Punto di svolta

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Bizzarro come non si riesca a nascondersi dal proprio subconscio. 

Quel figlio di puttana è sempre più veloce di noi.

Sono al bivio e mi ci sono messo da solo. E ora spetta a me decidere in quale direzione andare.

Le pillole sono così belle, eleganti, perfette, colorate. Sembrano un invito che non si può rifiutare.

Ho paura di morire? La metà di me che mi ha portato a questo punto, paradossalmente, sì. Paura di essermi sbagliato, io che sono stato tante cose, cristiano, buddista, agnostico, qualcosa di simile a un animista. Ma se avessi capito male? Se non ci fosse nulla, dopo? 

Il buio, l'oblio, mi terrorizzano. "Quando c'è la morte non ci sei tu, che paura devi averne". Cazzate. Paura di finire nel nulla, lo spegnimento della coscienza, tutta la tua vita che diventa niente. Non me ne frega un accidente se altri, pochi o tanti, mi ricordano e mi piangono, io mi spengo, e questo nero assoluto ed eterno mi fa paura più dell'inferno.

E allora perché tagliare a metà la mia esistenza e rinunciare a tutto quello che potrebbe ancora essere? Inclusa la maturazione di un concetto diverso di non-esserci-più. Magari più coerente con il ciclo della vita, che è l'unica evidenza che abbiamo.

Non è vero che l'unica certezza è la morte. Noi non la vediamo. Vediamo la vita. Sappiamo che siamo venuti al mondo. Da dove? Chi lo sa. Verso dove? Nessuno è tornato per dircelo. I fantasmi sono poco chiari nelle loro comunicazioni, e ho perso da qualche parte il numero di cellulare di Gesù Cristo.

Sarebbe divertente reincarnarmi. Magari in una rana. Non credo che possa dover sostenere il peso che ho addosso in questo momento.

Non credo che una rana si possa sentire in trappola.

Io sì.

Tanto che la fuga estrema appare l'unica soluzione.

Eppure. I dubbi. E l'idea che un bel tramonto con una birra in mano e i capelli di una donna che si distendono sulla mia spalla, fra chiacchiere oziose, non sia un'ipotesi da scartare.

Aspetta un attimo, Sam.

Metti giù le pillole.

Solo per un po'.

Ricorda da dove vieni. 

Racconta quello che ti ha condotto fino a qui.

Non è stato tutto così orribile. Anzi.

Ora ti sembra di non avere via d'uscita. E  magari è vero. Magari è meglio sparire nell'oblio degli oppiacei. Ma non subito. Prenditi ancora qualche attimo.

La tua avventura merita un racconto. 

Cazzo, quante cose in una vita sola.

Cazzo, che viaggio pazzesco.

Efemeridi di un abissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora