matthew, io e Michael non stiamo insieme." Risposi, allarmata. Non volevo che Matthew lo pensasse. "Siamo solo molto amici, e gli voglio molto bene. Ma non so chi ha messo questa voce in giro. In ogni caso... Hai picchiato Trevor di rimando?"

"Non l'ho proprio picchiato," rispose, "gli ho tirato uno schiaffo perché mi ha fatto incazzare. E nulla, mi ha promesso che non ti farà più niente."

Mi portai le mani davanti al viso, avevo la bocca spalancata dallo stupore. "Oddio, Matthew. Non... Non me lo aspettavo, grazie, grazie mille."

"Figurati." Rispose sorridendo. Faceva molto male quel suo sorriso, ma faceva parte del mio passato.

Guardai Michael, dicendogli: "Bene Michael, sono più tranquilla adesso. Non c'è bisogno che tu faccia nulla, così non sarai nemmeno a rischio."

Michael alzò gli angoli della bocca, e guardò timidamente verso il basso.

Matthew si guardava intorno, osservava le pareti della mia stanza che non erano cambiate dall'ultima volta, tranne qualche foto strappata.
E alcune erano ancora con lui, sorrideva alla loro vista, come se come me si ricordasse di tutti quei momenti.

Old scars, future hearts. Old scars, future hearts. Mi ripetevo in testa.

"Perciò Matthew, non ti aspettavi di vedere Cal, vero?" Gli chiesi.

"Già," rispose, "è stata una sorpresa. Era da tempo che non ci vedevamo, da quando ti sei trasferito a Detroit."

Calum annuì, sussurrando un "già" timido e confuso.

"Quindi... Lux Cooper?" Gli diede una pacca sulla spalla.

Calum arrossì parecchio, e mi domandai mentalmente come si permettesse a mettere a disagio il mio migliore amico in questo modo. Ma, soprattutto, come facesse a sapere di Calum e Lux.

"Sì," rispose, "Lux è fantastica. Eravamo interessati l'uno all'altra e viceversa già da molto tempo, e finalmente siamo riusciti a.. Metterci insieme, diciamo. Non so come faremo a mantenere una relazione a distanza, io me la sentirei, ma lei ha un po' di paura."

Three || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora