Pov Soraya
Il suono dei passi echeggiava nel corridoio vuoto mentre camminavo avanti e indietro, cercando di mettere in ordine i pensieri confusi che affollavano la mia mente. La scena del parcheggio, l'uomo misterioso e la pistola, tutto si mescolava in un turbinio di emozioni e paura. Lex era al sicuro, ma io ero ancora intrappolata in questa spirale di terrore.
Un profondo respiro mi aiutò a ritrovare un po' di lucidità. "Devo scoprire cosa sta succedendo," mormorai tra me e me. Ma il pensiero di Lex, della sua sicurezza, e di come avesse rischiato tutto per proteggermi, mi riempì di angoscia. Non potevo permettere che fosse tutto vano. Non avevo idea di chi fosse quell'uomo, né di quali minacce incombevano su di noi, ma sapevo che dovevo agire.
Mentre riflettevo, la porta si aprì lentamente e apparve Diego, con un'espressione tesa. "Soraya, sei qui!" esclamò, avvicinandosi rapidamente. "Dove diavolo sei stata? Ho cercato ovunque."
"Diego," dissi, cercando di mantenere la calma nonostante il battito accelerato del mio cuore. "Devo parlarti di Lex."
"Lex? Cosa è successo?" La sua voce si fece seria, e il suo sguardo si fece attento. "Sei stata in pericolo?"
"Sì," ammettei, raccontandogli brevemente quello che era accaduto nel parcheggio. Ogni parola mi costava, ma sapevo che dovevo condividerlo con qualcuno che potesse capire la gravità della situazione. "C'era un uomo. Aveva un coltello e stava minacciando Lex. È apparso un altro uomo e... e poi c'è stato un colpo di pistola."
Diego rimase in silenzio per un momento, assorbendo la notizia. "Hai chiamato la polizia? Dobbiamo dirgli di avvertire Lex," disse, il suo tono impaziente.
"Non possiamo farlo," risposi, con un nodo allo stomaco. "Non voglio che questo uomo sappia dove siamo. Dobbiamo tenerci lontani da lui e trovare un modo per proteggere Lex."
"Cosa vuoi dire?" Diego si piegò in avanti, cercando di capire. "Soraya, questo è serio. Lex potrebbe essere in pericolo. Non possiamo semplicemente nasconderci."
"Lo so," dissi, mentre la paura si faceva strada nel mio cuore. "Ma non posso permettere che gli succeda qualcosa. Devo fare qualcosa per aiutarlo, e tu sei l'unico che può aiutarmi."
"Cosa intendi fare?" chiese Diego, ma prima che potessi rispondere, il mio telefono vibrò nella tasca dei jeans. Lo estrassi e vidi che era un messaggio di Lex.
"Soraya, dove sei? Ho bisogno di parlarti. È urgente."
Il mio cuore saltò. "Devo rispondere," dissi, mentre scrivevo velocemente una risposta. "Sono al campus. È successo un casino. Ti aspetto."
Diego osservava in silenzio, la sua preoccupazione evidente sul volto. "Se Lex ti ha contattata, allora deve essere in grado di affrontare la situazione. Dobbiamo andare a trovarlo," disse, deciso.
Sapevo che aveva ragione, ma la paura che si facesse male mi bloccava. "Non so se sia sicuro," dissi, la voce tremante.
"Non possiamo restare qui a perdere tempo. Ogni secondo che passa potrebbe essere cruciale per Lex," insistette Diego, e la sua determinazione mi colpì.
"Va bene," acconsentii, cercando di mascherare la mia ansia. "Andiamo, ma dobbiamo essere cauti."
Ci dirigemmo verso l'uscita, il cuore in tumulto e la mente piena di domande senza risposta. Cosa avrei trovato? E se l'uomo tornasse? Non avevo idea di cosa ci aspettasse, ma sapevo che dovevo affrontare la realtà.
Una volta fuori, ci avviammo verso la macchina di Diego. "Dove pensi che possa essere?" chiese, mentre accendeva il motore.
"Probabilmente a casa sua," risposi, stringendo le mani sulle ginocchia. "Speriamo che sia al sicuro."
La strada sembrava interminabile mentre ci dirigevamo verso l'abitazione di Lex. Ogni semaforo rosso sembrava un ostacolo insormontabile, ogni auto che incontravamo sembrava portare un'ombra di pericolo. I pensieri si affollavano nella mia mente: avrei trovato Lex in buone condizioni? Cosa sarebbe successo se l'uomo fosse tornato? E se ci fosse stata un'altra minaccia ad attenderci?
Finalmente, arrivammo. La casa di Lex era silenziosa, ma qualcosa nel mio istinto mi diceva che non era un silenzio rassicurante. "Aspetta qui," dissi a Diego mentre scendevo dalla macchina. "Controllo."
"Non andare da sola!" mi chiamò, ma avevo già chiuso la porta e mi stavo dirigendo verso l'ingresso. La mano tremante si posò sulla maniglia, e con un respiro profondo, la girai.
La porta si aprì senza rumore, rivelando un corridoio buio. "Lex?" chiamai, la mia voce un sussurro. "Sei qui?"
Nessuna risposta. Iniziando a camminare, notai che le luci erano spente. Il mio cuore pulsava, e ogni passo sembrava un'eco nel silenzio. La tensione si accumulava mentre avanzavo lentamente, l'ansia si radicava sempre di più.
Arrivai nella stanza principale, ma era vuota. "Lex!" ripetei, alzando un po' la voce.
Poi, all'improvviso, sentii un rumore provenire dal piano superiore. "Lex, sei tu?" dissi, e salii le scale, il cuore in gola. Arrivata al piano di sopra, la porta della camera da letto era socchiusa. Spinsi delicatamente la porta e, mentre la luce filtrava nella stanza, vidi Lex seduto sul letto, con la testa tra le mani.
"Lex!" corsi verso di lui, e mi inginocchiai accanto a lui. "Stai bene?"
Lui sollevò lentamente la testa, gli occhi pieni di dolore e frustrazione. "Soraya, non dovevi venire qui," disse, la voce rotta.
"Non ti lascerò mai solo," risposi, afferrando la sua mano. "Cosa è successo? Sei ferito?"
"Non è importante," mormorò, ma io potevo vedere il livido che si stava formando sulla sua guancia. "Devo solo... risolvere questa situazione. Non voglio coinvolgerti."
"Non puoi allontanarmi. Sono parte di questo, Lex," dissi, cercando di farlo ragionare. "Quell'uomo è un pericolo. Non possiamo ignorarlo. Dobbiamo trovare una soluzione insieme."
"Non capisci," rispose, sollevando gli occhi verso di me, pieni di angoscia. "Ci sono cose che non posso dirti. Ci sono persone che non possiamo affrontare. Non voglio che tu soffra a causa mia."
"Soffrirei di più se ti perdessi," dissi, la voce tremante. "Siamo in questo insieme. Non posso permetterti di affrontare il tuo passato da solo."
Lex mi guardò a lungo, un mix di paura e gratitudine nei suoi occhi. "Non so come fare a proteggerti," ammise. "Non posso lasciare che il mio passato venga a cercarci. Ho già perso troppo."
"Non perderai me," dissi, avvicinandomi a lui, sentendo il suo calore. "Troveremo un modo per superarlo. Sono qui per te, sempre."
Un sorriso triste si fece strada sulle labbra di Lex. "Sei incredibile, Soraya," disse, ma il suo tono era ancora carico di preoccupazione. "Ma ci sono cose che non posso condividere."
"Devi farlo. Solo così possiamo affrontare tutto questo," insistetti, ma la tensione rimaneva palpabile.
Lex si alzò in piedi, e io lo seguii, il suo movimento deciso ma lento. "Dobbiamo prepararci. Loro stanno cercando me, e se trovano te..."
"Non lasciare che ti preoccupino. Se vogliono me, allora ci troveranno insieme. Possiamo affrontarli," dissi, la determinazione che cresceva dentro di me.
"Non è così semplice," ribatté, ma io potevo vedere che le sue difese stavano cedendo.
"Ti prometto che non ti lascerò affrontare questo da solo. Lo affronteremo insieme," dissi con fermezza.
Mentre i nostri occhi si incrociavano, un nuovo legame sembrava formarsi tra di noi.
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Ombre tra le Luci di Halloween
Mystery / ThrillerSoraya Brenes e Lex Murillo si sono conosciuti al liceo, in un tempo in cui la loro vita era ancora semplice e il futuro sembrava delineato da sogni condivisi e segreti sussurrati. Tra i due c'era chimica. Soraya, una studentessa ambiziosa e determi...