Percorro il corridoio ed entro in salotto, dove trovo William leggere un giornale seduto sul divano.
Appena mi vede arrivare lo poggia sul tavolino e si alza in piedi.
<<Buongiorno Benedict>>
<<Buongiorno>>
<<Hai fame?>> dico di sì con la testa e mi fa segno di seguirlo. Il soggiorno e la cucina sono collegati, non c'è nessun muro a dividerli.
Mi siedo sullo sgabello e lo osservo tirare fuori una padella e appoggiarla al piano cottura.
Appena prende un uovo dal frigo e una confezione con dentro il bacon, rimango schifata.
Non vorrà mangiarli alle nove di mattina, vero?
Si accorge della mia espressione.
<<Questi sono per me, tranquilla. Temevo che non ti sarebbe piaciuta la colazione salata, quindi...>> Si avvicina alla mensola e la apre, tirando fuori un sacchetto di carta con il logo di Starbucks sopra. L'appoggia davanti a me e prende un piatto, poi mette le due brioche sopra.
<<Ti ho preso queste. Una è con la Nutella, mentre l'altra alla marmellata. Vuoi qualcosa da bere?>>
<<Se c'è, il succo>> annuisce e lo versa in un bicchiere. Lo ringrazio e accenna un sorriso.
Poi inizia a cucinare il suo pasto.
Non mi aspettavo che facesse una cosa del genere, ma fortunatamente ci ha pensato.
Non avrei mai mangiato il bacon adesso, mai.È seduto accanto a me, ma a distanza di sicurezza, quando inizia a parlare.
<<Tra poco esco, devo andare a lavoro.
Mi dispiace lasciarti da sola, ho chiesto una settimana di ferie apposta per stare insieme ma non le hanno ancora accettate>>
<<Non importa, tranquillo. Che lavoro fai?>>
in realtà sono felice di stare da sola. Potrò farmi gli affari suoi e intrufolarmi, finalmente, dentro camera sua per vedere se trovo qualche risposta.
Devo e voglio scoprire il motivo per il quale mia madre mi ha mentito per tutto questo tempo, e quello è il posto giusto in cui cercare.
<<Mi occupo di riparare i motori. Delle auto, moto...>>
<<In pratica sei un meccanico>>
<<Si, esattamente>> lo guardo addentare un pezzo d'uovo e mi pento subito della frase che mi esce dopo.
<<Mia madre invece ha aperto un brand di moda>> non so perché glielo dico, ma rimango stupita dalla sua reazione. La sua espressione è cambiata, come se averla nominata possa avergli smosso qualcosa. Vedo i suoi occhi diventare lucidi. Quando si accorge di averlo notato, si alza portando il suo piatto dentro al lavandino e comincia a lavarlo.
Penso che la nostra conversazione sia finita, ma improvvisamente ricomincia a parlare.
<<È un lavoro molto bello anche quello>> dice di spalle. Metto in bocca l'ultimo pezzo rimasto da mangiare e anche se non ho mai sparecchiato prima d'ora, stavolta lo faccio.
Aspetto in piedi che William prenda le stoviglie che ho tra le mani e appena allunga il braccio arretro leggermente.
Prima deve rispondere alla mia domanda.
<<Perché non sei mai stato con me e la mamma? Ho sempre pensato che fossi morto>> non si aspettava che glielo chiedessi, o forse sì, ma non adesso. Indugia prima di rispondermi, e quando sta per farlo, suona un telefono all'improvviso. Non è il mio.
Si allontana scusandosi, ma lasciando intravedere anche il sollievo nel dovere interrompere la conversazione. Risponde alla chiamata e sparisce nel corridoio. Sbuffo, stava per dirmelo. Ero a un passo dal scoprire la verità.
Appoggio i piatti e impaziente aspetto che torni.Poco dopo ricompare e sembra di fretta.
<<Benedict, adesso devo andare. Parliamo quando torno!>> accidenti! Non può aspettare cinque minuti? Sto per fermarlo quando si arresta davanti alla porta.
<<Dimenticavo. Dopo pranzo passerà un ragazzo che lavora con me in officina. Deve lasciarmi dei pacchi. Tra l'altro frequenta la stessa scuola in cui andrai tu, non sarebbe male se faceste amicizia>> rido dentro di me, non farò amicizia con nessuno di loro. Le uniche mie amiche sono Beth e Jennifer, che purtroppo per me, si trovano dall'altra parte del mondo.
<<Hai dimenticato anche un'altra cosa, la password. Vorrei anche fare un giro per vedere il quartiere, potresti lasciarmi pure le chiavi?>>
<<Giusto. Arrivo subito>> sparisce nuovamente nel corridoio e quando ritorna ha in mano un pezzo di carta con una serie di numeri e lettere scritte.
<<In settimana andiamo a fare una nuova scheda, così puoi telefonarmi quando vuoi>> me lo porge insieme alle chiavi.
<<Fai attenzione e torna prima di pranzo. Quando ti viene fame preparati qualcosa>> si raccomanda. Sto per ribattere per fargli sapere che non ho mai cucinato in vita mia e che non so nemmeno come si faccia, ma esce prima che riesca ad aprire bocca. Ordinerò qualcosa.
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TAKE ME AWAY -portatemi via
RomanceDopo la tragica morte di sua madre, Benedict è costretta a lasciare il suo mondo di lusso a Montecarlo per trasferirsi a Brooklyn, insieme a chi non avrebbe mai pensato. Qui, in un quartiere diverso rispetto a dove era abituata ad abitare, vive Kyle...