Capitolo 16

4 1 0
                                    

Pov Lex

La notte era calata da poco, e il cielo sopra il campus era un manto di stelle brillanti, privo di nuvole, come se volesse darci una tregua dalle ombre che ci inseguivano. Io e Soraya camminavamo in silenzio, uno accanto all'altra, mentre una brezza leggera ci scompigliava i capelli. Ogni passo che facevo accanto a lei mi sembrava insieme una benedizione e una maledizione, come se mi stessi avvicinando a qualcosa di inevitabile, qualcosa di più grande di me.

Soraya sembrava persa nei suoi pensieri. Aveva accettato tutto quello che le avevo rivelato con una calma che non mi aspettavo, e non potevo fare a meno di chiedermi cosa stesse pensando in quel momento. Forse dubitava di me, forse era spaventata. O forse era solo arrabbiata per averla coinvolta in un mondo che non avrebbe mai dovuto toccarla.

"Soraya," iniziai, interrompendo il silenzio, "se pensi che sia stato un errore... puoi ancora tirarti indietro. Io... capirò."

Lei si fermò, fissandomi con quegli occhi profondi che sembravano scrutare ogni angolo della mia anima. "Lex, smettila di cercare scuse per tenermi lontana. Non sono qui per caso, e non mi spaventi."

In quel momento capii quanto fosse risoluta. Non era più la ragazza che avevo conosciuto anni fa. Era diventata qualcuno di forte, di indipendente, capace di scegliere chi voleva al suo fianco senza paura delle conseguenze.

Ma proprio quando stavo per rispondere, un rumore alle nostre spalle ci fece sobbalzare. Ci girammo di scatto, e nel buio riuscii a distinguere una figura che ci osservava da lontano, ferma all'ombra di un albero. Sembrava immobile, ma sapevo che ci stava guardando.

Soraya strinse il mio braccio, e sentii il suo corpo irrigidirsi accanto a me. "Chi è?" sussurrò, la voce appena percettibile.

"Non lo so," risposi, mantenendo lo sguardo fisso sulla figura. Cercai di analizzare ogni dettaglio, ma il buio era troppo fitto per distinguere qualcosa di preciso. Sapevo solo che la sensazione di minaccia era reale, tangibile, come un velo di gelo che ci avvolgeva.

Decisi di fare un passo avanti, cercando di mostrare sicurezza. "Ehi! Chi sei?" gridai, la mia voce risuonò nel silenzio della notte. Ma non ci fu risposta. La figura rimase immobile, e per un istante mi sembrò di intravedere un sorriso freddo, quasi compiaciuto.

Poi, come se fosse scomparso nell'ombra stessa, la figura svanì.

"Lex, cos'era?" domandò Soraya, visibilmente scossa. La sua mano stringeva ancora il mio braccio, e potevo sentire il suo battito accelerato.

"Non lo so," risposi, cercando di sembrare più calmo di quanto in realtà fossi. "Ma qualsiasi cosa sia, non è un buon segno."

Riprendemmo a camminare, un po' più velocemente stavolta, e sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene. Avevo cercato di proteggerla da questo, ma ormai era chiaro che il pericolo ci stava seguendo ovunque andassimo. E ora che qualcuno ci aveva osservati, sapevo che dovevo essere più cauto.

Arrivati alla porta del dormitorio di Soraya, ci fermammo e lei mi guardò, ancora preoccupata. "Non dovremmo fare qualcosa, Lex? Non possiamo semplicemente ignorare tutto."

"Soraya, ci sono cose che è meglio non affrontare subito, almeno non ora," le dissi, cercando di rassicurarla. "Devi fidarti di me su questo."

Lei annuì lentamente, anche se il dubbio non era svanito dal suo sguardo. "Va bene," rispose, "ma promettimi che non mi lascerai mai all'oscuro di nulla. Se siamo in pericolo, voglio saperlo."

Le presi il viso tra le mani, guardandola dritta negli occhi. "Te lo prometto, Soraya. Non ti nasconderò mai nulla. Ma voglio che tu sia al sicuro, prima di tutto."

Ombre tra le Luci di Halloween Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora