Capitolo 8

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«Allora, l'hai visto? Come lo trovi? Che cosa mi dici?»

Alessia viene investita dalla raffica di domande di Renata ed è sbigottita. Ha una voglia matta di chiuderle il cellulare in faccia ma riesce a trattenersi.

«Renata, io sono qui chiusa in casa sotto sorveglianza speciale, mia madre mi ha promesso una serata con i fiocchi quando arriva, ho rischiato la sospensione per seguire una tua idea... bizzarra e tu hai il coraggio di chiedermi come trovo quello lì... come si chiama già....»

«Mark. È stato carino con te.» dice Renata leggermente asciutta «Ti ha salvato dalla sospensione. Dovresti essergli grata»

«Renata. Ritorna in te per piacere. Ti rendi conto di quello che è successo?» strilla Alessia al telefono.

«Ih! Non farla tanto lunga. Non è successo proprio niente. Adesso la buzzicona di matematica, sai quella che hai visto nel bagno è in presidenza e fa le sue indagini, poi vanno in consiglio di classe... Poi si vedrà». La voce di Renata è molto, anzi troppo tranquilla.

«E di me non ti importa niente? Mi hai quasi rovinato l'anno con questa faccenda... » dice Alessia enfatizzando la gravità della cosa con un tono disperato.

«Ho capito, oggi non è giornata per parlare di Mark. Vabbé ci sentiamo. Ma se ti passa e vuoi dirmi il tuo parere chiamami»

Quando Renata stacca la conversazione Alessia tira il cellulare con violenza sul letto.

«Che scema» dice ad alta voce «è tutta costruita su se stessa. Per questo non capisce che quello là non la guarda neanche di striscio»

Alessia pensa a tutto quello che è capitato la mattina e distilla tra i ricordi un volto: l'unico che in quella maledetta presidenza si è mantenuto tranquillo per tutto il tempo. È la faccia di Mark, un viso buono, al contrario di quanto aveva creduto prima.

«Ma non lo dirò affatto a quella stupida. Prima dovrà strisciare a chiedermi scusa» dice di botto.

Ma c'è anche qualcosa di sfuggente in quegli occhi.

«È indubbiamente bellissimo» si sorprende poi a dirsi mentre si guarda allo specchio «ma con uno così non ci uscirei mai. Sarei gelosa di tutte quelle che lo guardano.»

E, immaginando una passeggiata con lui è costretta a immaginare anche un sacco di ragazze che si voltano, alcune in modo sfacciato, altre più dimessamente. Tutte che vedono in lui l'oggetto del desiderio, tutte che se lo vorrebbero tutto per loro.

«Ma cosa sto pensando?» sbotta a un certo punto.

Quella storia doveva finire subito.

Quella con Renata, intendeva.

Alessia fece un proposito: avrebbe finalmente parlato a Renata di tutto con chiarezza e con ordine.

In primo luogo le avrebbe detto di mettersi il cuore in pace che lui non era adatto a lei. Non era un mostro come aveva pensato ma viaggiava molto al di sopra di loro.

Un'altra marcia.

Un altro tipo di giro...

Mark era merce sofisticata, costosa... Renata non se la sarebbe cavata con poco a uscirci insieme... «Quelli come lui» disse a se stessa «sono tipi esigenti, naturalmente esigenti... non lo fanno apposta, loro sono al top e puntano al top, non hanno sguardo per le comuni mortali. Se escono con te lo fanno per compassione.»

Ecco questo doveva spiegare a Renata, anche se le avrebbe causato una atroce disillusione.

Al secondo punto ci doveva stare un avvertimento: se per caso non avesse voluto mollare l'osso, nonostante la constatazione appena fatta, Renata doveva sapere che su di lei non poteva più assolutamente contare. Aveva già dato fin troppo e in più l'amica aveva approfittato di un momento di debolezza, a causa della faccenda con Carlo.

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