Prologo

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Un mondo fatto di velocità in cui anche il millesimo di secondo poteva contare un'enorme differenza. In un mondo di velocità, il tempo è un concetto relativo. La percezione cambia, le sfumature si moltiplicano. I sentimenti evolvono.

Max si chiedeva quanto diverso fosse. Quel mondo. Era un mondo diverso dal suo. Distante anni luce dalla musica.

°

"Io vinco questa gara e tu esci con me" ruppe il silenzio Charles, l'espressione impassibile, così tanto che Max restò a guardarlo per una manciata di secondi, la confusione più che evidente nei suoi occhi azzurro tempesta.

"Usciamo ogni giovedì nei weekend di gara, non capisco cos..."

"Uscire come un appuntamento. Voglio un appuntamento con te, Maxie. Non mi basta più passare del tempo con te solo in queste occasioni e..."

"Charles"

"Voglio un appuntamento, uno vero. Io vinco questa gara e tu esci con me" gli disse nuovamente il ferrarista, l'interno guancia stretto tra i denti. Lo sguardo del cantante era un misto di sorpresa, confusione e... e un pizzico d'irritazione. Ma Charles non poteva fare altrimenti, erano mesi che passava ogni giovedì delle settimane di gara insieme a Max, erano mesi che l'altro aveva accettato di imparare a conoscerlo, ma... ma per Charles, tutto quello, non era più abbastanza. Non lo era, perché mentre lui cercava di impegnarsi e di convincere a poco a poco il ragazzo dai capelli biondi ad uscire seriamente con lui, dall'altra parte aveva anche notato come ci fosse qualcuno che invece sembrava attratto da Max tanto quanto lui. Ed era qualcuno su cui Charles non avrebbe mai scommesso, nemmeno per un secondo. E invece...

"Bel tentativo, maniaco" alzò gli occhi al cielo con fare annoiato il cantante, sminuendo il tutto con il suo sarcasmo. Ma Charles non si sarebbe arreso, non gliel'avrebbe data vinta. Non stavolta.

"Vuoi farmi credere che Max Verstappen e il suo caratterino hanno paura di perdere?" ghignò allora Charles, gli occhi verdi intensi e carichi di un pizzico di frenesia, accentuando di più il tono su quella proposta che sapeva di scommessa, di mettersi in gioco. Spingere sull'acceleratore o, meglio, sulla parte orgogliosa dell'olandese era esattamente ciò che doveva fare in quel momento. Premere sulla frenesia di una gara, di una competizione. La stessa frenesia che Max gli aveva letto nello sguardo quando l'altro saliva in macchina, pronto a dimenticarsi di tutto ciò che non fosse una cosa sola. Vincere. E se c'era una cosa che Max aveva capito avessero in comune, quel qualcosa era vincere. Dannato Leclerc e dannato il suo sorrisino troppo sicuro di sé. Max sapeva che dargli corda era una pessima idea, poteva sentire i campanelli d'allarme nel retro della sua testa, poteva vedere mille lucine rosse accerchiarlo, eppure... Eppure, non poteva sottrarsi. Non davanti ad una provocazione, ancora meno, se quella provocazione gli veniva lanciata da quella spina nel fianco che era Charles Marc Hervé Percival Leclerc. Era consapevole che quella provocazione non fosse altro che una trappola, Charles di certo non stava provando a nasconderlo, ma... Max odiava da morire dover perdere. Odiava così tanto perdere che...

"Ok, d'accordo. Tu vinci questa gara e io esco con te – disse Max, mettendo poi su un sorrisino che fece sparire quello del monegasco – Ma se perdi... se perdi questa gara, allora smetterai una volta per tutte di provarci con me. Niente più flirtare, nessuna richiesta di appuntamenti, nessun regalo, nessuna battutina, nessuna provocazione. Niente di niente. Accetterai il mio 'no' una volta per tutte"

"Cosa..."

"Vuoi giocare, no? – lo provocò ancora Max – Allora giochiamo. La scelta è tua, Leclerc. Ma se pensi di non averne abbastanza per vincere e preferisci continuare a chiedermi un appuntamento fino alla nausea perché non hai abbastanza fegato da correre il rischio puoi anch..."

Maniac |LestappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora