Il sole è una grossa palla di fuoco all'orizzonte, attraversata dal volo dei gabbiani. La prua danza sulle onde, mentre Ernesto gira il timone, dirigendo la nave verso terra. Ha un pappagallo sulla spalla, che canta come un gabbiano. Poi vola davanti a lui, si gira e grida il suo nome.
«Ernesto!»
«Cosa c'è?»
«Ernesto!»
«Ho capito... terra, viro verso dritta».
«Ernesto, alzati che facciamo tardi!»
Il pappagallo svanisce, lasciando il posto al viso rosso e paffuto della nonna.
«Fai un ultimo sforzo, dai che è l'ultimo giorno di scuola».
«Ah sì, arrivo».
Ernesto si alza dal letto e va a darsi una sciacquata al viso, per levarsi il sonno dagli occhi, poi fa colazione.
«Ti ho preparato il panino col tonno e pomodoro per pranzo».
«Grazie, nonna, la mamma è già uscita?»
«Sì, oggi cominciava presto... è uscita col tuo papà. Quindi dopo la scuola, se ho capito bene, vai al mare con gli amici?»
«Sì, andiamo alla spiaggia di Rivazzurra».
«Bello... e chi c'è con te?»
«Gianni, Silvia, forse Cinzia».
«Hai già il biglietto dell'autobus?»
«Sì, me l'ha dato ieri la mamma».
«Bene, preparati ora che usciamo, dobbiamo fare un salto al mercato a prendere il pesce».
Alla bancarella c'è più gente del solito. Oltre ai clienti che aspettano, c'è un gruppetto di persone che guardano incuriosite. Il pescivendolo sta riducendo in tranci un grosso pesce con la spada.
«No, non è un pescespada, signora... è un'aguglia imperiale, vede che ha la spada più corta?»
«Ma è buono?»
«Buonissimo, la carne è tenera e molto saporita».
«E come si cucina?»
«Viene bene con un bel sughino e un po' di profumi, alloro, timo, origano...»
Una signora si mette davanti a Ernesto per guardare meglio, togliendogli la visuale.
«Nonna... io intanto vado a fare un giro».
«Va bene, Ernesto, vai alla solita bancarella?»
«Sì, mi trovi là».
Il banchetto del signor Jonathan è un po' spoglio. C'è un mucchio di vecchi taccuini, mappe, binocoli, qualche flauto, un cappello di paglia sgualcito, una cerbottana in legno.
«Ciao, Ernesto».
«Buongiorno, Jonathan, poca roba oggi?»
«Sì, stanno terminando le scuole e c'è meno gente in giro. In questi giorni cerco di finire la mercanzia che mi rimane, poi chiudo e ne approfitto per andare a recuperare un po' di oggetti interessanti».
«Portami con te, per favore!»
«No, tu devi restare qui coi tuoi amici, l'inizio dell'estate è un periodo bellissimo per voi ragazzi, per giocare all'aria aperta, passare una giornata in spiaggia, fare un bel giro in bici...»
«Starai via tanto?»
«No, caro ragazzo, soltanto qualche giorno».
Ernesto posa lo sguardo sul mucchietto di mappe e binocoli.
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Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stella
FantasyNel bel mezzo dell'anno scolastico, Ernesto si trasferisce con i genitori a Portamare, luogo di nascita della nonna. Appena arrivato nella nuova scuola, conosce Gianni, ragazzino divertente, coraggioso e pieno di energia, e Silvia, lunghi capelli ne...